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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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La vaccinazione contro l’influenza

bambino disteso a letto con termometro alla bocca

Cos’è l’influenza

L’influenza è una malattia causata da virus.

La malattia è molto contagiosa, e si diffonde da persona a persona soprattutto per via aerea. Il virus infatti viene diffuso nell’aria e nell’ambiente  da una persona malata con le goccioline di saliva e muco diffuse nell’aria tossendo, starnutendo e parlando, per contagiare poi le persone vicine per inalazione e attraverso le mucose (bocca, occhi, naso).
I pazienti sono altamente infettivi soprattutto nelle 24 ore che precedono l’inizio dei sintomi fino all’acme della sintomatologia (il virus persiste comunque nelle secrezioni nasali per 5-7 giorni dopo l’inizio della malattia).
Possono essere infetti anche oggetti da poco contaminati da secrezioni naso-faringee. E’ possibile contagiarsi per via  indiretta toccando con le mani  oggetti da poco contaminati da secrezioni naso-faringee e portandosi poi le mani alla bocca

Il periodo di incubazione è in genere di 1-4 giorni.

La malattia colpisce un elevato numero di persone, soprattutto i bambini. La diffusione della malattia risulta infatti più agevole nelle collettività, laddove sono più frequenti le occasioni di contatto e di affollamento.
In Europa, e in genere nell’emisfero nord,  le epidemie si verificano soprattutto nei mesi invernali, e durano 4-8 settimane. Casi sporadici si possono verificare anche in periodo non epidemici, ma comunque con una frequenza trascurabile, soprattutto in estate.

I sintomi e le cure

L’influenza è una malattia respiratoria che può manifestarsi in modo più o meno grave. Più esposti a complicazioni (bronchiti e polmoniti soprattutto) sono i bambini piccoli e gli anziani, soprattutto se affetti da patologie croniche. Si manifesta di solito con febbre improvvisa, brividi, mal di testa, malessere, dolori muscolari, tosse secca. Successivamente compaiono mal di gola, raffreddore, tosse più intensa, spesso dolori addominali, nausea e vomito. La febbre dura in genere 4-5 giorni, la tosse ed il raffreddore possono persistere più a lungo.
Le complicazioni più frequenti sono le polmoniti, le miositi (infiammazioni dei muscoli) e i disturbi del sistema nervoso.

Essendo una malattia virale, non esistono cure specifiche: si utilizzano farmaci antifebbrili (generalmente a base di paracetamolo), e rimedi per ridurre i disagi legati ai disturbi respiratori.
Solo in presenza di complicazioni il medico può prescrivere una terapia antibiotica.
Sono inoltre consigliati un’alimentazione leggera, ricca di liquidi, ed il riposo.

I soggetti di età superiore a 12 anni che si ammalano di influenza possono trarre beneficio da un farmaco antivirale (oseltamivir o zanamivir), che, assunto ai primi sintomi influenzali, sembra ridurre la durata della malattia.

E’ consigliabile che i bambini con influenza tornino a scuola quando sono sfebbrati da almeno 48 ore, ed in buone condizioni generali.

I virus influenzali

Sono stati identificati 3 tipi di virus influenzali: i tipi A e B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, ed il tipo C, di scarsa importanza dal punto di vista clinico, in quanto causa di un’infezione generalmente asintomatica o simile al comune raffreddore.

Del virus tipo A esistono teoricamente 144 varianti o sottotipi, ma esso circola attualmente nell’uomo con due sottotipi H1N1 e H3N2. il virus di tipo B non possiede sottotipi, ma comprende due famiglie distinte: Yamagata e Victoria. Nonostante, in linea generale, in Europa il virus A circoli maggiormente rispetto al virus B, solitamente i virus A e B circolano contemporaneamente in modo significativo, ed in alcune stagioni influenzali a dominare è stato il virus B.

Alla base delle epidemie dell’influenza vi è la tendenza di tutti i virus influenzali a subire mutazioni, cioè cambiamenti nella sequenza dei “mattoncini” di RNA che costituiscono il proprio genoma. Queste mutazioni cambiano le caratteristiche antigeniche, cioè l’aspetto esteriore del virus, rendendolo irriconoscibile o solo parzialmente riconoscibile agli anticorpi prodotti dall’organismo negli anni precedenti. Ne consegue che una persona già ammalatasi di influenza l’anno prima possa riammalarsi l’anno dopo.

I cambiamenti minori si verificano quasi annualmente e sono responsabili delle epidemie stagionali.
I cambiamenti maggiori, tipicamente dei viris A, sono responsabili delle grandi pandemie su scala mondiale. Si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili (ogni 10-30 anni circa). Si ricordano in passato nel 1918-19 ” la Spagnola”, che ha ucciso oltre 20 milioni di persone in tutto il mondo (molte delle quali erano giovani adulti), e nel 1957 ” l’Asiatica”.

Come prevenire il contagio

L’unica misura preventiva specifica efficace è la vaccinazione. Tuttavia sono molto utili nel ridurre la trasmissione del virus influenzale alcune misure di protezione personali:

  • lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. Le mani devono essere lavate accuratamente per almeno 40-60 secondi con acqua e sapone, specialmente dopo aver tossito o starnutito. In caso di mancanza di acqua si può ricorrere ai disinfettanti per le mani a base alcolica;
  • coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso che vanno poi smaltiti correttamente. Se non si ha un fazzoletto, coprirsi la bocca con l’avambraccio, e non con la mano;
  • stare a casa, evitando il contatto con altre persone, soprattutto nella fase iniziale della malattia;
  • mantenere una distanza di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza ed evitare posti affollati;
  • evitare di toccarsi occhi, naso o bocca, in quanto in questo modo si può contrarre o trasmettere il virus toccando oggetti dell’ambiente;
  • le mascherine chirurgiche sono utili per ridurre la trasmissione dell’infezione, soprattutto in fase iniziale.

Il vaccino antinfluenzale

Ci si può difendere dall’influenza con la vaccinazione. I vaccini attualmente disponibili sono

  • un  vaccino trivalente, contenente cioè un virus inattivato tipo A sottotipo H1N1, un virus inattivato tipo A sottotipo H3N2 e un virus inattivato di uno delle due famiglie B.
  • un vaccino tetravalente, comprendente anche un quarto virus inattivato dell’altra famiglia B.

Dal 2019 è disponibile anche in Italia, per soggetti di età superiore a 9 anni, un vaccino tetravalente prodotto con una nuova tecnica, non cioè coltivato su uovo, ma su cellule; tale metodica sembra consentire una maggiore efficacia del vaccino. Un altro nuovo tipo di vaccino, particolarmente adatto alla somministrazione nei bambini, è il vaccino LAIV, costituito da un virus vivente attenuato, somministrabile per via nasale. Altri tipi di vaccino antinfluenzale, adatti a particolari categorie di pazienti come gli anziani, sono il vaccino con tecnica ricombinante e il vaccino adiuvato.

La composizione del vaccino è annualmente modificata in vista dei ceppi influenzali attesi sulla scorta delle indicazioni che l’OMS emette, per l’emisfero nord, solitamente a febbraio dell’anno precedente.

La protezione dura circa 6-8 mesi. Per questi motivi la vaccinazione deve essere ripetuta ogni anno.

I vaccini anti-influenzali sono efficaci (proteggono circa 70-80 soggetti su 100 vaccinati), sicuri e associati a minimi effetti collaterali. La copertura vaccinale non è tuttavia totale perché, a seguito di mutazioni genetiche sopravvenute dopo la formulazione del vaccino e/o (nel caso del vaccino trivalente) per la cocircolazione di un virus B di famiglia diversa da quella contenuta dal vaccino, si verifica un mismatch (cioè una non corrispondenza) tra ceppi contenuti nel vaccino e ceppi effettivamente circolanti.

Nei bambini sono somministrati vaccini non costituiti da virus interi ma da virus disintegrati o da sottoparticelle purificate (detti “split” o a “subunità”), che hanno il vantaggio di avere un basso rischio di effetti indesiderati importanti, oppure viventi attenuati somministrabili per via nasale.
Gli eventuali effetti indesiderati sono in genere di lieve entità e durata: dolore, arrossamento, gonfiore, indurimento nel punto in cui è stato inoculato il vaccino, più raramente, entro 48 ore, modesti disturbi generali come malessere, febbre, dolori muscolari e articolari. Assai raramente possono verificarsi reazioni immediate di tipo allergico.

bambina bionda guarda la siringa utilizzata per la vaccinazione

Chi vaccinare

Nell’età pediatrica è fortemente raccomandato vaccinare annualmente contro l’influenza i bambini di oltre 6 mesi che presentano una o più delle seguenti condizioni (poiché in essi è possibile che il rischio di complicazioni sia più elevato):

  • asma e altre malattie respiratorie  croniche;
  • cardiopatie;
  • malattie congenite o acquisite che comportano riduzione delle difese immunitarie;
  • neoplasie;
  • anemie congenite;
  • malattie che richiedano terapie a lungo termine con acido acetilsalicilico o con farmaci che abbassano le difese immunitarie;
  • diabete;
  • obesità grave;
  • malattie renali e delle ghiandole surrenali croniche;
  • malattie croniche del fegato;
  • patologie neuromuscolari
  • frequenti ospedalizzazioni.

E’ consigliabile inoltre raccomandare la vaccinazione anche ai familiari e a chi è a stretto contatto con i bambini ad alto rischio.
In questi casi il vaccino è fornito gratuitamente dall’ASL.

Nei bambini non affetti da patologie importanti il vaccino può essere comunque consigliato, soprattutto se frequentano una collettività infantile.
Va acquistato in farmacia e conservato in frigorifero tra +2/+8 C° (se congelato non può più essere usato), e deve essere iniettato presso lo studio del medico.

In ogni caso, per avere indicazioni specifiche in proposito, è consigliabile rivolgersi al proprio pediatra, che conosce le reali condizioni cliniche di ogni singolo paziente e che quindi sa se l’influenza può avere effetti negativi per la salute o esporre al rischio di complicazioni.

Chi non vaccinare

  • Non devono essere vaccinati i bambini con età inferiore a 6 mesi (perché probabilmente il loro sistema immunitario non riesce a produrre una quantità di anticorpi sufficiente per combattere la malattia);
  • la vaccinazione è controindicata nei soggetti che presentano gravi reazione allergiche di tipo anafilattico all’uovo o al pollo, o di ipersensibilità ad altri componenti del vaccino;
  • la vaccinazione va rimandata nei pazienti con malattia acuta di media o grave entità (le infezioni lievi alle vie respiratorie superiori, anche con modesto rialzo della temperatura, non controindicano la somministrazione del vaccino).

Dosi e calendario

E’ possibile vaccinare bambini dal 6° mese di vita:

  • nei bambini da 6 mesi a 3 anni è sufficiente una mezza dose;
  • nei bambini al di sotto di 9 anni di età, vaccinati per la prima volta, sono necessarie 2 dosi di vaccino somministrate ad 1 mese di distanza;
  • negli altri casi è sufficiente una singola dose.

Nei bambini piccoli il vaccino viene iniettato nella faccia anteriore della coscia, in quelli più grandi nel deltoide (muscolo del braccio). Il vaccino LAIV viene somministrato per via nasale.
La vaccinazione anti-influenzale può essere associata ad ogni altro tipo di vaccino.

La vaccinazione va effettuata in autunno, prima dell’inizio della stagione influenzale (generalmente il periodo ottimale è da ottobre a novembre), affinché sia altamente protettiva nei periodi di massima diffusione del virus (tra dicembre e marzo). Sono necessari circa 10-15 giorni per avere una copertura adeguata.

Perché vaccinarsi ogni anno?

Il virus dell’influenza subisce, quasi annualmente, cambiamenti più o meno significativi; ogni anno quindi varia rispetto all’anno precedente. Quindi diventano suscettibili all’infezione anche persone che negli anni precedenti si sono già ammalate o sono state vaccinate.

E’ bene ricordare che il vaccino protegge solo da alcuni ceppi influenzali, non si è quindi immuni da tutti i malanni di stagione. Infatti durante i mesi freddi le infezioni respiratorie possono essere provocate anche da molti altri virus o batteri.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.