Obesità infantile: i numeri in Italia e nel mondo

L’obesità infantile: una vera e propria epidemia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme: nell’European Health Report 2002, il rapporto sulla salute in Europa nell’anno 2002, pubblicato dall’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, l’obesità è definita come una vera e propria epidemia estesa a tutta la regione europea: in molti Paesi europei, più della metà della popolazione adulta si trova al di sopra della soglia di “sovrappeso” e circa il 20-30% degli individui adulti rientra nella categoria degli obesi (“clinically obese”).
L’obesità infantile è in continuo aumento e, in molti Paesi europei, un bambino su cinque è affetto da obesità o sovrappeso. Un preoccupante dato di fatto è rappresentato dalla persistenza dell’obesità infantile nell’età adulta, con conseguente aumento dei rischi per la salute. Un altro aspetto del problema è quello delle ripercussioni psicologiche: infatti, l’obesità infantile comporta spesso una diminuzione dell’auto-stima e persino sindromi depressive.
Nella Conferenza sull’obesità, una sfida per l’Unione Europea, tenuta a Copenhagen l’11 e il 12 settembre 2002, il tema è stato analizzato nella sua gravità.
Questi i punti fondamentali emersi dal dibattito:
- nel mondo, più di 300 milioni di individui sono obesi;
- tale numero è destinato ad aumentare, con gravi conseguenze per la salute;
- il problema è più serio nell’America del Nord ed in Europa, ma è diffuso in aree dove, in passato, non era presente se non in minima entità (Asia, india, Cina, Giappone ed anche alcune regioni dell’Africa e del Sud America, comprendendo così anche alcuni Paesi in via di sviluppo);
- l’incidenza dell’obesità è raddoppiata in molti Paesi, negli ultimi anni;
- nell’ultima decade, l’incidenza in Europa è aumentata del 10-50%;
- secondo uno studio della International Obesity Task Force, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità e tale percentuale è in marcato aumento;
- si stima che il 2-8% dei costi globali per la sanità sia legato all’obesità;
- la dimensione del problema negli USA è doppia rispetto all’Europa, ma il tasso di aumento nei paesi europei è più elevato;
- gli elementi chiave per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità sono identificati nell’alimentazione corretta, nel ruolo delle famiglie e nell’attività fisica;
- campagne informative di larga portata sono ritenute necessarie per aumentare la consapevolezza del problema in tutti i settori della società, compreso quello del personale sanitario (spesso il personale sanitario non è sufficientemente preparato ad affrontare il problema ed i pazienti sono riluttanti a chiedere assistenza).
L’obesità infantile in Italia: profilo socio-demografico delle categorie più a rischio
In Italia sono molti i bambini e gli adolescenti che lamentano un cattivo rapporto con la bilancia.
Il riscontro statistico non lascia dubbi: sovrappeso e obesità in età evolutiva non sono certo un fenomeno raro, considerando che nel nostro Paese la percentuale di bambini ed adolescenti (per un campione di età compresa tra i 6 ed i 17 anni) in sovrappeso è superiore al 20%, mentre è pari al 6% la quota degli obesi. Il problema interessa soprattutto la fascia di età 6-13 anni, e “predilige” i maschi rispetto alle coetanee del “gentil sesso”.
Avere uno o più genitori con eccesso di peso comporta un maggior rischio per bambini e adolescenti di avere lo stesso problema. Sono questi i primi interessanti risultati dell’indagine Multiscopo del 2000, condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), che riportano lo “stato dell’arte” del sovrappeso e dell’obesità infantile ed adolescenziale in Italia. Nell’indagine si è tenuto conto della classificazione dell’obesità infantile secondo gli standard internazionali proposti dall’International Obesity Task Force.Nel nostro Paese il primato di regione con più alta presenza di bambini e adolescenti con eccesso di peso spetta alla Campania, col 36%, mentre sono più “in linea” i piccoli abitanti della Valle d’Aosta (14,3%). E in genere si nota come il problema dell’obesità infantile peggiori scendendo dal nord al sud del Paese.
Più precisamente, dall’indagine Istat risulta che in presenza di entrambi i genitori in sovrappeso, la percentuale di ragazzi nella fascia di età esaminata che presentano lo stesso disturbo è di circa il 34%, mentre la quota scende al 18% se nessuno dei due genitori lamenta un eccesso di peso. La percentuale è di circa il 25% se a pesare troppo è solo la mamma (25,4%) o solo il papà (24,8%).
Inoltre, se in famiglia c’è almeno un adulto obeso, senza tener conto del grado di parentela, i bambini tra i 6 e i 13 anni con problemi di peso sono ben il 42,1%.
Per quanto riguarda gli stili di vita, una delle maggiori cause di obesità e sovrappeso infantile è la sedentarietà, tanto che si tende sempre più a dare maggiore importanza al basso dispendio energetico conseguente ad una vita sedentaria, senza nessuna attività fisico-sportiva, rispetto all’assunzione di cibi molto calorici.
Considerando lo status socio-economico, ed in particolare il titolo di studio della madre, dai dati emerge che il rischio di obesità infantile è superiore nel caso in cui la madre ha la licenza elementare o nessun titolo di studio (25,9% di bambini e adolescenti con eccesso di peso) rispetto a quello in cui il titolo di studio della genitrice è una laurea o un diploma di scuola media superiore (22,5%). La percentuale di ragazzi obesi o in sovrappeso si attesta al 25,1% nel caso in cui la madre sia in possesso di una licenza di scuola media inferiore.
Infine, sempre in tema di status socio-economico si nota che la percentuale dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni di età con eccesso di peso sia del 26,6% nel caso in cui il giudizio sulle risorse economiche della famiglia è negativo, mentre scende al 23,1% se le disponibilità economiche familiari vengono considerate ottime o comunque adeguate.