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Lattoferrina e Covid-19

Lattoferrina: cos’è

La lattoferrina è una glicoproteina presente in concentrazioni elevate nel latte, in particolare nel colostro, ed è considerata uno dei principali fattori protettivi presenti nel latte materno, contribuendo alla formazione di una efficace flora intestinale.

Oltre che nel latte si trova in molti altri liquidi corporei (saliva, lacrime, liquido seminale) e nei granulociti neutrofili (cellule appartenenti alla categoria dei globuli bianchi).

La lattoferrina del commercio, derivata da quella bovina, è molto simile per composizione a quella umana, e viene spesso aggiunta ai latti in formula. E’ considerata un integratore nutraceutico (cioè una sostanza contenuta negli alimenti e che ha un effetto benefico sulla salute) ed è attualmente disponibile in varie formulazioni: per via orale (gocce, bustine, capsule) e sotto forma di spray nasale.  E’ un prodotto considerato come sicuro dalla FDA (Food Drug Administration, l’autorità statunitense di sorveglianza e autorizzazione dei farmaci) e non sono segnalate controindicazioni alla sua assunzione.

Lattoferrina: a cosa serve

La lattoferrina è una molecola che, oltre a possedere svariate altre proprietà, contribuisce alla risposta innata (detta anche aspecifica) del nostro sistema immunitario, che ci difende da vari tipi di agenti infettivi, quali batteri, funghi ed anche virus.

In particolare alla lattoferrina sono attribuite diverse proprietà difensive:

  • attività antibatterica grazie alla sua capacità di sottrarre il ferro di cui i batteri hanno bisogno per crescere e riprodursi;
  • attività antivirale perché inibisce l’entrata dei virus nelle cellule ed anche la loro replicazione all’interno delle stesse;
  • attività antinfiammatoria ed immunomodulante, in quanto la lattoferrina ha la capacità di modulare e limitare il danno prodotto dalle citochine (sostanze con proprietà infiammatorie) che vengono rilasciate durante l’infezione virale e che sono a loro volta responsabili di un danno cellulare.

In sostanza quindi, da un lato la lattoferrina stimola il sistema immunitario a combattere gli agenti infettivi e dall’altro contribuisce a prevenire risposte immunitarie e antinfiammatorie pericolose.

Inoltre, la somministrazione di lattoferrina ai bambini pretermine si è dimostrata efficace in alcuni studi nel ridurre le malattie gastrointestinali e la enterocolite necrotizzante in questi bambini particolarmente fragili e suscettibili ad infezioni, ma sono necessari ancora altri studi per confermare i reali benefici.

Lattoferrina e Covid 19

Anche se il Covid 19 si trasmette principalmente attraverso le vie aeree, lo stesso virus può colpire anche le cellule intestinali (gli enterociti), causando sintomi gastrointestinali e creando una riserva del virus stesso. I sintomi gastrointestinali (diarrea, nausea, vomito, dolore addominale) sono a volte le prime manifestazioni nei bambini.

Come è noto, i neonati ed i bambini piccoli sono in genere meno suscettibili alla infezione da Covid 19 (ovvero si ammalano con minore frequenza rispetto ai bambini più grandi e agli adulti): una delle possibili ragioni potrebbe essere la presenza di lattoferrina nel latte (materno o in formula) con cui il bambino è alimentato.

Alcuni studi recenti hanno infatti dimostrato la capacità della lattoferrina di esercitare, attraverso vari meccanismi,  un’azione protettiva contro il Covid 19, ma sono necessarie ulteriori conferme.

Lattoferrina e neonati

L’assunzione di lattoferrina attraverso il latte materno (ed in particolare del colostro) tutte le volte che è possibile, o in alternativa addizionata ai latti adattati, potrebbe avere un ruolo nella prevenzione della infezione da Covid-19 nei neonati.

Lattoferrina nei bambini più grandi e negli adulti

Ancora non ci sono dati definitivi che permettono di stabilire con certezza l’utilità o meno della lattoferrina nella prevenzione e nella terapia della infezione non grave da Covid-19. L’uso di lattoferrina nei bambini più grandi e negli adulti in questi casi potrebbe essere di una certa utilità in considerazione delle sue proprietà e della mancanza di controindicazioni alla sua assunzione.  Al momento tuttavia non ne sono ancora ben definite le modalità e i dosaggi, e si stanno valutando anche le vie di somministrazione migliori: oltre la via orale, anche lo spray nasale con liposomi.


Articolo scritto in collaborazione con la d.ssa Angela Maria Caprio


Pediatra di Famiglia a Santa Maria Capua Vetere (CE) – ASL Caserta – Regione Campania

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