Pelle atopica: cos’è e cosa si può fare
La pelle costituisce lo strato esterno del nostro corpo e svolge molte funzioni. In particolare:
- protegge dagli agenti esterni e dalle infezioni;
- mantiene una adeguata temperatura corporea;
- evita la dispersione dell’acqua, che è un elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza.
In condizioni normali, la pelle è sana e integra e può svolgere adeguatamente la sua funzione di barriera e di protezione. Nel bambino atopico (che cioè presenta una reazione immunitaria esagerata verso stimoli normali, come per esempio alimenti o pollini) invece la pelle non è più capace di svolgere queste funzioni.
La pelle atopica perde la funzione di barriera e protezione
Proviamo ad immaginare la pelle come un muro composto da vari strati di materiali differenti (chiamati strato corneo, epidermide e derma) e da alcune sostanze che li tengono insieme e che permettono quindi di avere una parete efficace nel separare l’esterno dall’interno.
Quando la pelle è atopica, queste sostanze (ed una in particolare, la filagrina) non funzionano bene: in questo caso, è come se nella parete ci fossero dei fori che fanno passare agenti irritanti ed infettivi dall’esterno all’interno (causando irritazione o infezione) e al contempo fanno evaporare piccole particelle di acqua dall’interno verso l’esterno (rendendo la pelle particolarmente secca).
Come riconoscere la pelle atopica
I bambini con pelle atopica si riconoscono perché presentano una serie di problemi:
- pelle secca;
- prurito;
- maggiore sensibilità della pelle ad agenti esterni (caldo, freddo, vento, sostanze usate per la pulizia personale o ambientale, allergeni);
- aumentato rischio di infezioni cutanee (generalmente batteriche, più raramente virali o da funghi).
In particolare secchezza cutanea e prurito sono segni tipici della pelle atopica e possono causare irritabilità e disturbi del sonno e dell’umore nel bambino.
Possono essere presenti due fasi:
- fase acuta: la pelle è infiammata, spesso eritematosa (rossa); nelle fasi più gravi possono essere presenti anche segni di infezione con secrezioni umide;
- fase cronica: la pelle è molto secca ed ispessita (lichenificazione, xerosi) e screpolata, possono essere inoltre presenti zone di ipopigmentazione (zone più chiare) o iperpigmentazione (zone più scure).
Pelle atopica e dermatite atopica
La pelle atopica è caratteristica di una malattia chiamata dermatite atopica (o eczema atopico) frequente nei bambini.
Nel bambino piccolo le zone più interessate sono inizialmente le guance e più raramente anche la zona del pannolino; successivamente invece sono colpite altre aree del corpo ed in particolare braccia e gambe (pieghe del gomito e delle ginocchia) e la regione perioculare (attorno agli occhi). A volte sono interessate anche altre zone come il collo, la zona dietro il padiglione auricolare, le caviglie ed i polsi.
In alcuni casi la dermatite atopica è collegata ad una allergia alimentare o respiratoria.
A differenza di alcuni anni fa, attualmente si ritiene che non sia l’allergia la causa della dermatite atopica, ma che sia vero il contrario: è proprio il difetto della barriera cutanea che permette il passaggio degli allergeni ed è quindi responsabile delle allergie.
Cosa fare in caso di pelle atopica
Ecco alcuni consigli utili per chi presenta pelle atopica.
- Evitare contatto con irritanti locali (prodotti per la casa aggressivi, cloro della piscina, colori, ambienti molto polverosi, indumenti in lana, ecc.).
- Usare prodotti detergenti delicati per la pulizia della pelle.
- Preferire bagni brevi (10 -15 minuti al massimo) e con acqua tiepida per prevenire la perdita di acqua.
- Mantenere sempre una pelle morbida e ben idratata (applicare prodotti emollienti tutti i giorni, ed in particolare dopo il bagno, a base di ceramidi, vitamina E, oli vegetali, urea, acido ialuronico, collagene).
- Usare indumenti in cotone bianco (o con colori tenui e naturali) e non aderenti a contatto della pelle, evitando invece indumenti in lana, o sintetici, o molto colorati
- Lavare gli indumenti con sapone di marsiglia o comunque con detergenti delicati e risciacquare bene per rimuovere eventuali residui di detersivo.
- Evitare sudorazione (usare lenzuola e pigiami in cotone, non coprire troppo il bambino di notte, evitare esposizione ad ambienti troppo caldi).
- Mantenere le unghie corte (per evitare il grattamento che, dopo una prima sensazione di sollievo, provoca un ulteriore aumento del prurito) e pulite (per evitare rischio di infezioni). A volte di notte può essere utile l’uso di guantini in cotone.
Quando rivolgersi al pediatra
Nei casi più importanti è utile la valutazione del pediatra ed eventualmente una consulenza dermatologica per stabilire un vero e proprio piano terapeutico che, oltre all’uso di emollienti, prevede cicli di terapia con farmaci con attività antiinfiammatoria (generalmente a base di cortisonici) ed eventualmente antibiotici (in caso di infezione batterica).
L’uso di antiistaminici per via orale è solo a volte utile per limitare il prurito, in particolare nei bambini che presentano anche altre malattie allergiche (asma, rinocongiuntivite).
Attenzione però: non somministrate farmaci al bambino di vostra iniziativa. Solo il pediatra può stabilire quando sia necessario il ricorso ai farmaci e quale sia il miglior piano terapeutico, sulla base del quadro clinico e dell’età del bambino.