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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
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Allergia al grano: sintomi, diagnosi e cura

spighe di grano

L’allergia al grano è una delle più frequenti allergie nel bambino. Come per qualsiasi allergia alimentare (alle proteine del latte, all’uovo, alla soia ecc.), nel caso dell’allergia al grano il sistema immunitario del soggetto allergico produce dei particolari anticorpi (detti IgE) rivolti contro una o più componenti del grano (compreso il glutine, ma non solo questo; si conoscono una ventina di componenti allergeniche) introdotte con gli alimenti. Ogni volta che il soggetto assume il grano, pertanto, questi anticorpi entrano in azione, riconoscendo e attaccando le proteine in questione e attivando così la liberazione di una serie di sostanze (tra cui in particolare l’istamina) responsabili dei sintomi allergici. Rarissime, soprattutto in età pediatrica, le forme allergiche non IgE mediate, come l’esofagite e la gastrite eosinofila.

I sintomi dell’allergia al grano

Nell’allergia al grano il danno si verifica solo quando avviene il contatto tra grano e sistema immunitario (a differenza della celiachia, in cui il danneggiamento della mucosa intestinale è un effetto dell’infiammazione provocata col tempo dalla reazione tra sistema immunitario e glutine).

Contatto per inalazione e per via cutanea

Esistono casi molto rari in cui il contatto avviene per inalazione della farina di frumento (condizione solitamente riguardante i panettieri e che si manifesta di solito con sintomi respiratori) o per contatto con le proteine del frumento per via cutanea (da contatto con shampoo e cosmetici contenenti grano, in tal caso il sintomo è l’orticaria).

Contatto per via gastrointestinale

Nella stragrande maggioranza dei casi il contatto avviene per via gastrointestinale, cioè per ingestione di alimenti contenenti frumento. E’ questa la forma tipica del bambino (di qualsiasi età).

I sintomi non sono prevalentemente gastrointestinali o conseguenti al danno a carico della mucosa intestinale (come nella celiachia), ma possono riguardare anche la cute o l’apparato respiratorio o cardiocircolatorio, e, così come rapidamente appaiono (spesso entro pochi minuti, fino a 2 ore dall’ingestione), regrediscono in breve tempo quando tale contatto viene interrotto. I sintomi prevalenti sono:

  • nausea;
  • vomito;
  • diarrea;
  • bruciore, prurito e arrossamento delle mucose delle labbra, della bocca e della gola;
  • eruzione cutanea con pomfi pruriginosi (orticaria);
  • congestione nasale con naso chiuso e rinorrea liquida;
  • prurito oculare;
  • difficoltà respiratoria.

L’intensità dei sintomi può variare da lieve a molto seria, fino allo shock anafilattico.

Anafilassi indotta dall’esercizio fisico

Esiste anche una forma, che esordisce di solito  nell’adolescenza o in età adulta, in cui i sintomi dell’allergia, talora gravi, compaiono in soggetti allergici al grano, ma solo se all’ingestione dell’alimento contenente frumento segue (a distanza variabile da pochi minuti a qualche ora) un esercizio fisico (anche qui di intensità e durata variabile): è nota come “Anafilassi grano dipendente indotta dall’esercizio fisico” e la sua causa non è ancora stata individuata.

Come diagnosticare l’allergia al grano

La diagnosi è facilmente sospettabile in base ai sintomi e soprattutto alla loro relazione con l’esposizione all’alimento. Viene confermata dalla ricerca nel sangue delle IgE specificamente rivolte verso il grano e le sue componenti allergeniche (RAST e Immunocap) o dal Prick test, che consiste nell’applicazione sulla pelle del soggetto di una goccia contenente l’allergene ricercato (nel nostro caso il grano) e nel praticare una piccola e superficiale puntura della pelle, tramite cui il sistema immunitario del soggetto viene a contatto con l’allergene stesso, determinando, in caso di positività, la comparsa di un pomfo. Nei casi dubbi, l’allergologo potrà eseguire un test di provocazione orale (challenge), cioè una prova di introduzione dell’alimento, osservando ed eventualmente gestendo in ambiente protetto e sicuro la comparsa o meno di sintomi di allergia.

Come si cura l’allergia al grano: alimenti permessi ed alimenti vietati

La terapia consiste nell’eliminazione del grano dalla dieta. 

Sono vietati tutti i tipi di grano: grano tenero, grano duro, spelta e farro, compresi i cosiddetti grani antichi quali Khorasan (o kamut®) o enkir.

L’allergia al grano non comporta necessariamente l’allergia anche ad altri cereali, che invece sono nocivi nella celiachia, come segale e orzo. Nel 20% dei casi possono risultare positivi i test anche per questi e, meno frequentemente altri cereali, spesso peraltro senza che la loro assunzione comporti la comparsa di sintomi.  In ogni modo, sarà l’allergologo a stabilire caso per caso se è opportuna anche la loro eliminazione dalla dieta

Sono invece sicuramente permessi:  riso, avena, mais, miglio e sorgo, oltre ai cosiddetti “pseudo-cereali” quali grano saraceno, quinoa e amaranto.

In circa il 70% dei casi l’allergia regredisce entro la pubertà (a differenza della celiachia): in questi casi, l’eliminazione del grano dalla dieta non sarà più necessaria.

Nei casi di anafilassi grano dipendente indotta da esercizio fisico, è opportuno evitare di svolgere uno sforzo fisico intenso nelle 4-5 ore successive all’ingestione dell’alimento contenente il grano.

Cosa fare in caso di esposizione accidentale al grano

Bisognerà essere istruiti dal pediatra su cosa fare in caso di esposizione accidentale al grano: poiché infatti la comparsa dei sintomi può essere immediata o entro pochi minuti, il pediatra darà indicazioni sulla somministrazione immediata o ai primi sintomi di un farmaco antistaminico e/o cortisonico per bocca, o, soprattutto nel caso in cui l’esposizione al grano abbia provocato o si ritenga possa provocare una reazione allergica violenta e pericolosa, di adrenalina per iniezione intramuscolare tramite un dispositivo a somministrazione assistita tipo Faskjekt®.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.