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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Come favorire lo sviluppo del linguaggio del bambino

mamma e papà distesi sul tappeto leggono libro al figlio piccolo

Il linguaggio è un complesso sistema che ci consente di esprimerci e di stabilire relazioni con gli altri. E’ spesso oggetto di domande e dubbi da parte dei genitori: “È importante che io parli al mio bambino?” “Quando cominciare?” E, soprattutto, “Come fare?” Ecco alcune semplici risposte.

Iniziare a parlare al bambino ancor prima che nasca

Parlare al proprio bambino è molto importante per il suo sviluppo e si può cominciare ancor prima che nasca: questa notizia non deve stupirci, perché già dal sesto mese di gravidanza comincia il cosiddetto “bagno sonoro” del feto, che viene a tutti gli effetti “immerso” in queste primissime stimolazioni uditive. Possiamo, dunque, parlare al nostro bambino o fargli ascoltare della musica: diversi studi hanno dimostrato che i bambini, dopo la nascita, mostreranno una preferenza per canzoncine o filastrocche ascoltate durante la gravidanza, ancor più se cantate dalla voce materna!

Se è importante parlare al proprio bambino prima che nasca, lo è ancor di più nei primi mesi di vita. Detto ciò, sfatiamo un luogo comune: non bisogna erroneamente pensare che il bambino, finché non comincia a parlare, non comprenda ciò che gli diciamo. Anzi, i bambini cominciano a comprendere molto prima di cominciare a parlare ed è fondamentale che il genitore arricchisca quotidianamente il bagaglio linguistico del proprio bambino.

È stato ampiamente dimostrato, infatti, quanto lo stile comunicativo del genitore influisca sullo sviluppo del linguaggio del proprio bambino, non solo dal punto di vista strettamente linguistico, ma anche sul piano dell’interazione con gli altri.

Quale linguaggio usare con i bambini

Dunque, come parlare ai bambini? Ecco alcuni consigli pratici per i genitori.

Come parlare ai bambini piccoli che ancora non sanno parlare

Parlare lentamente

Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che ai bambini molto piccoli giunge un flusso continuo di suoni. Noi possiamo aiutarli a “stabilire i confini” delle parole contenute all’interno di questo flusso. Come? Parlandogli lentamente e modulando il tono della nostra voce, accentuandolo spesso, in modo tale da attirare più facilmente la loro attenzione.

Usare frasi brevi e parole semplici, ma corrette

Di cosa parlare ai nostri bambini? Di tutto ciò che vivono, del contesto concreto in cui si trovano, come, ad esempio, il momento della pappa. Sarà nostro compito, dunque, descrivere al bambino la situazione concreta che sta vivendo, utilizzando frasi brevi e parole semplici, che possiamo anche ripetere più volte all’interno del nostro breve racconto. È importante dare un nome a tutte le cose ma attenzione a non adeguarci al linguaggio semplificato utilizzato dal bambino. Utilizzare, piuttosto, un linguaggio veritiero e corretto.

Accompagnare le parole con i gesti

Può essere utile accompagnare il parlato ai gesti? Certo che sì. I gesti sono molto importanti nello sviluppo comunicativo e linguistico del bambino, dal semplice indicare con il dito indice per esprimere una richiesta, all’accompagnamento della mano quando si dice “ciao”, fino ad arrivare all’organizzazione di vere e proprie azioni con gli oggetti (ad esempio, mentre si gioca con una macchinina, accompagnare il “brum brum” al movimento dell’oggetto).

Come parlare ai bambini che hanno iniziato a parlare

Quando i bambini crescono e cominciano a parlare, vi sono altri importanti accorgimenti da adottare.

Permettere al bambino di esprimersi

È fondamentale, in tutte le fasi dello sviluppo, accogliere le iniziative comunicative del bambino, assecondandole: in questo modo il bambino avvertirà che quella sua iniziativa comunicativa ha valore, e sarà motivato a proporne altre. Dunque, è compito del genitore non anticipare il proprio bambino, permettergli di esprimersi. Questo gioverà anche allo sviluppo affettivo e relazionale del bambino, rendendolo più sicuro di sé e più sereno.

Inoltre, un bambino che ha sempre tutto ciò di cui ha bisogno a portata di mano prima ancora di chiederlo, non sarà stimolato a ricercare strategie comunicative per ottenerlo.

Non correggerlo se sbaglia, ma proporre un modello verbale corretto

Laddove riscontriamo una iniziativa comunicativa del bambino ma con una forma linguistica scorretta, è nostro compito quello di non correggere il bambino, bensì accogliere ugualmente la sua iniziativa ed espanderla, proponendogli il modello verbale corretto. Ad esempio, se, mentre stiamo giocando con il nostro bambino, lui ci dice “macchina rotta”, noi potremmo rispondere con: “Oh no, la macchina si è rotta! Forza, aggiustiamola!”. Il nostro bambino percepirà il nostro interesse nel condividere la sua iniziativa e sarà ben lieto di proporne di nuove.

La lettura stimola il linguaggio (e l’affettività), a tutte le età

Sia con i più grandi che con i più piccoli, inoltre, può essere utile leggere delle storie, aiutandosi con il supporto di immagini, utilizzando libri illustrati e colorati che attirino l’attenzione del nostro bambino: mediante il nostro tono di voce, la nostra postura e le nostre espressioni favoriamo il bambino nel suo sviluppo linguistico, affettivo e relazionale.

Per stimolare e favorire lo sviluppo del linguaggio, il genitore, in tutte le fasi dello sviluppo, deve dunque cercare di creare ogni giorno nuove opportunità comunicative per il proprio bambino.


Articolo scritto in collaborazione con la D.ssa Sabina Iozzino


Logopedista specializzata nella valutazione e trattamento logopedico dei disturbi di comunicazione, linguaggio, apprendimento, voce e deglutizione in età evolutiva.

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