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Torcicollo miogeno del lattante: cos’è e come curarlo

Cos’è il torcicollo miogeno del lattante

Il torcicollo miogeno del lattante è una patologia abbastanza frequente caratterizzata da un accorciamento dei muscoli del collo del neonato da un solo lato. Ne consegue una difficoltà del bambino a ruotare la testa dal lato interessato dalla contrazione. Il neonato assume una tipica postura asimmetrica, con il capo sempre girato dalla parte opposta alla contrazione.

Il torcicollo miogeno è provocato da una retrazione (ossia da un accorciamento) del muscolo sternocleidomastoideo, un potente muscolo posto al lato del collo che collega la regione mastoidea, dietro l’orecchio, con la clavicola e lo sterno, e che controlla i movimenti di flessione e rotazione del capo.

E’ dovuto la maggior parte delle volte a un deficit di vascolarizzazione (ovvero ad una riduzione di apporto di sangue) del muscolo conseguente ad una scorretta postura del collo durante la vita intrauterina. 

Questa anomalia viene rilevata alla nascita o comunque nelle prime settimane di vita ed ha una incidenza del 1,9 %; nel 75% dei casi è interessato il lato destro e nel 20% dei casi è associata a displasia congenita, a piede torto congenito o a piede metatarso varo.

Insieme al torcicollo miogeno congenito può essere presente una asimmetria cranio-facciale anch’essa in rapporto con la  scorretta postura intrauterina. In alcuni casi, alla fine del primo mese di vita, si può apprezzare a livello del muscolo sternocleidomastoideo un nodulo teso ed elastico che testimonia la trasformazione fibrosa del muscolo con conseguente riduzione dell’elasticità.

Meno spesso il torcicollo del neonato può essere causato da un trauma del muscolo durante il parto con conseguente formazione di un ematoma all’interno del muscolo stesso.

Diagnosi del torcicollo miogeno

Alla visita la testa del bambino appare inclinata dal lato della lesione, leggermente piegata in avanti e ruotata verso il lato opposto. Anche lo sguardo del bambino è rivolto verso il lato opposto.

Si nota una limitazione funzionale di alcuni movimenti come l’inclinazione della testa verso il lato opposto e la rotazione del collo verso il lato della lesione. Tali limitazioni si evidenziano nella difficoltà del bambino a guardare un oggetto posto lateralmente e in alto dal lato della lesione. I movimenti di flessione in avanti ed estensione all’indietro del capo sono presenti e di ampiezza normale.

Come conseguenza dell’alterata postura della testa si possono verificare:

  • un’asimmetria cranica (plagiocefalia) e facciale per un minore sviluppo della metà del cranio e della faccia dal lato della lesione;

  • una linea mediana del viso concava verso il lato della lesione (scoliosi facciale );
  • un atteggiamento scoliotico cervicale con la colonna vertebrale che sembra proseguire l’inclinazione della testa.

L’ecografia delle parti molli del collo può documentare l’eventuale presenza di un nodulo fibroso.
La radiografia del tratto cervicale della colonna va richiesta per escludere eventuali anomalie vertebrali, in caso di forme particolarmente gravi o che non rispondono rapidamente alla fisioterapia.

Terapia del torcicollo miogeno

Terapia conservativa

La terapia consiste in un trattamento fisioterapico precoce perché in un bambino molto piccolo sono più facili da eseguire il posizionamento forzato (il capo viene dolcemente girato nella posizione desiderata anche contro resistenza) e gli esercizi di stretching muscolare che dovranno essere ripetuti a domicilio dai genitori, dopo essere stati preparati dal fisioterapista, parecchie volte al giorno per 6 mesi-1 anno.
Dopo i 6 mesi quando il bambino è più attivo ed autonomo questo tipo di trattamento diventa più difficoltoso.

Per correggere attivamente il difetto, oltre al trattamento fisioterapico passivo, è fondamentale promuovere attività motorie mirate durante il giorno e mantenere un corretto posizionamento della testa del bambino durante il sonno.

Da sveglio, nelle posizioni prona, supina o seduta, il bambino deve essere fortemente stimolato a girarsi dal lato leso, con il posizionamento opportuno delle persone che gli parlano e di altre fonti di interesse come luci, suoni, giocattoli e cibo dal lato in cui fa fatica a girarsi: in questo modo il bambino è stimolato ad eseguire un esercizio fisioterapico costante, agendo attivamente proprio sul muscolo colpito dal torcicollo.

Anche quando il bambino è in braccio, è opportuno che il genitore si metta in una posizione tale da obbligare il bambino a girare la testa verso il lato leso per poter guardare ciò che lo interessa.

Durante il sonno la postura da preferire è quella di fianco con testa appoggiata sul cuscino dal lato leso in modo da favorire la rotazione e l’inclinazione della  testa per gravità.

Se le misure suggerite vengono eseguite in modo adeguato entro i 18 mesi si assiste ad una guarigione clinica nell’85% dei casi.

Terapia chirurgica

Quando questo non avviene deve essere programmato un intervento chirurgico che consiste nell’eseguire incisioni del muscolo al fine di ottenere un suo allungamento. L’intervento deve essere seguito dall’uso di tutori ortopedici per un periodo variabile da un caso all’altro.

Pediatra Libero Professionista a Cantù (CO). Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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