Dott. Giovanni Caso
Sono nato a Vigevano il primo maggio 1955, da Alfonso, avellinese, e Olga, torinese. Vivo attualmente a Ranica, vicino a Bergamo, con Fiorenza e i figli Laura e Marco.
Dopo il Liceo Classico di Vigevano, mi sono laureato con lode in Medicina a Pavia nel 1984 e, sempre a Pavia, specializzato in Pediatria nel 1988.
Dal 1989 al 2020 ho lavorato come Pediatra di Famiglia e dal 1993 al 2020 ho fatto parte di una Pediatria di Gruppo a Bergamo, insieme a due colleghi, tre infermiere ed una segretaria. Attualmente esercito la libera professione come Pediatra a Bergamo.
Da sempre mi sono interessato ed occupato di educazione alla salute, con numerose pubblicazioni e libri indirizzati a genitori e pediatri, tra cui il testo per genitori, con relativa versione in CD, La Grande Enciclopedia del Bambino, Sfera Editore, 2003, e la pubblicazione rivolta ai pediatri L’educazione alla salute in pediatria di famiglia, Edizioni Utet, 2000.
Altro mio interesse specifico è l’applicazione dello strumento informatico alla professione sanitaria, come sviluppatore di un programma di Cartella clinica elettronica, e come ideatore e curatore, insieme ad Antonio Brienza, del sito www.amicopediatra.it. dal 2003, di cui sono Direttore Scientifico con il dott. Antonio Brienza e il dott. Giuseppe Longobardi.
Sono stato Socio fondatore e presidente dal 2002 al 2008, poi consigliere nazionale, di APeG, Associazione dei Pediatri in gruppo, che ha fatto della cultura dell’organizzazione del lavoro e della relazione medico paziente in Pediatria di Famiglia il suo campo specifico di azione sul piano promozionale e formativo.
Sono Tutor in Pediatria di Famiglia per la Facoltà di Medicina dell’Università Bicocca di Milano, i cui studenti frequentano abitualmente il nostro studio di Pediatria di Gruppo per il tirocinio prelaurea.
La mia citazione preferita:
“La saggezza non è comunicabile. La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, viverla, si possono fare miracoli con essa, ma spiegarla e insegnarla non si può.” (Hermann Hesse)