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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
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La vaccinazione contro la poliomelite

vaccinazione di una bambina sul fondoschiena

Cos’è la poliomelite

La poliomielite è una malattia, causata da 3 tipi di virus intestinali, che in meno dell’1% dei casi (all’incirca 1 ogni 1.000 infezioni) causa paralisi, in  taluni casi anche respiratoria e quindi incompatibile con  la respirazione autonoma.

Prima dell’avvento della vaccinazione antipolio annualmente in Italia si verificavano alcune migliaia di  casi e  centinaia di decessi, per lo più tra i bambini in età scolare. Dopo l’introduzione della vaccinazione, avvenuta a partire dal 1957, la malattia subì una drastica riduzione fino alla sua definitiva scomparsa dall’inizio degli anni ’80.

Oggi la poliomielite risulta scomparsa in tutti i paesi industrializzati, mentre in alcuni paesi in via di sviluppo si registra tuttora qualche migliaio di casi di poliomielite paralitica. Anche in questi paesi però la diffusione della vaccinazione antipolio ha consentito di ridurne considerevolmente la frequenza in pochi anni.

Il vaccino antipolio

Esistono due tipi di vaccino, entrambi efficaci nel prevenire la malattia: il vaccino OPV (ovvero vaccino antipolio orale vivo attenuato o vaccino di Sabin) e il vaccino IPV (ovvero vaccino antipolio inattivato o ucciso, o vaccino di Salk). Dopo un primo utilizzo del vaccino di Salk, somministrato per via iniettiva, la strategia vaccinale di massa, in Italia come in altri paesi, fu indirizzata al vaccino di Sabin il quale era anche in grado di aumentare la protezione “di popolazione”. Dopo la scomparsa della poliomielite naturale, causata dai virus cosiddetti “selvaggi” la vaccinazione con il vaccino antipoliomielitico orale, a causa della seppur remota possibilità di causare paralisi vaccinale da parte dei virus viventi attenuati del vaccino Sabin, è stata modificata con la reintroduzione del vaccino di Salk, non gravato da questo effetto avverso.

Chi vaccinare

  • I bambini e i giovani che non sono stati vaccinati da bambini, dovrebbero ricevere il vaccino.
  • I soggetti immunodepressi o contatti famigliari di soggetti che hanno malattie che deprimono il sistema immunitario non devono essere vaccinati con vaccino OPV (vivente) ma devono eseguire l’intero ciclo con vaccino IPV (ucciso).
  • I bambini al di sotto del mese di età che viaggiano in aree dove la polio è endemica possono ricevere una dose di OPV.

Chi non vaccinare

  • Chi ha avuto reazioni allergiche gravi alla neomicina, alla streptomicina o al polymyxin B.
  • Chi ha avuto gravi reazioni allergiche a precedenti dosi di vaccino.

Le persone che sono moderatamente o seriamente malate devono riferirlo al medico prima di prendere qualsiasi vaccino.

Dosi e calendario

Il ciclo di base è costituito da tre dosi di vaccino IPV Salk, da praticare entro il primo anno di vita del bambino contemporaneamente alle altre vaccinazioni infantili; ulteriori richiami vengono praticati nel sesto e nel dodicesimo anno.

Il calendario della vaccinazione antipolio attualmente praticato in Italia consiste nella somministrazione di quattro dosi di vaccino Salk (ucciso).

Efficacia

Entrambi i tipi di vaccino (Salk e Sabin) sono molto efficaci e la protezione è praticamente assoluta.

Dopo la prima dose di vaccino Salk, l’efficacia è già del 90%; sale al 99% dopo la seconda dose. La durata della protezione, pur non essendo certa, è probabilmente molto lunga. Il vaccino Sabin è altrettanto efficace e la protezione conferita con questa vaccinazione dura per tutta la vita.

Effetti collaterali

Per quanto riguarda il vaccino IPV Salk, la maggior parte dei soggetti vaccinati non lamenta alcun problema; in alcuni casi si può avere dolore in sede di iniezione.

Usate farmaci a base di paracetamolo (non a base di acido acetilsalicilico) o panni freddi, se necessario, per ridurre il dolore.

Non sono noti episodi di grave intolleranza alla vaccinazione; tuttavia se si dovesse manifestare una grave reazione allergica, essa potrebbe comparire da alcuni minuti ad alcune ore dopo la vaccinazione ed essere caratterizzata da difficoltà respiratorie e shock.

Se si verifica una reazione moderata o grave, dovete rivolgervi immediatamente al vostro medico.

Anche con il vaccino OPV Sabin, come detto non più praticato da tempo in Italia, gli eventi collaterali sono rari e lievi: diarrea o mal di testa. In caso di reazioni lievi:

  • dare da bere molti liquidi;
  • usare farmaci a base di paracetamolo (non a base di acido acetilsalicilico);
  • nel caso in cui i sintomi si protraggano per più di due giorni può essere opportuno consultare il vostro medico per verificare se si tratti di un comune effetto collaterale della vaccinazione oppure di sintomi di un’altra malattia che deve essere riconosciuta e trattata.

Il vaccino OPV Sabin può causare, in una bassissima percentuale di casi, episodi di “paralisi associata a vaccinazione”, soprattutto dopo la prima dose. Dal 1990 al 1999 in Italia si sono verificati 12 casi di polio associata a vaccino con una frequenza di 1 caso ogni 450.000 nuovi nati (pari a 1 caso ogni 1,8 milioni di dosi somministrate).
Per questa ragione dal 2002 è stata adottata in Italia la vaccinazione che prevede l ‘effettuazione di tutte e quattro le dosi di vaccino IPV Salk.

Pediatra Libero Professionista a Cantù (CO). Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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