Vaccinazioni: controindicazioni ed effetti collaterali
![neonato sorridente mentre gli viene somministrata una iniezione](https://z8w6b8q5.rocketcdn.me/wp-content/uploads/2011/09/vaccinazione_controindcazioni_ed_effetti_collaterali-1240x930.jpg)
L’esperienza derivata dalla somministrazione di milioni di dosi di vaccini di vario tipo permette di avere una idea precisa delle controindicazioni.
Alcune di esse sono permanenti.
Altre temporanee (relative a particolari condizioni che si modificano nel tempo).
Ci sono infine condizioni che vengono definite false controindicazioni.
Controindicazioni vere permanenti
Costituiscono controindicazione alla vaccinazione, in modo permanente:
alterazioni del sistema immunitario:
- malattie da immunodeficenza: immunodeficenza combinata, ipogammaglobulinemia, agammaglobulinemia;
- immunosoppressione dovuta a tumori maligni come linfomi e leucemie;
- immunosoppressione da somministrazione di cortisonici ad alte dosi (maggiore di 2 mg/kg/die) per più di una settimana, oppure somministrazione di farmaci immunodepressivi (citostatici) o da radioterapia;
allergia o ipersensibilità accertate:
- all’uovo, solo per i vaccini coltivati su uova di pollo (vaccino antimorbillo);
- agli antibiotici contenuti nei vaccini;
- reazioni gravi (shock anafilattico, nevrassite) dopo la prima dose.
Controindicazioni vere temporanee
Sono controindicazioni vere alla somministrazione dei vaccini, ma solo temporaneamente:
- malattie acute febbrili con temperatura maggiore a 38,5° C o con disturbi gravi ma transitori;
- terapia immunosoppressiva con cortisonici ad alte dosi (maggiore di 2 mg/kg/die) per un periodo inferiore a una settimana;
- gravidanza: durante tale periodo può essere somministrato solo il vaccino anti-tetanico nella donna non vaccinata che si trovi tra il 4° e l’8° mese di gestazione.
Controindicazioni false
Non costituiscono controindicazione alle vaccinazioni:
- affezioni minori come le infezioni delle prime vie respiratorie con temperatura inferiore a 38,5° C;
- allergie, tranne i casi descritti precedentemente;
- dermatite atopica e altre manifestazioni eczematose o infezioni cutanee localizzate;
- terapia con antibiotici sia orali che iniettivi o cortisonici per uso locale;
- diabete insulino-dipendente;
- malattie croniche del cuore, polmone, fegato e reni;
- convulsioni febbrili e non sia a livello familiare che personale;
- malattie neurologiche non evolutive;
- ittero neonatale;
- prematurità e immaturità;
- malnutrizione;
- allattamento al seno.
Patologie che costituiscono motivo di uso estensivo delle vaccinazioni
Le patologie seguenti costituiscono motivo di uso estensivo delle vaccinazioni:
- asma bronchiale;
- fibrosi cistica del pancreas (mucoviscidosi);
- malattia celiaca;
- malattie broncopolmonari croniche;
- cardiopatie congenite;
- sindrome di Down;
- malattie neurologiche non evolutive;
- malnutrizione;
- immaturità e prematurità.
Gli effetti collaterali delle vaccinazioni
I vaccini in uso attualmente sono molto efficaci e sicuri, va comunque ricordato che nessun vaccino come quasi nessuna pratica medica è totalmente privo di rischio.
La frequenza degli effetti indesiderati è in ogni caso nettamente inferiore agli effetti e alle complicazioni della malattia contro cui si viene vaccinati.
Per esempio il morbillo ha come complicanza più temibile l’encefalite che può presentarsi in 1 malato su 2.000 e nel 30-40% dei casi può lasciare esiti invalidanti. La stessa complicazione, come effetto collaterale da vaccinazione, si verifica in 1 caso su 1.000.000 di dosi di vaccino.
Gli effetti collaterali delle vaccinazioni possono distinguersi in:
reazioni locali:
- dolore, gonfiore, arrossamento, edema e indurimento locale;
reazioni generalizzate:
- febbre, che compare 2-24 ore dopo o da 5 a 15 giorni dopo la somministrazione (la diversità del tempo di comparsa dipende dal tipo di vaccino);
- reazioni allergiche (estremamente rare) e shock anafilattico (evento eccezionale).
Cosa fare in caso di reazione al vaccino
- In caso di febbre, se questa supera i 38,5° rettali (oppure i 38° ascellari o inguinali) è opportuno somministrare un antifebbrile per uso pediatrico (preferibilmente paracetamolo) alla dose di 10-15 mg/kg/dose se per via orale, 15-20 mg/kg/dose se per via rettale, ripetibile ogni 4-6 ore;
- in caso di reazioni locali l’applicazione di ghiaccio o di un panno bagnato freddo in un primo momento e di una pomata all’arnica in un secondo momento può contribuire a ridurre l’infiammazione. In questa fase può essere utile anche l’uso del paracetamolo per ridurre il dolore;
- inoltre il vaccino DTP (antidifterite-tetano-pertosse), a distanza di 24 ore, può causare nel punto di iniezione la formazione di un piccolo nodulo lievemente dolente: in genere questo si riassorbe spontaneamente entro qualche settimana.