Antrace
Cos’è l’antrace
L’antrace (o carbonchio) è una malattia dovuta ad un bacillo (Bacillus anthracis) che produce tossine in grado di distruggere i “macrofagi” (ossia le cellule preposte a difendere l’organismo da aggressioni esterne).
Colpisce gli animali erbivori (come mucche, pecore, maiali, capre, cavalli), che si infettano ingerendo le spore (struttura che protegge il bacillo, molto resistente, capace di conservarsi a lungo anche in condizioni ambientali molto sfavorevoli ed in grado di risvegliarsi trasformandosi nel batterio) presenti nel terreno e nei pascoli.
Come ci si contagia
Fino a qualche tempo fa gli uomini si contagiavano unicamente dagli animali infetti attraverso il contatto cutaneo (in passato era detta “malattia dei cardatori”, perché colpiva soprattutto i tosatori delle pecore), l’ingestione di cibo poco cotto, o l’inalazione respiratoria del bacillo.
Più recentemente si sono verificati casi di malattia conseguenti all’inalazione o al contatto di polveri infette volutamente inserite nella corrispondenza per causare la malattia.
La malattia non si trasmette da una persona all’altra.
Sintomi
Il periodo di incubazione è variabile e va da 1 a 7 giorni.
I sintomi dipendono dalla dose cui si viene esposti, e dalle dimensioni delle spore (se inalate, sono più pericolose quelle piccole perché arrivano in profondità, fin negli alveoli polmonari).
La malattia è grave, spesso mortale, e si presenta in tre modi:
- la forma polmonare (da inalazione delle spore) è la più pericolosa. All’inizio si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza, ma successivamente il quadro respiratorio peggiora rapidamente. E’ mortale, se non è tempestivamente riconosciuta e curata, in più del 90% dei casi;
- la forma cutanea (da contatto) è la più frequente: si manifesta con ulcere scure, nerastre (da cui il nome “carbonchio”). Se non trattata, è letale nel 20% dei casi;
- la forma gastrointestinale (da ingestione di carne infetta non sufficientemente cotta) è la più rara: provoca nausea, vomito, dolori addominali, ulcere allo stomaco e all’intestino. E’ mortale, se non trattata, nel 25-60% dei casi.
Come si cura
Tutte le tre forme si curano con antibiotici di uso comune, facilmente reperibili, efficaci solo se somministrati subito dopo il contagio.
Prevenzione
- Non è utile somministrare antibiotici a scopo preventivo, a meno che non ci sia stata una reale esposizione al rischio.
- Il vaccino esiste ma è scarsamente protettivo e sembra possa dare effetti collaterali, per cui allo stato attuale non è consigliato.
- Le maschere protettive non sono proponibili perché sono efficaci solo se munite di filtri per gli agenti batteriologici (costosi e non facili da reperire).