fbpx

Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Informazioni sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Come si sviluppa il gusto del bambino da 0 a 12 mesi

Il senso del gusto è importante per lo sviluppo del bambino, perché gli consente di esplorare il mondo che lo circonda scoprendo aromi e consistenze diverse, sviluppando il maggiore o minore gradimento per ciascuna di esse.

Lo sviluppo del gusto (e dell’olfatto, senso strettamente collegato al gusto) comincia già in utero, attraverso la percezione delle sensazioni gustative che derivano dal deglutire e respirare il liquido amniotico, in cui confluiscono, portati dalla circolazione materna, sapori e odori di ciò che la mamma mangia. Così alla nascita le capacità gustative del neonato (insieme a quelle olfattive) sono già ben sviluppate, con preferenza però per i gusti dolci.  Ciò spiega come  il neonato sia in grado di preferire e rapidamente cercare appena venuto al mondo il seno della mamma.

Ciò che alla nascita gli manca, e che si affinerà  sempre più man mano che crescerà, è la varietà sempre maggiore di gusti  e la sua capacità di riconoscerli e reagirvi. Vediamo le tappe principali di tale sviluppo.

Da 0 a 3 mesi

Anche se sulla lingua, sulle tonsille e nella parte posteriore del faringe, sono già presenti i sensori per una grande varietà di gusti, il neonato è soprattutto in grado di distinguere tra gusti dolci e gusti sapidi, e preferisce i gusti dolci come quelli del latte materno.

Da 3 a 6 mesi

A questa età porta spesso le mani e gli oggetti alla bocca, sperimentando così, in un connubio tra tatto e gusto, vari gusti e varie consistenze.

Da 6 ai 12 mesi

E’ l’età in cui al bambino, con lo svezzamento, vengono proposti cibi solidi e sapidi. Già dai  5 mesi il bambino percepisce e gradisce maggiormente i gusti sapidi, ma è anche comprensibilmente sorpreso e sospettoso verso gusti così diversi da quello dolce del latte materno cui è abituato. Per alcuni cibi sembra che tutto “fili liscio” fin dal primo approccio, per altri invece il bambino sembra opporre un vero rifiuto. In questi casi, fatto qualche tentativo di riproporglielo, meglio non ingaggiare battaglia, lasciando perdere per 2-3 settimane per poi riprovare quando il bambino ha ormai “dimenticato” il cattivo impatto con quel gusto. Ancora una volta è il tatto ad intervenire in aiuto al gusto: non appena il bambino è in grado di farlo, lasciate che sia lui ad “esplorare” con le dita il cibo che gli proponete (ovviamente in una forma che non lo esponga al rischio del soffocamento!) e a portarselo alla bocca.

Come aiutare il bambino ad apprezzare gusti nuovi

Il bambino tende inizialmente a preferire i gusti provati in utero, a loro volta determinati dall’alimentazione materna, ma rimane comunque aperto a nuove esperienze gustative. Anche l’allattamento materno prolungato consente al bambino di sperimentare positivamente nuovi gusti, tanto più quanto più l’alimentazione della mamma è varia.

Preferibilmente lo svezzamento va cominciato con cibi morbidi e dolci (ma non cibi zuccherati!), come ad esempio la frutta, per rendere meno brusco il cambiamento di gusto da quello del latte cui era abituato, per poi passare alla pappa sapida. Una volta cominciato lo svezzamento e man mano che cresce proponetegli  gusti vari e nuovi, incoraggiandolo a provare ed esplorare, anche manualmente, i cibi, ma senza insistere eccessivamente in caso di rifiuto.

Date l’esempio, mostrandovi interessati ai cibi e a provare nuovi gusti, e soprattutto, se un cibo non vi piace, evitate di dimostrarlo in modo troppo evidente. Il bambino vi guarda e vi imita, per cui accetterà più facilmente di provare e assumere nuovi cibi, se avrà davanti un esempio positivo.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.