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Suzione non nutritiva: perché aiuta il benessere psicofisico del tuo bambino

Suzione non nutritiva: cos’è

Il bambino impara a succhiare quando è ancora nel grembo materno.

L’atto del succhiare (o suzione) è infatti un meccanismo che inizia a svilupparsi sin dalla 14°-15° settimana di gravidanza e si coordina poi con la deglutizione e la respirazione dalla 25° alla 28° settimana di gestazione.

A molti futuri genitori è capitato infatti di “vedere” il proprio nascituro succhiare il dito nelle ecografie eseguite durante la gravidanza.

Alla nascita, l’istinto di suzione permette al neonato di provvedere a soddisfare alcune esigenze vitali.

Suzione nutritiva

La suzione consente al neonato di nutrirsi, assumendo il latte della mamma (o, in assenza di latte materno, di latte in formula dal biberon): ciò richiede una complessa e raffinata coordinazione tra suzione e i movimenti di lingua e bocca, deglutizione e respirazione.

Si parla in tal caso di suzione nutritiva.

Suzione non nutritiva

La suzione permette al neonato di regolare il proprio umore, le funzioni neurovegetative (battito cardiaco, respirazione, digestione), il ritmo sonno-veglia e di tenere sotto controllo stress e dolore

Questo tipo di suzione – più rudimentale e non necessariamente associata alla deglutizione – si manifesta nel neonato con i tipici riflessi della suzione (il bambino si mette a succhiare non appena gli viene portato qualcosa alle labbra) e di cercamento (detto anche riflesso dei punti cardinali: se si gli tocca una  guancia con un dito, il neonato ruota il capo verso di esso per cercare di portarlo alla bocca).

Viene detta suzione non nutritiva, in quanto non finalizzata a procurarsi il cibo.

Perché è importante assecondare la suzione non nutritiva

La suzione non nutritiva risponde ad un’esigenza importante tanto quanto quella nutritiva: la regolazione del comportamento e dell’umore del neonato e della risposta allo stress, fondamentali in questa fase di adattamento alla vita extrauterina, così nuova e diversa per il neonato rispetto alla vita protetta e tranquilla cui era abituato quando era nel grembo materno.

Tale funzione influenza anche lo sviluppo psicomotorio del bambino, l’acquisizione del ritmo sonno-veglia, le funzioni neurovegetative come la respirazione e il battito cardiaco e, in generale, il suo stato di benessere psicofisico.

Ecco perché è importante assecondare il bisogno di suzione non nutritiva del neonato e del bambino piccolo, offrendo il seno a richiesta e il ciuccio, se il bambino mostra di apprezzarlo.

Come assecondare la suzione non nutritiva: seno, dito e ciuccio

Seno materno a richiesta

La prima modalità con cui il piccolo cerca consolazione è cercando il seno materno, cui il neonato si attacca non solo per nutrirsi, ma anche per calmarsi, consolarsi in caso di dolore o stress. In questo caso suzione nutritiva e non nutritiva sono intimamente connesse. Incentivare la suzione non nutritiva al seno può contribuire a favorire l’attaccamento al seno e la produzione lattea, soprattutto quando la montata lattea tarda a comparire o è poco efficiente.

Dito in bocca: niente battaglie!

La suzione al dito è una modalità del tutto spontanea e autonoma con cui il bambino, sin da quando è nell’utero materno, è in grado di regolare le proprie emozioni, si calma e si consola nei momenti di stress o di dolore, gestisce il proprio ritmo sonno-veglia.

Si tratta di una abitudine che solitamente il bambino abbandona spontaneamente intorno ai 3- 4 anni.

Non tutti i bambini succhiano il dito. Con i bambini che hanno questa abitudine, è bene provare a proporre il ciuccio invece del dito (perché meno dannoso per il palato e, generalmente, più facile da togliere intorno ai 3 anni). Tuttavia non è il caso di ingaggiare una prova di forza per convincere il piccolo a smettere di succhiare il dito: nei primi mesi, lo si priverebbe di una importante forma di consolazione; quando sarà più grande, fargli sentire il peso di un giudizio morale negativo rischia di essere controproducente (e protrarre l’abitudine ben oltre la soglia naturale dei 3-4 anni).

Ciuccio: un aiuto per il piccolo (ma anche per la mamma e il papà!)

Il ciuccio svolge, al pari della suzione del dito, un’importante funzione di regolazione dell’umore, di consolazione ed effetto calmante, come ben sottolineato dal termine anglosassone con cui il ciuccio viene chiamato: pacifier (dal verbo to pacify che significa calmare, tranquillizzare). A differenza della suzione al dito, l’uso del ciuccio richiede una “collaborazione” attiva da parte dei genitori, che devono provvedere ad offrirlo al neonato e ad assisterlo nei primi mesi in cui in piccolo non sa portarlo alla bocca autonomamente.

Nonostante si ritenga che l’uso del ciuccio (proprio perché soddisfa un bisogno diverso dal seno) non interferisca negativamente con l’allattamento materno, si consiglia di non utilizzarlo fino a quando la produzione lattea non si è stabilizzata. Questo avviene secondo tempi diversi per ogni madre, generalmente entro la terza-quarta settimana di vita. In caso di dubbio, è bene chiedere consiglio al proprio pediatra.

Il ciuccio ha inoltre nei primi mesi di vita un effetto protettivo verso la SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante).

Il ciuccio è un importante tramite nel rapporto e nella comunicazione tra genitori e bambino, con cui mamma e papà possono serenamente aiutare il bambino a gestire momenti di stress, dolore e addormentamento. A patto, però, che il ciuccio non sia utilizzato come un “tappabuchi” da utilizzare ogni volta che il bambino piange o si lamenta e che la mamma e il papà imparino invece a comprendere i bisogni del bambino (fame? sonno? freddo? dolore? tristezza?) e a rispondere in modo corretto.

Come per la suzione del dito, per evitare effetti negativi sulla dentizione e sullo sviluppo di palato e bocca, è bene scegliere una forma di succhietto che rispetti la fisiologia della bocca e accompagnare il bambino progressivamente verso il distacco, aiutandolo con il tempo ad utilizzarlo solo in alcune situazioni (es. addormentamento).

Per riassumere

  • La suzione non nutritiva, ovvero la suzione non finalizzata a procurarsi cibo, aiuta il neonato a regolare il suo umore e importanti funzioni neurovegetative come la respirazione, il battito cardiaco, la digestione e il ritmo sonno-veglia.
  • E’ quindi importante assecondare il bisogno di suzione non nutritiva del tuo bambino: succhiare lo aiuta ad abituarsi alla vita extrauterina (così diversa da quella a cui era abituato nel pancione!).
  • Come? Lasciandolo attaccare al seno a richiesta e offrendogli il ciuccio se lo gradisce (ad allattamento stabilizzato). Nei bambini che spontaneamente succhiano il dito, è bene provare ad offrire il ciuccio (senza forzature) perché meno dannoso per il palato e, generalmente, più facile da togliere intorno ai 3 anni.

 

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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