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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Come (e perché) proteggere la pelle dei bambini dal sole

bambina di spalle in costume con dei disegni, fatti con la crema solare, sulle spalle

Stare all’aria aperta ed esporsi al sole genera una sensazione di benessere, stimola le difese immunitarie e favorisce la produzione di vitamina D, fondamentale  per lo sviluppo e il metabolismo di ossa e denti e per l’efficienza del sistema immunitario.

Ma l’esposizione eccessiva  e senza protezione provoca danni cutanei, da lievi a gravi, fino allo sviluppo di tumori.

Ecco quali sono gli effetti delle radiazioni solari sulla pelle e le regole da seguire per proteggere efficacemente i bambini dai danni del sole.

Radiazioni solari: quali effetti hanno sulla pelle

Il sole emette tre tipi di raggi ultravioletti: UVC, UVB e UVA.

  • Gli UVC non raggiungono la pelle perché vengono intercettati dall’atmosfera.
  • Gli UVB, a breve lunghezza d’onda, agiscono sugli strati superficiali della pelle causando eritema e scottature.
  • Gli UVA, a lunghezza d’onda maggiore, penetrano più in profondità è sono responsabili di invecchiamento della pelle e di danni da fotosensibilizzazione (alcuni farmaci e cosmetici, in seguito all’esposizione al sole, provocano irritazione della pelle).

Insieme, UVA e UVB favoriscono nel tempo l’insorgenza di tumori maligni della pelle (come melanomi e basaliomi), provocando alterazioni del DNA cellulare e contemporaneamente riducendo la capacità del sistema immunitario di combattere lo sviluppo di cellule tumorali.

E’ bene ricordare che l‘intensità dell’irradiazione solare aumenta

  • in alcuni momenti della giornata: tra le 11 e le 16 si concentra il 95% dell’irradiazione quotidiana;
  • con la stagione: in estate, nel nostro emisfero; 
  • con l’altitudine: +4% ogni 300 metri di altitudine; 
  • con la latitudine: aumenta man mano che ci si avvicina all’equatore e
  • nelle vicinanze di superfici riflettenti: neve +80%, sabbia +20% e acqua +5%.

Protezione naturale e fototipo: come la melanina ci protegge dal sole

La protezione naturale contro i raggi UV è data dalla melanina, pigmento cutaneo prodotto da alcune cellule della pelle (dette melanociti).

L’esposizione al sole stimola la produzione di melanina, determinando l’abbronzatura (cioè il colore più scuro della pelle), che ha lo scopo di proteggerla dalla radiazione solare.

Il grado di protezione naturale della pelle dall’azione nociva del sole dipende dal fototipo.

I fototipi sono 6 (secondo la Scala di Fitzpatrick, dal nome del dermatologo statunitense che l’ha ideata)

Fototipo I

Pelle bianca, capelli rossi o biondi, occhi azzurri, lentiggini: si ustiona  sempre e non si abbronza mai.

Fototipo II

Pelle bianca, capelli rossi o biondi, occhi azzurri, verdi o castani: si scotta spesso, si abbronza di rado.

Fototipo III

Pelle color crema, occhi di qualsiasi colore:  talora si scotta, ma pian piano si abbronza.

Fototipo IV

Colorito bruno mediterraneo: si scotta di rado, si abbronza facilmente.

Fototipo V

Colorito scuro asiatico: si scotta molto di rado e si abbronza facilmente.

Fototipo VI

Pelle nera: non si ustiona mai e si abbronza molto facilmente.

Le pelli di fototipo I sono le meno protette dal sole; quelle di fototipo VI le più protette.

In particolare la pelle del fototipo I, con capelli rossi ed efelidi, produce un tipo di melanina (detta feomelanina), molto meno efficiente nel proteggere dai raggi UV rispetto agli altri fototipi, che producono un tipo di melanina detta eumelanina.

La possibilità di sviluppare tumori della pelle dipende dalla combinazione di diversi fattori: fototipo, ereditarietà, precedenti tumori della pelle, presenza di molti nei sulla pelle, scottature solari nell’infanzia e nell’adolescenza, esposizione abituale al sole per lavoro o sport.

Raggi solari: perché sono più nocivi per i bambini

I bambini – soprattutto i più piccoli – sono particolarmente esposti agli effetti nocivi dei raggi UV,  perché

  • lo strato corneo superficiale della pelle è più sottile,
  • la produzione di melanina è minore e
  • la pelle si disidrata più rapidamente

Ciò favorisce le scottature e  la penetrazione in profondità della radiazione UV, e quindi gli effetti mutageni (causa cioè di mutazioni del DNA) sulle cellule degli strati più profondi dell’epidermide.

L’effetto nocivo del sole si esplica anche sugli occhi e sulla delicata pelle delle palpebre: gli occhi devono quindi essere protetti con particolare attenzione dalle radiazioni solari).

Le regole per proteggere il bambino dal sole

Per proteggere con efficacia i bambini dagli effetti nocivi del sole è sufficiente seguire alcune semplici regole.

Attenzione: le misure protettive qui elencate valgono per tutti i fototipi, in quanto neppure i fototipi V e VI (con pelle scura o nera) sono esenti dal rischio di scottature solari (soprattutto nei primi giorni di esposizione) e di sviluppare melanomi o altri tumori della pelle (anche se ovviamente questi fototipi richiedono precauzioni proporzionalmente meno assidue rispetto agli altri fototipi, con pelle più chiara).

E’ importante inoltre sapere che le regole di protezione valgono sempre (per tutte le occasioni in cui il bambino è esposto al sole), ma soprattutto in estate, poiché in questa stagione l’intensità delle radiazioni solari è maggiore e più frequenti sono le occasioni di vita all’aria aperta.

Neonati: mai al sole

Evitare l’esposizione diretta al sole del bambino di meno di 6 mesi, anche se protetto con crema solare. Durante le passeggiate all’aria aperta con il neonato, proteggetelo con indumenti adatti e, se necessario, con apposite coperture traspiranti per la carrozzina o il passeggino. Preferite comunque l’ombra al pieno sole.

Mai tra le 12 e le 16

A qualsiasi età, evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata, in particolare dalle 12 alle 16 con l’ora legale (11 -15 con l’ora solare): è questo il momento di massima intensità delle radiazioni solari.

Ombra? Sì grazie.

Preferire per quanto possibile l’ombra al sole pieno, e comunque zone e ambienti dove sia possibile ripararsi all’ombra. Utilizzate una tenda con protezione anti UV per far riposare il bambino all’aria aperta.

Usare sempre la crema solare protettiva contro raggi UVB e UVA

La crema solare protettiva serve sempre, anche quando il bambino è già abbronzato e anche quando il tempo è nuvoloso (le radiazioni ultraviolette riescono ad oltrepassare le nuvole ed è perciò facile scottarsi).

Utilizzate creme protettive con filtri solari UVB  e UVA, a protezione molto alta  (SPF 50+) e specificamente formulate per i bambini. resistenti all’acqua. Chiedete consiglio al vostro pediatra per individuare quella più adatta al vostro bambino. Applicatele almeno ½ ora prima dell’esposizione al sole, su tutto il corpo, con attenzione particolare a spalle, collo e orecchie. Riapplicatele più volte nel corso della giornata (almeno ogni 2 ore, soprattutto dopo il bagno). Utilizzate anche uno stick per le labbra con fattore protettivo solare 50+.

Indossare cappellino

Fate indossare al bambino un cappello a falda larga, meglio del tipo “legione straniera” (cioè che protegga anche la parte posteriore del collo e le orecchie) rispetto al tipo “baseball”.

Coprire la pelle con indumenti idonei

Per esposizioni prolungate, utilizzate t-shirt o camicie a manica lunga, a girocollo (preferibilmente di colore scuro e a trama fitta), in cotone, lino o seta, anche durante il bagno. Portate con voi  anche un indumento asciutto da fare indossare dopo il bagno, perché l’efficienza protettiva degli indumenti bagnati è minore.

In alternativa, si possono utilizzare indumenti in lycra specificamente realizzati per proteggere contro il raggi UV. Devono recare in etichetta il fattore UPF (Ultraviolet Protection Factor), cioè  il grado di protezione che garantiscono (analogamente al fattore SPF – Sun Protection Factor delle creme solari). Sono indicati soprattutto per coloro che praticano sport all’aria aperta, per chi ha un fototipo cutaneo basso e, appunto, per i bambini che giocano sulla spiaggia. La loro efficacia è buona, a patto che tali indumenti garantiscano un UPF pari a 50+ (capacità di filtrare almeno il 98% dei raggi UVA e UVB). I lavaggi e l’uso frequente ne riducono l’efficienza protettiva. In ogni caso, non sono da usarsi in sostituzione alle creme protettive.

Indossare gli occhiali da sole

Fate indossare occhialini con filtro UVB e UVA, possibilmente in neoprene o comunque materiale infrangibile, e abbastanza grandi da proteggere l’occhio dai raggi solari che penetrano dai bordi e anche la pelle  intorno all’occhio, soprattutto le palpebre. Fateli indossare al bambino quando è all’aperto (e non prima mentre è in casa), per evitare che subito se li tolga perché infastidito dalla scarsa luminosità.

Protezione dal sole anche per la mamma e il papà

Date il buon esempio, sia per proteggere voi stessi, sia perché le indicazioni per i vostri figli risultino più “convincenti”.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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