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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Gli esami per la valutazione della vista nei bambini

Bambina nello studio oculistico

Il senso della vista è importantissimo per il bambino: accompagna e stimola lo sviluppo fisico, psichico ed emotivo sin dalla nascita e costituisce un formidabile strumento di conoscenza del mondo esterno.

La funzione visiva del vostro bimbo è controllata alla nascita in ospedale e verrà poi regolarmente monitorata dal vostro pediatra durante la crescita, in occasione delle visite di controllo periodiche (o bilanci di salute).

I test e gli esami diagnostici che consentono una valutazione della funzione visiva del bambino sono molti. Vediamo quali sono, in cosa consistono e a quale età possono essere eseguiti.

Potenziali evocati visivi

Si tratta di un test specialistico che viene eseguito alla nascita, come misura di screening, o successivamente quando si sospetta che il bambino abbia un’alterazione nella parte “neurologica” del sistema visivo. Consiste nella registrazione dell’attività cerebrale, attraverso elettrodi fissati al capo mediante cerotti, in risposta a stimoli visivi. Non è invasivo, non richiede alcuna collaborazione da parte del bambino e può essere effettuato anche durante il sonno.

Ricerca del riflesso rosso

Viene effettuata in ospedale alla nascita, durante la prima visita di controllo, e anche più avanti ai successivi bilanci di salute dal pediatra, per identificare precocemente patologie rare ma molto serie, come la cataratta congenita (opacità del cristallino) o il retinoblastoma, un tumore rarissimo dell’occhio. In questo esame, il pediatra punta lo strumento chiamato oftalmoscopio sulle pupille del bambino per ricercare un riflesso di colore rosso (o marrone-grigio nei soggetti di colore) determinato dal fondo dell’occhio. Se il test dà un esito normale significa che non vi è nulla, all’interno dell’occhio, che si oppone al passaggio dei raggi luminosi.

Test del riflesso pupillare

Normalmente le pupille (i puntini neri posti al centro degli occhi) regolano la quantità di luce che entra nell’occhio restringendosi o dilatandosi a seconda del grado di luminosità ambientale. Viene eseguito dai primi giorni di vita del bambino. In questo test il pediatra punta una luce sulla pupilla, verificando se questa correttamente si restringe. Se ciò non avviene potrebbe esserci un danno all’apparato visivo.

Test dei riflessi corneali

E’ un test per evidenziare un eventuale strabismo, eseguito anch’esso dai primi tempi di vita del bimbo e consiste nel proiettare una luce sulla radice del naso per osservare la distanza tra i puntini riflessi dalle cornee dei due occhi dal margine interno della rispettiva cornea (la parte rotonda trasparente al centro della quale sta la pupilla).

Test dei movimenti oculari

Un oggetto che cattura l’attenzione del bambino (la cui testa viene tenuta ferma dall’esaminatore) viene mosso in 8 direzioni (alto, basso, destra, sinistra, alto a destra, alto a sinistra, basso a destra, basso a sinistra) per verificare se ambedue gli occhi o uno di essi presentino limitazioni nei movimenti in una o più direzioni. Si esegue dagli 8-9 mesi, nell’ambito del Boel test per l’udito.

Test dell’attenzione visiva

Si esegue dai 3-4 mesi. Un oggetto che attira l’attenzione del bambino viene mosso nello spazio per valutare se gli occhi del bambino seguono i suoi movimenti.

Test di Lang o Stereotest

Viene proposto solitamente dai 2 anni in poi, o anche prima, anche se la maggior parte dei bambini è sufficientemente collaborante per eseguirlo dai 30 mesi in poi. Serve a diagnosticare uno strabismo, oppure (ma con minore efficacia) un’ambliopia, cioè una significativa differenza nella capacità visiva tra i due occhi. Ad una distanza di 30-40 cm dal bambino, seduto in braccio al genitore e posto frontalmente all’esaminatore, viene presentata una cartolina in plastica su cui risaltano figure visibili solo con ambedue gli occhi funzionanti e simmetrici. Il bambino deve individuarle e nominarle.

Test delle due matite

Anch’esso serve a verificare se il bambino la visione binoculare (stereopsi). L’esaminatore tiene in mano una penna con il suo cappuccio, e fa vedere al bambino come togliere il cappuccio e rinfilarlo. Poi chiede al bambino di farlo, prima coprendo un occhio (in questo caso l’operazione riesce solo dopo qualche tentativo), poi con ambedue gli occhi scoperti (di solito l’operazione riesce al primo colpo).

Test dell’acuità visiva

Viene chiesto al bambino di individuare le lettere disposte in file di grandezza decrescente, prima con ambedue gli occhi aperti, poi coprendo alternativamente un occhio.  Nel bambino in età prescolare, dai 4 anni, viene eseguito il Test delle E, in cui al bambino viene chiesto di indicare con le dita la direzione delle “zampe” delle E disposte nelle 4 direzioni. Si ritiene superato il test se il bambino riesce ad identificare le lettere o la direzione delle E fino all’8° fila a 4 anni, alla 9° dai 5 anni e alla decima dai 6 anni. Importante anche che non vi sia una differenza tra i due lati superiore a 1 decimo.

Test dei colori

Viene eseguito dai 5-6 anni, facendo vedere al bambino delle tavole, dette di Ishiara, in cui delle immagini costituite di puntini di due colori possono essere identificate  solo se il bambino possiede una corretta percezione dei colori. A seconda poi di quale immagine viene identificata e quale no, è possibile anche definire più precisamente il tipo di difetto.

Test del campo visivo

Viene solitamente eseguito da un tecnico ortottista (che studia cioè i movimenti oculari) e serve per valutare la capacità del bambino di individuare oggetti anche laterali . L’esaminatore attira prima l’attenzione del bambino seduto in braccio alla mamma con un oggetto posto centralmente di fronte a lui. Poi viene introdotto dal lato un oggetto che viene lentamente avvicinato verso l’oggetto centrale e si segna la distanza tra i due oggetti al momento in cui il bambino per la prima volta si accorge dell’oggetto laterale. Ripetendo l’operazione nelle varie direzioni è possibile così definire l’area (detta appunto campo visivo) che il bambino è in grado di vedere con ciascun occhio

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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