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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Come aiutare i bambini a superare la paura del buio

Contrariamente a quanto spesso gli adulti pensano, il bambino prova regolarmente la paura, soprattutto da quando comincia a sperimentare ed affrontare (e nel bambino ciò accade molto frequentemente) situazioni nuove e sconosciute. Queste piccole, ma frequenti, “prove” accumulano tensione, che finisce per trovare sfogo soprattutto la notte.

L’età in cui la paura del buio comincia a manifestarsi è quella dei 2-3 anni: a questa età si sviluppa la capacità di immaginazione. Il piccolo però non non ha ancora la capacità di distinguere tra fantasia e realtà: il confine tra immaginazione e realtà è perciò labile, soprattutto di notte quando il bambino ha pochi stimoli provenienti dalla realtà e molti invece provenienti dall’immaginazione. Ecco quindi che bambini assolutamente tranquilli durante il giorno possono venire assaliti da forti paure la notte, quando fa buio.

Perché i bambini hanno paura del buio

Le situazioni che possono innescare la paura del buio sono le più disparate, e spesso inattese agli occhi dell’adulto.

Immagini televisive

Una scena o anche una singola immagine televisiva, innocua e normale per l’adulto o anche per un bambino più grandicello, può nel piccolino provocare terrore. Ecco perché è importante prestare attenzione a ciò che il bambino può trovarsi a vedere in uno schermo televisivo ed evitare, come spesso accade, che la TV – col suo potere di catturare e impressionare l’attenzione e il cervello del piccolo – rimanga accesa costantemente mentre il bambino gironzola per la casa.

Libri e favole

Anche le immagini di un libro, o le storie di una favola, possono stimolare l’immaginazione di un bambino, dando origine a fantasie che popolano la mente del bambino quando si trova al buio la notte.

Parole degli adulti

Altre volte sono le frasi degli adulti o quelle dette per scherzo da un fratello più grande a scatenare la paura, soprattutto se utilizzate per convincere il bambino a ubbidire o a fare qualcosa. Ne sanno qualcosa anche… i pediatri, quando si trovano a gestire un bambino terrorizzato (e probabilmente non solo in studio ma anche la notte, al buio) dalla “ puntura che il dottore gli farà se non farà il bravo”!

Situazioni stressanti

D’altra parte è abbastanza ovvio (anche se curiosamente molti genitori non se ne rendono subito conto) che eventi e situazioni ambientali oggettivamente stressanti per il bambino (come un conflitto tra i genitori, la nascita di un fratellino, la perdita di un nonno o anche di un animale di compagnia, un trasloco) possono creare le condizioni per far lievitare l’ansia nel bambino, e quindi innescare varie paure, in particolare del buio.

Come si può aiutare il bambino a superare la paura del buio

Parlare ed ascoltare per aiutarlo ad elaborare la paura

Intanto bisogna capire che si tratta di un comportamento e di una fase dello sviluppo entro certi limiti normali, e non necessariamente il segno di un disagio serio, soprattutto se il bambino durante il giorno non manifesta altri segni di malessere. Quindi… perché non parlarne? Se voi ne parlate col bambino, con calma e senza manifestare ansia e preoccupazione, anche il bambino si sentirà libero di parlarne, intraprendendo così il processo di elaborazione delle sue paure.

E’ importante – proprio per lasciare al bambino la libertà di dare una forma ed esprimere la sua emozione – parlarne in modo rispettoso, cioè senza sminuire la portata di ciò che ai suoi occhi invece ha un peso importante; il rischio, altrimenti, è quello di aggiungere alla paura il senso di colpa e vergogna. Non scherzateci sopra, quindi, nemmeno nell’intento di calmare il bambino mentre è in ansia, ad esempio “facendo finta di scacciare il mostro”: finireste per confermargli che il mostro esiste davvero…

Nel parlarne mantenete la calma, ascoltando prima di tutto e senza mostrarvi ansiosi e preoccupati. Spiegategli la “normalità” della sua emozione (la paura, appunto) e aiutatelo a capire che sarà in grado pian piano di controllarla e gestirla.

Siate disponibili ad aiutarlo nel momento della paura

Mostratevi disponibili ad aiutarlo nei momenti di paura, senza sminuirli e accettando la sua reazione di regressione, il suo chiedere aiuto “come un bambino piccolo”. Essere disponibili richiede una buona dose di pazienza, perché dover continuare a consolare un bambino impaurito durante la notte potrebbe essere faticoso e rubare preziose ore di sonno.

A nanna nella cameretta!

D’altra parte però mostratevi sicuri nel mantenere le condizioni di autonomia nel sonno del bambino. Il bambino guarda comunque al genitore e alle sue reazioni per “verificare” se le sue paure hanno “davvero motivo di essere”. Se un genitore, pur mostrandosi disponibile a supportare il bambino nei suoi momenti di paura, si mostra altrettanto sicuro che “non gli succederà nulla anche se rimarrà nella sua camera”, trasmetterà al bambino sicurezza e lo aiuterà a trovare anche in se stesso le risorse per gestire e superare la paura.

Una lucina notturna, un fazzoletto, un peluche, la disponibilità del genitore a controllare il bambino nel suo letto quando lo desidera, aiuteranno il bambino ad avvicinarsi al sonno più dolcemente. Evitate la televisione prima del sonno, o le favole paurose, meglio semplicemente stare un po’ con lui facendo qualcosa di tranquillo e rilassante.

Quando preoccuparsi

Se il problema nonostante tutto persiste, oppure il bambino manifesta altri sintomi di disagio, o pensate che all’origine della sua paura vi sia una situazione ambientale particolare (come ad esempio un conflitto familiare), parlatene col pediatra o una psicologa dell’età evolutiva.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.