La vaccinazione contro la rosolia
Cos’è la rosolia
La rosolia è una malattia causata da un virus che si trasmette da persona a persona con le goccioline della tosse o degli starnuti.
I sintomi comprendono febbre, lieve rigonfiamento delle linfoghiandole dietro il collo a cui segue rash generalizzato. Complicazioni possono comprendere dolori articolari, temporanea diminuzione delle piastrine ed encefalite (infiammazione del cervello). Si può inoltre avere artrite temporanea particolarmente negli adolescenti e negli adulti.
La rosolia nelle donne in gravidanza spesso porta alla sindrome della rosolia congenita (CRS, acronimo di Congenital Rubella Syndrome) che può danneggiare il bambino. Questa è una grave malattia caratterizzata da sordità, ritardo mentale, cataratta ed altre affezioni degli occhi, malattie congenite del cuore, nonché a malattie del fegato e della milza che possono risultare in una riduzione del numero delle piastrine con petecchie (piccoli sanguinamenti) sotto la pelle. Fino all’85% delle donne che si sono infettate nel primo trimestre di gravidanza, andranno incontro ad un aborto o potranno avere un bambino con rosolia congenita.
Prima della introduzione del vaccino erano frequenti le epidemie di rosolia; il numero delle donne gravide infette era alto, ed altrettanto alto era il numero degli aborti o delle sindromi da rosolia congenita. Con l’avvento del vaccino, almeno in certe aree geografiche del paese, il numero dei casi di malattia si è ridotto di molto.
Il vaccino antirosolia
Il vaccino è costituito da virus viventi ed attenuati. Può essere in formulazione singola, ma di solito è somministrato in combinazione con quello del morbillo e della parotite epidemica (vaccino trivalente per morbillo-parotite-rosolia, MPR) ed eventualmente anche della varicella (vaccino tetravalente morbillo-parotite-rosolia-varicella, MPRV).
Chi vaccinare
- I bambini dopo l’anno di età.
- Gli adolescenti e i giovani adulti non immuni.
- Le donne nelle quali la immunità verso la rosolia non è certa.
- Si raccomanda lo screening routinario delle donne gravide, e quelle suscettibili sono da vaccinare immediatamente dopo il parto.
- Individui con infezione da HIV ma senza i sintomi di AIDS.
Chi non vaccinare
- Persone con allergia alla gelatina.
- Donne che sono gravide o che cercano di diventarlo; le donne devono evitare la gravidanza per almeno tre mesi dopo la vaccinazione contro il morbillo o contro la rosolia.
- Persone immunocompromesse (con l’eccezione delle persone infette con HIV ma senza sintomi di AIDS).
- Il vaccino deve essere ritardato se si sono ricevuti prodotti contenenti anticorpi (es. trasfusioni di sangue, immunoglobuline).
- Persone che assumono alte dosi di steroidi possono essere vaccinate un mese dopo aver interrotto la terapia.
Dosi e calendario
Attualmente è raccomandata una dose di vaccino che garantisce la protezione di più del 95 % dei bambini da eseguirsi tra i 12 e i 15 mesi di età. Una seconda dose, a 4-6 anni oppure a 11-12 anni, può essere somministrata per assicurare una efficacia superiore al 99%.
Il vaccino somministrato prima dell’anno di età può non essere adeguatamente protettivo, e quindi questa dose non si conta come dose raccomandata.
Efficacia
La somministrazione delle dosi secondo il calendario vaccinale assicura una efficacia superiore al 99%.
Effetti collaterali
Quasi tutti i bambini che hanno ricevuto il vaccino morbillo-parotite-rosolia (più dell’80%) non hanno avuto effetti collaterali.
La maggior parte di quelli che sviluppano effetti collaterali hanno reazioni lievi, come dolore, rossore e gonfiore nel punto della iniezione, rash modesto, febbre da lieve a moderata, ingrossamento dei linfonodi, gonfiore delle articolazioni. Nel 5-15% dei vaccinati si può avere febbre fino a 39°C. Questi inconvenienti si verificano in genere da 5 a 12 giorni dopo la vaccinazione e possono durare fino a due giorni.
In caso di reazioni lievi:
- dare da bere molti liquidi;
- non vestire troppo il bambino se è caldo;
- usare farmaci a base di paracetamolo (non a base di acido acetilsalicilico) o panni freddi, se necessario, per ridurre la febbre o il dolore;
- nel caso che i sintomi si protraggano per più di due giorni può essere opportuno consultare il vostro medico per verificare se si è di fronte ad un comune effetto collaterale della vaccinazione o ad un’altra malattia.
In rari casi (3 ogni 10.000, ovvero 0,03%) i bambini possono avere reazioni moderate come convulsioni correlate alla febbre alta.
In casi estremamente rari (da 0,2 a 0,4 ogni 10 mila, ovvero da 0,002% a 0,004%) si può avere una riduzione delle piastrine nel sangue che può causare temporanee piccole emorragie. Reazioni allergiche di tipo anafilattico con ipersensibilità e gonfiore della bocca, difficoltà del respiro, pressione bassa e shock sono del tutto eccezionali (meno di 1 caso ogni milione di vaccinati).
Se si verifica una reazione moderata o grave, dovete rivolgervi immediatamente al vostro medico o al Pronto Soccorso.
Circa il 15% delle donne vaccinate per la rosolia sviluppa una artrite acuta o rigonfiamento delle articolazioni, comunque di breve durata.