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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Eritema solare: come prevenirlo e come curarlo

bambino con eritema solare sulla schiena

Durante l’estate, giocando all’aria aperta, i bambini passano molto tempo esposti ai raggi solari. Se non sono adeguatamente protetti dalle radiazioni solari, incorrono facilmente in un eritema solare.

L’eritema solare è in pratica un’ustione che, invece di essere causata da un ferro da stiro, da una stufa o da acqua bollente (come purtroppo capita abbastanza spesso ai bambini), è provocata dalla eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti emessi dal sole.

Cos’è l’eritema solare

Per eritema solare si intende la “comune” scottatura che consegue all’esposizione eccessiva al sole (o comunque a qualsiasi fonte di raggi UV, come ad esempio le lampade o i lettini abbronzanti). E’ soprattutto la componente UVB della radiazione solare ad esserne la causa.

Questo tipo di radiazioni possono provocare scottature senza dare nessun senso di bruciore nel momento in cui vengono assorbite dalla pelle; manca quindi il feed-back immediato del danno che si sta verificando e che si manifesterà dopo alcune ore.

Oltre all’eritema, i raggi ultravioletti causano danni invisibili: un’esposizione eccessiva accelera l’invecchiamento della cute e la formazione di rughe ed aumenta l’incidenza dei tumori della pelle.
Le ore in cui è maggiore la concentrazione  di raggi ultravioletti sono quelle fra le 10 del mattino e le 4 di pomeriggio.
La sovraesposizione ai raggi solari è più dannosa nei bambini rispetto a quanto lo sia negli adulti perché lo strato  corneo più superficiale e più protettivo della pelle è più sottile inoltre la produzione di melanina è ridotta rispetto agli adulti.

I bambini più soggetti ad avere tumori della pelle in età adulta sono quelli che hanno pelle chiara, nei o lentiggini, che hanno presentato diversi episodi di eritema solare con formazione di vescicole e che hanno avuto in famiglia altri casi di tumori della pelle.

Quali sono i segni e i sintomi dell’eritema solare

E’ sufficiente un’esposizione al sole senza un’adeguata protezione per un periodo anche molto breve (15-30 minuti ) perché un bimbo possa presentare un eritema solare. Al momento dell’esposizione il bimbo non avverte fastidi, ma ad una distanza di 2-6 ore si presentano arrossamento, gonfiore, dolore e bruciore della pelle o prurito che raggiungono intensità massima nel giro di 24 ore. Nei casi più gravi possono  essere presenti vescicole e, se l’ustione è particolarmente estesa, il bambino può presentare brividi, febbre, debolezza marcata, mal di testa, nausea, vomito e stato confusionale.
Entro 4-7 giorni i segni scompaiono e la zona  ustionata comincia a desquamarsi.

Cosa fare come primo aiuto in caso di eritema

Per attenuare i sintomi,  possono essere  essere utili come prima cosa  un bagno o una doccia con acqua fredda o impacchi freddi  sulla zona ustionata.
In seguito e possibile applicare creme idratanti, gel all’aloe o creme cortisoniche (sentito il parere del pediatra) in base alla intensità dell’eritema.
Far bere spesso il bambino per evitare che si disidrati.
Se presenti febbre o dolore importanti è possibile somministrare paracetamolo o ibuprofene al dosaggio abituale.

Se il pizzicore è molto intenso, sempre su indicazione del pediatra, è possibile somministrare un antistaminico (cetirizina) per via orale. 
Se si sono formate vescicole evitare di romperle  per non facilitare infezioni.

E’ importante ricordare che tutto quello che possiamo fare serve ad alleviare i disturbi ma non possiamo fare nulla per riparare i danni a livello di DNA e alle strutture della pelle che si verificano in caso di eritema importante. Questo dato non deve provocare ansia se i vostri bambini hanno avuto casi di eritema: è capitato a molti di noi. Deve essere preso però come un invito molto serio a fare in modo che non capiti più in futuro adottando idonee misure preventive.

Cosa fare per prevenire l’eritema solare

Più del 50 % dell’esposizione ai raggi UV degli esseri umani nel corso della loro vita avviene durante l’infanzia. Questo dato fa capire immediatamente quanto sia importante proteggere i bambini dal sole e da possibili eritemi per ridurre il rischio a distanza di tumori della pelle.

E’ importante quindi proteggere il vostro bambino dal sole dalla nascita e per tutta l’infanzia.

I bambini sotto i 6 mesi di vita non devono in alcun modo essere esposti ai raggi solari.
Evitate quando possibile di esporre i bambini al sole dalle 10 del mattino alle 4 di pomeriggio; sono le ore in cui i raggi solari sono più dannosi.
Bloccate i raggi solari usando filtri solari scelti ed utilizzati in modo appropriato.
Fate indossare vestiti con caratteristiche specifiche, cappelli tipo legione straniera che proteggono anche la parte posteriore del collo  e occhiali idonei quando i vostri bambini stanno al sole come accade molto spesso durante le vacanze con i genitori o i nonni o nei tanti centri estivi che bambini e ragazzi frequentano alla chiusura delle scuole. 

Quando consultare il pediatra

E’ importante consultare il pediatra:

  • in caso di ustioni estese o con formazione di vescicole;
  • quando il bimbo presenta i sintomi generali  dell’insolazione (debolezza marcata, brividi, febbre, nausea, vomito, segni di disidratazione);
  • quando l’ustione presenta segni di infezione;
  • in generale, quando sia necessario ricorrere a pomate cortisoniche o antistamici per via orale per alleviare il prurito.

Altre fotodermatiti

Non bisogna confondere il “comune” eritema solare con altre eruzione cutanee da ipersensibilità alla radiazione solare (fotodermatiti), come la prurigo attinica, l’orticaria solare e soprattutto la relativamente frequente dermatite polimorfa solare.

Prurigo attinica

Si tratta di una forma molto rara di ipersensibilità alla luce solare, dalla causa non definita, ma certamente di origine genetica, visto che ricorre talora nei membri di una stessa famiglia e che nella maggioranza dei pazienti  è individuabile una specifica alterazione del DNA. Esordisce di solito nell’infanzia o in gioventù, ed è più frequente nei nativi americani. Le parti esposte al sole si infiammano, con intenso prurito e arrossamento, secchezza e spaccature delle labbra, arrossamento delle congiuntive. La pelle si inspessisce e presenta le tipiche lesioni da grattamento.  Non ha cura, e l’unico provvedimento utile è  limitare l’esposizione al sole e proteggere attentamente la cute.

Orticaria solare

Si tratta di una forma rara e  particolare di orticaria innescata dall’esposizione alla luce solare. E’ infrequente nei bambini. Si manifesta entro pochi minuti dall’esposizione al sole con chiazze e pomfi arrossati e pruriginosi, bruciore cutaneo, talora mal di testa, nausea e vomito, febbre e difficoltà respiratoria. Dura da pochi minuti a un giorno, e spontaneamente regredisce. Anche l’orticaria solare può solo essere prevenuta e limitata proteggendosi il più possibile dall’esposizione alla luce, preferibilmente dopo un “fototest” che stabilisca quale lunghezza d’onda della radiazione solare è responsabile dell’eruzione. Poco efficaci i comuni filtri UVB, più utili le creme con filtri colorati, tendine e pellicole per vetri protettive contro la luce visibile, gli antistaminici, i cortisonici e gli antileucotrienici per bocca.

Dermatite polimorfa solare

E’ abbastanza comune, soprattutto nei  fototipi chiari, talora anche nei bambini. Si tratta di un’eruzione cutanea con prurito e bruciore che compare da qualche ora a qualche giorno dopo l’esposizione al sole. Regredisce nel giro di 1, talora 2 settimane, spontaneamente. Può riapparire riesponendosi al sole. Le parti più colpite sono  il collo, le braccia  e il torace, meno frequentemente il viso. L’aspetto varia da piccole papule a vescicole, a placche arrossate: di qui il termine “polimorfa”, che significa “di vario tipo”.
Non c’è cura, se non l’applicazione locale di una crema cortisonica al primo apparire dell’eruzione. La prevenzione consiste nell’accurata protezione dall’esposizione al sole e  in una molto graduale abitudine all’esposizione solare in primavera.

Nel caso abbiate il sospetto che il vostro bambino manifesti segni di fotodermatite in seguito all’esposizione solare, rivolgetevi al vostro pediatra in modo che possa darvi indicazioni di cura e prevenzione.