Adozione internazionale: essere genitori nuovi
Un bambino che cresce senza genitori corre il rischio di perdere la fiducia in se stesso, nella società e nelle sue istituzioni.
L’adozione è formalmente l’atto giuridico che stabilisce un rapporto di paternità e di maternità fra due adulti e un bambino non nato da loro.
L’adozione sostanzialmente dovrebbe essere un mezzo per dare una famiglia che si prenda cura di lui ad un bambino che l’ha persa o non l’ha mai avuta, indipendentemente dalla sua nazione di origine e dal colore della sua pelle e del suo stato di salute.
Si è ormai fatto largo culturalmente un nuovo concetto di genitorialità che supera l’evento genetico e le proiezioni che da esso derivano sulla vita del bambino e propone una nuova figura di genitore splendidamente fatta intravedere dal poeta e pittore libanese di nascita, cosmopolita di fatto, Kahlil Gibran:
I tuoi figli non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
non le tue idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo
ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire
dove a te non è dato entrare,
neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro,
ma non volere che essi somiglino a te,
perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
Al bambino figlio della vita accolto, curato, amato, sostenuto, compreso e infine lasciato al suo domani non importerà granché del tipo di vincolo esistente con le persone in grado di fare tutto questo per lui. Non potrà fare a meno di amarle e di percorrere a sua volta la vita con fiducia e generosità.