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Malattie gravi da Haemophilus influenzae

Cos’è l’Haemophilus Influenzae

L’Haemophilus Influenzae è un batterio che, a dispetto del nome, non ha alcuna relazione col virus influenzale. Ne esistono diversi tipi, tra i quali quello più comunemente in causa nelle infezioni umane è l’Haemophilus Influenzae tipo B. Esso è responsabile di diversi tipi di infezione, da forme lievi come otiti e bronchiti, a forme gravi in cui il batterio, penetrando nel sangue (setticemia), raggiunge e attacca vari organi normalmente non colonizzati da batteri, come il sistema nervoso, le articolazioni, l’epiglottide, la cute. Si parla in tal caso di “malattia invasiva da Haemophilus Influenzae”, un’evenienza grave che richiede il ricovero in ospedale e  può anche portare a morte o ad esiti invalidanti (rispettivamente nel 5% e nel 20% dei casi di malattia invasiva).

Particolarmente a rischio sono i bambini con meno di 5 anni di vita, gli anziani, e i portatori di malattie che comportano una riduzione delle difese immunitarie.

Come si trasmette l’Haemophilus Influenzae

Il batterio risiede in gola o nel naso di soggetti malati o spesso senza sintomi (portatori sani), e da qui viene  trasmesso ad altri attraverso le goccioline emesse starnutendo o tossendo.

Come si manifesta l’infezione da Heamophilus Influenzae

Le principali manifestazioni  dell’infezione da Haemophilus Influenzae possono essere:

  • otite media acuta;
  • polmonite;
  • malattia invasiva da Haemophilus Influenzae, con un quadro variabile a seconda dell’organo interessato: si può avere l’interessamento delle articolazioni (artrite settica), meningite (spesso grave e con esiti in sordità, cecità e ritardo mentale), cellulite (infezione dello strato sottocutaneo della pelle), epiglottite.

Come si diagnostica

La diagnosi di certezza può essere ottenuta solo isolando il germe da:

  • sangue: soprattutto in caso di malattia invasiva, viene effettuato un prelievo di sangue per eseguire un’emocoltura, con cui individuare l’emofilo ed eventualmente testarne artificialmente (tecnicamente “in vitro”) la sensibilità ai vari antibiotici mediante l’antibiogramma;
  • secrezioni auricolari: in caso di otite media con otorrea, cioè spurgo purulento dal condotto uditivo, è possibile eseguire un tampone auricolare, con cui prelevare del muco-pus su cui in laboratorio ricercare l’emofilo, testandone eventualmente la sensiilità ai vari antibiotici mediante l’antibiogramma;
  • secrezioni respiratorie: l’emofilo può essere anche ricercato nelle vie respiratorie mediante tampone nasale (poco usato e spesso poco preciso) o mediante prelievo di muco nelle basse vie respiratorie; anche in questo caso il campione prelevato viene esaminato in laboratorio alla ricerca dell’emofilo, con eventuale antibiogramma per saggiarne la sensibilità agli antibiotici;
  • liquido cefalorachidiano (detto anche liquor): è il liquido che è contenuto nella cavità interne al sistema nervoso centrale (midollo, tronco encefalico, encefalo); viene prelevato solitamente in caso di sospetta meningite mediante puntura lombare, a livello del midollo, al fine di individuare l’emofilo o altri batteri al suo interno e di testarne la  sensibilità ai vari antibiotici

Terapia

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, per varia via a seconda della localizzazione e gravità dell’infezione.

Prevenzione

La vaccinazione è la migliore modalità preventiva nei confronti delle infezioni da Haemophilus Influenzae, soprattutto verso quelle più gravi come la malattia invasiva e la meningite. La vaccinazione è obbligatoria, e somministrata solitamente in associazione alle altre vaccinazioni infantili a partire dai primi mesi di vita.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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