Puntura di ape, vespa, calabrone
Indice dei contenuti
- Puntura di ape, vespa o calabrone: quali sono i sintomi
- Come riconoscere una puntura di ape, vespa o calabrone
- Cosa fare in caso di puntura di ape, vespa o calabrone
- Quando contattare il medico
- Quando andare in ospedale
- Come curare le punture di ape, vespa o calabrone
- Come prevenire le punture di ape, vespa e calabrone
La puntura di ape, di vespa o di calabrone (insetti detti imenotteri) inietta nella pelle un veleno che solitamente provoca solo problemi locali, ossia nella sede della lesione.
In alcuni casi, tuttavia, sono possibili anche reazioni allergiche locali o generalizzate, che talora possono essere molto gravi, anche se fortunatamente sono molto meno frequenti nei bambini rispetto agli adulti.
Puntura di ape, vespa o calabrone: quali sono i sintomi
Bambini non allergici
Nella sede della puntura si forma immediatamente una chiazza gonfia, rossa, pruriginosa e dolente. Il dolore in genere scompare entro 2 ore, mentre il gonfiore può aumentare ancora per 24 ore.
Nel caso di una puntura di ape, al centro può essere visibile un punto nero, segno che nella pelle è rimasto il pungiglione.
Se la zona interessata è di piccole dimensioni, cioè meno di 10 centimetri di diametro, si tratta di una reazione dovuta all’effetto irritante del veleno, non da allergia. Punture localizzate alla lingua e alla bocca in genere possono provocare problemi di respirazione.
Se le punture sono numerose (soprattutto se dovute a calabrone), si possono avere sintomi generali come vomito, diarrea, mal di testa e febbre: anche in questo caso si si tratta di sintomi dovuti alla grande quantità di veleno iniettato, non ad una reazione allergica.
Bambini allergici
Se la zona interessata dalla puntura è di dimensioni maggiori, cioè supera i 10 cm, allora ci troviamo di fronte ad una reazione allergica, i cui sintomi tenderanno a raggiungere l’apice verso le 48 ore dalla puntura e a regredire non prima di 3-10 giorni.
In alcuni casi poi si sviluppa una reazione allergica generalizzata, cioè estesa anche alle zone e agli organi del corpo non direttamente interessati dalla puntura (anafilassi). In questo caso si potranno avere:
- sintomi a carico della pelle, come orticaria generalizzata, gonfiore e arrossamento diffuso della pelle del viso (angioedema);
- sintomi a carico delle mucose, come gonfiore della lingua, del palato, prurito alla bocca e al palato o alla gola;
- sintomi respiratori, come tosse difficoltà respiratoria, asma e senso di soffocamento;
- sintomi gastrointestinali, come crampi alla pancia, diarrea e vomito;
- sintomi cardiocircolatori, come abbassamento della pressione fino al collasso e alla perdita di coscienza (shock anafilattico).
Come riconoscere una puntura di ape, vespa o calabrone
In genere la diagnosi di puntura da imenottero viene fatta dal bambino stesso o dai genitori, che hanno assistito alla scena della puntura. Se ciò non è avvenuto e il bambino è piccolo o non sa spiegarsi, si deve sospettare la puntura in caso di gonfiore doloroso localizzato ad una parte di cute esposta.
Tipico è il caso del piccolino che cammina a piedi nudi o scalzo sull’erba e improvvisamente si mette a piangere: ispezionando il piedino, è possibile notare la tumefazione e l’arrossamento localizzato, talora con il tipico punto nero centrale rappresentato dal pungiglione nel caso della puntura di ape.
Molto importante è stabilire se si tratta solo di una reazione locale al veleno oppure di una reazione locale o generalizzata di tipo allergico.
In particolare, si dovrà sospettare una reazione allergica se:
le dimensioni della puntura superano i 10 cm di diametro;
- la durata del gonfiore e dell’arrossamento supera le 24-48 ore;
- nelle ore successive alla puntura compaiono sintomi generali (solo cutanei o anche di altro tipo).
In questi casi, bisognerà contattare il pediatra, per valutare ed eventualmente trattare il bambino, e per valutare l’opportunità di eseguire test allergici.
Importante anche, per l’esecuzione corretta dei test, riuscire ad identificare il tipo di imenottero responsabile della puntura. In tal senso può essere utile una foto dell’insetto responsabile (nel caso dell’ape è più semplice perché l’ape muore dopo la puntura) o il confronto con le immagini di insetti disponibili in rete.
Cosa fare in caso di puntura di ape, vespa o calabrone
- Togliete l’eventuale pungiglione grattandolo via con un coltellino o una carta di credito; se ne rimane solo un piccolo frammento, usate una pinzetta o un ago sterile come per togliere una scheggia. Non schiacciate la pelle intorno al pungiglione per farlo schizzare fuori: favorireste solo l’entrata in circolo del veleno!
- Applicate del ghiaccio sulla puntura.
- Tenete il bambino sotto osservazione nelle 12 ore successive alla puntura, in modo da individuare eventuali sintomi generali.
Quando contattare il medico
Consultate immediatamente il medico se:
- ci sono molte punture, soprattutto se da calabrone;
- il bambino è stato punto in bocca.
Consultate successivamente il medico se:
- non riuscite a togliere il pungiglione;
- il gonfiore continua ad aumentare dopo 24 ore;
- il dolore persiste oltre le 2 ore;
- il gonfiore ha un’estensione oltre i 10 cm intorno alla puntura.
Quando andare in ospedale
Portate immediatamente il bambino al Pronto Soccorso più vicino se:
- il bambino ha avuto precedentemente una grave reazione allergica alla puntura da imenottero (e nel frattempo, prendete anche tutti gli altri provvedimenti del caso);
- compaiono sintomi generali di allergia.
Come curare le punture di ape, vespa o calabrone
In caso di sintomi generali, il pediatra valuterà se è necessario somministrare una terapia farmacologica con antistaminici e/o cortisonici per bocca.
Su indicazione dell’allergologo e dopo esecuzione degli approfondimenti diagnostici (che in genere vengono effettuati nei bambini che abbiano già avuto in passato, a seguito di una puntura di imenottero, reazioni allergiche gravi o comunque generali con sintomi non solo cutanei) verrà raccomandato di:
- dotarsi di un autoiniettore con adrenalina, che va portato sempre con sé e autosomministrato in caso di nuova puntura da imenottero;
- effettuare un vaccino desensibilizzante mediante iniezioni sottocute, che verranno eseguite presso il centro specialistico ospedaliero.
Come prevenire le punture di ape, vespa e calabrone
I repellenti non funzionano con questo tipo di insetti, pertanto:
- attenzione a frutteti in fiore e campi di trifoglio;
- non lasciate camminare il bambino a piedi nudi sul prato;
- dopo aver aerato l’ambiente, controllate accuratamente la camera e le lenzuola del bambino;
- insegnate al bambino a riconoscere i nidi di api, vespe e calabroni;
- attenzione ai profumi, alle bibite dolci, alla frutta, al miele e alle marmellate: attirano le vespe!