Sindrome del colon irritabile: come e perché si manifesta, come si cura
Con il termine sindrome del colon irritabile (chiamata in precedenza anche colite spastica o nervosa) si intende una sintomatologia dolorosa, che si manifesta generalmente con diarrea, aumento dei movimenti intestinali e dolore addominale causata da una irritazione del colon, il tratto terminale dell’intestino. E’ una delle più frequenti cause di dolore addominale ricorrente o cronico, sia nei bambini che negli adulti (in particolare nelle giovani donne).
Perché si manifesta la sindrome del colon irritabile
Nella maggior parte dei casi alla base di questa manifestazione clinica sono presenti fattori stressanti e spesso una intolleranza alimentare.
Stress e sindrome del colon irritabile
Lo stress in generale sembra essere un fattore legato alla comparsa o al peggioramento dei sintomi. E’ ormai accertato che cervello e intestino “dialogano” tra di loro attraverso vari meccanismi (l’intestino viene infatti considerato un secondo cervello). I bambini ed in particolare gli adolescenti affetti da questa sindrome presentano più frequentemente ansia, depressione, tendenza a somatizzazione (a trasformare cioè tensioni psichiche in disturbi fisici) e instabilità emotiva. Viene considerata una malattia “funzionale”, cioè senza un vero problema organico.
Intolleranza alimentare e sindrome del colon irritabile
L’intolleranza alimentare è un disturbo causato da una reazione avversa dell’organismo ad un alimento o ad un gruppo di alimenti: appartengono a questa categoria molte forme come ad esempio l’intolleranza al lattosio o il favismo. Nell’intolleranza alimentare non vi è coinvolgimento del sistema immunitario, che è invece interessato nelle allergie alimentari (ad esempio allergia alle proteine del latte vaccino o all’uovo) oppure nella celiachia.
In circa 60 – 80% dei casi (in particolare negli adulti) di sindrome del colon irritabile è presente una intolleranza ai carboidrati (i carboidrati sono zuccheri che, insieme con le proteine e i lipidi, costituiscono i macronutrienti del nostro organismo).
La frequenza di sintomi legati al colon irritabile è notevolmente aumentata anche in età pediatrica negli ultimi decenni, in particolare nei paesi industrializzati, come conseguenza di aumento dei carboidrati nella dieta (pensiamo agli zuccheri aggiunti alle bevande gassate, ai succhi di frutta, alle merendine) e di uno stile di vita particolarmente stressante.
Come si manifesta la sindrome del colon irritabile: i sintomi
I sintomi gastrointestinali più frequenti sono:
- dolore addominale generalizzato (dovuto ad aumento dei movimenti intestinali);
- diarrea o più raramente stitichezza (spesso alternanza di diarrea e stitichezza);
- meteorismo (distensione addominale ad opera dei gas);
- flatulenza (emissione di gas);
- nausea.
Possono inoltre essere presenti anche sintomi non gastrointestinali:
- mal di testa;
- vertigine;
- letargia (sonnolenza).
In molti casi sia adulti che bambini riferiscono un peggioramento dei sintomi dopo aver assunto alcuni alimenti.
I sintomi legati alla intolleranza alimentare sono molto spesso dovuti ad un deficit degli enzimi o ad una alterazione dei sistemi di assorbimento dei carboidrati e dipendono dalla quantità assunta.
Questo eccesso di carboidrati non assorbiti presenti nel lume intestinale porta ad un eccesso di liquidi che clinicamente si manifesta come diarrea. Inoltre gli zuccheri non assorbiti vengono fermentati dal microbiota (batteri normalmente presenti nel nostro intestino) e trasformati in gas.
Tutti questi sintomi possono danneggiare la qualità di vita del bambino e causare sofferenza emotiva e imbarazzo, interferendo anche con le sue attività.
Come si fa la diagnosi di sindrome di colon irritabile
Esistono precisi criteri (chiamati di Roma IV) per la diagnosi, con sintomi che devono essere presenti per almeno 2 mesi
- dolore addominale ricorrente per almeno 4 giorni al mese, accompagnato da uno o più di questi sintomi: dolore in rapporto alle evacuazioni, cambiamento di frequenza delle evacuazioni, cambiamento di consistenza delle feci;
- in caso di stipsi, il dolore persiste anche dopo le evacuazioni;
- sono state escluse altre possibili malattie che spiegano i sintomi.
In generale la diagnosi è prevalentemente clinica, cioè basata su una accurata anamnesi e sulla visita del bambino.
Nel caso della forma con stipsi la diagnosi verrà confermata solo se si ha persistenza dei sintomi anche dopo aver trattato adeguatamente la stipsi con rammollitori fecali ed un corretto uso del wc.
In alcuni casi, su indicazione del\della pediatra, è utile eseguire alcuni indagini come il breath test, una ecografia addominale, prelievo del sangue, esame delle feci. Questi esami sono in particolare necessari per escludere altre malattie (come celiachia, malattie autoimmuni, diarrea infettiva) che possono manifestarsi con sintomi simili.
Come si cura la sindrome del colon irritabile
E’ soprattutto importante porre attenzione ai fattori che sono responsabili di questo disturbo, ovvero lo stress e l’alimentazione.
Ricordate che si tratta di una malattia “funzionale” (cioè senza un danno fisico agli organi), che ne sono colpite molte persone e può essere dolorosa, fastidiosa, ma non grave. Occorre cercare di identificare eventuali fattori stressanti che possono essere alla base della comparsa o del perdurare dei sintomi e provare a parlarne con il bambino. Nei casi più impegnativi, il Pediatra potrebbe suggerire un supporto di tipo psicoterapeutico e cognitivo-comportamentale.
Occorre inoltre apportare modifiche all’alimentazione:
- in caso di stipsi: aumentare le fibre nella dieta e ridurre la quantità di lattosio (presente nel latte e nei suoi derivati)
- in caso di diarrea: ridurre apporto di legumi e di zuccheri fermentabili (FODMAP).
Può anche essere utile una terapia farmacologica, prescritta nel caso dal Pediatra:
- in caso di stipsi con rammollitori fecali (che rendono le feci più morbide);
- in caso di diarrea con probiotici per ristabilire un buon microbiota intestinale;
- per ridurre la sintomatologia dolorosa, con uso di antispastici solo per brevi periodi e su indicazione del\della pediatra.
Articolo scritto in collaborazione con la d.ssa Angela Maria Caprio