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I bambini plusdotati: chi sono e come aiutarli a crescere sereni

Bambini plusdotati

Chi sono i bambini plusdotati

Spiegare chi siano i bambini “plusdotati” (definiti anche molto dotati, ad alto potenziale cognitivo o “gifted”) non è affatto semplice, dal momento che non esiste una definizione univoca delle loro caratteristiche.

La National Association for Gifted Children identifica i bambini ad alto potenziale come bambini che hanno prestazioni superiori di almeno il 10% rispetto agli altri coetanei nello stesso contesto socioculturale.

Secondo questa associazione, le maggiori capacità di questi bambini si esprimono principalmente in una o più delle seguenti aree:

  • elevata capacità cognitiva
  • specifica attitudine scolastica
  • elevata creatività
  • buona capacità di leadership
    particolare inclinazione verso le arti figurative e dello spettacolo

Altre linee guida affermano che oltre alla presenza di un quoziente di intelligenza alto (QI >130) debbano essere presenti anche

  • elevate competenze nell’area linguistica
  • processi di ragionamento avanzati
  • ottima memoria
  • grande curiosità
  • molteplicità di interessi
  • forte empatia
  • predisposizione alla leadership.  

Altri autori, più semplicemente, sostengono che la plusdotazione o “giftedness” comprenda 3 caratteristiche fondamentali:

  • alta abilità cognitiva
  • spiccata creatività
  • elevata determinazione.

Queste capacità superiori possono anche non esprimersi in tutte le attività svolte ma solo in un’area specifica.

In poche parole, ciò significa che i bambini plusdotati potrebbero non essere necessariamente dei “geni” in tutte le materie scolastiche, ma potrebbero ad esempio eccellere particolarmente in matematica o avere un talento speciale per il disegno.

Bambini plusdotati: i possibili problemi

Nella nostra società è pensiero comune che ad aver bisogno di attenzioni particolari siano i bambini meno dotati o con importanti problematiche sociali, mentre si ritiene erroneamente che i bambini plusdotati siano in grado di gestire adeguatamente i problemi di tipo relazionale o emotivo.

Questo non sempre e vero, anche perché si parla di bambini che possono essere molto diversi tra loro: alcuni si adattano con facilità e in modo armonico al contesto in cui si trovano, altri invece trovano difficoltà. 

In alcuni casi, ad esempio, può succedere che l’alto potenziale cognitivo e le capacità di ragionamento più avanzate dei bambini gifted li portino a rapportarsi alla pari con il mondo degli adulti non avendo le competenze emotive per poterlo fare.

Un altro problema che alcuni bambini plusdotati possono trovarsi ad affrontare è rappresentato dal peso che avvertono nel dover essere sempre all’altezza delle aspettative che si sono create nei loro confronti in famiglia e a scuola.

Bambini plusdotati e scuola

Nel contesto scolastico, come in quello famigliare, è importante che i bambini ad alto potenziale possano avere opportunità adeguate per sviluppare le proprie capacità.

La mancanza di un piano didattico personalizzato per questi bambini potrebbe infatti favorire perdita di interesse per le attività svolte e demotivazione.

Le famiglie dovrebbero quindi essere messe in grado di accedere a percorsi formativi qualitativamente differenziati, gestiti da educatori preparati a riconoscere le peculiarità di questi bambini e in grado di aiutarli ad affrontare sia intellettualmente che emotivamente le tappe della loro crescita. 

In quest’ottica è di fondamentale importanza la formazione degli insegnanti, che all’interno di una scuola inclusiva a 360 gradi dovrebbero essere pronti a mettere in campo didattiche diverse, che possano rispondere adeguatamente ai diversi livelli di potenzialità e capacità degli alunni.

Bambini plusdotati: la situazione in Italia

Nel nostro paese, i bambini ad alto potenziale sono più numerosi di quanto non si creda. 

Le statistiche riportate in molti lavori scientifici hanno dimostrato che non si tratta di un argomento di nicchia, in quanto la percentuale di bambini plusdotati fra gli studenti delle nostre scuole va dal 5 all’8%: questo significa che almeno un bambino per classe potrebbe rientrare in questa categoria.

Nonostante questo, nell’attuale contesto socio-culturale italiano, il riconoscimento dei bambini ad alto potenziale non viene ancora ritenuto una priorità, anche se si può auspicare che lo diventi presto, perché il loro mancato riconoscimento e la mancanza di un adeguato approccio scolastico li espone al rischio di problemi importanti nel loro percorso di crescita, oltre a privare la società di talenti in grado di essere elementi trainanti in vari campi delle attività umane.

Pochi sanno che da qualche anno il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR) ha istituito un Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo e che ai bambini molto dotati è stato riconosciuto il diritto ad un Piano Educativo Personalizzato nella Direttiva Ministeriale sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Quello che ancora manca è la presenza di questo tema nei corsi di formazione degli insegnanti e la predisposizione di appositi screening che forniscano ai docenti gli strumenti per interpretare alcuni comportamenti e alcune attitudini e decidere se è il caso di approfondire queste percezioni. 

In conclusione

Si può concludere dicendo che è assolutamente necessario identificare i bambini dotati di elevato potenziale cognitivo per aiutarli a sviluppare appieno le loro risorse, ma non bisogna dimenticare che altre prerogative come l’intelligenza emotiva (capacità di regolare i propri stati emotivi e  percepire quelli di chi ti sta accanto) e l’intelligenza sociale (capacità di relazionarsi con gli altri in modo adeguato e costruttivo) sono altrettanto necessarie  per ottenere  successi dal punto di vista scolastico e professionale e ancora di più per avere un vita di qualità.

In questo senso, sarebbe importante costituire un’alleanza scuola-famiglia, fornire un sostegno concreto alla genitorialità su problemi riguardanti la plusdotazione e favorire una rete che collabori per il benessere globale del bambino e per il pieno sviluppo del suo potenziale individuale.

Pediatra Libero Professionista a Cantù (CO). Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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