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Mollusco contagioso: come riconoscerlo, come curarlo

bambina appoggiata al bordo della piscina con cuffietka rosa

Cos’è il mollusco contagioso

Il mollusco contagioso è una infezione della pelle dovuta ad un virus, appartenente alla famiglia dei Poxvirus, che di solito è presente in ambienti umidi quali i bordi delle piscine, gli spogliatoi, le docce, la sabbia: di conseguenza il rischio di contrarre la malattia è maggiore in estate o quando si frequenta la piscina.

E’ una infezione piuttosto comune, che colpisce in particolare i bambini (5-10% dei bambini fino a 16 anni), soprattutto nei primi 4 anni di età.

I molluschi, che appartengono alla famiglia delle verruche, sono però più contagiosi di queste e sono in grado di diffondersi rapidamente a varie parti del corpo come gli arti, sia superiori che inferiori, il volto, il tronco e spesso anche i genitali. Il contagio avviene per contatto fisico diretto, o per contatto con oggetti contaminati (es. vestiti, asciugamani, costumi da bagno, spugne da bagno, giocattoli). Non è sufficiente la semplice vicinanza a trasmettere il virus (ad esempio attraverso tosse o starnuti).  Un volta guarite le lesioni, non vi è più il rischio di contagio: a differenza del herpes virus, il mollusco contagioso non è dormiente (non resta annidato nell’organismo per poi tornare a svegliarsi in un momento successivo). E’ però possibile contrarre nuovamente l’infezione.

I sintomi del mollusco contagioso

I molluschi contagiosi appaiono come rigonfiamenti mollicci che hanno l’aspetto di una pallina di colore rosa chiaro o biancastro, con un buchino situato al centro di una piccola formazione concava, posta sulla loro sommità (questo aspetto particolare viene anche chiamato ombelicatura). Hanno diametro variabile da 2 a 5 millimetri. Se si spreme la lesione si verifica una fuoriuscita, dal minuscolo buco, di secrezioni biancastre che ricordano il sebo, molto infettive perché ricche di virus. Il mollusco contagioso, a differenza delle verruche, non è doloroso.

Fonte: Evan Herk, NL (Creative Common Attribution https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Molluscaklein.jpg)

Cosa fare

  • Durante il giorno mantenete le lesioni pulite e protette o con gli abiti o con un cerotto (se in piscina, utilizzate cerotti impermeabili): in questo modo proteggerete la pelle interessata dalla lesione ed eviterete di diffondere il mollusco per contatto. Durante la notte, quando non vi è il rischio di contatto con altre persone, lasciate il più possibile respirare la pelle del bambino, togliendo gli eventuali cerotti.
  • Fate utilizzare al bambino asciugamani e lenzuola personali, che nessun altro in famiglia dovrà utilizzare, e lavateli con frequenza.
  • Lavategli spesso le mani con un sapone liquido.

Cosa non fare

  • Per limitare la diffusione delle lesioni (autoinoculazione), occorre stare attenti che il bambino affetto da mollusco contagioso non si gratti dopo aver toccato le manifestazioni cutanee: istruite il bambino a che non si tocchi o si gratti e tenete le unghie del bambino corte e pulite. Dopo il bagno o la doccia, è bene asciugare la parte interessata dai molluschi per ultima, in modo da evitare di diffondere il virus ad altre parti del corpo.
  • Evitate di cercare di asportare voi stessi le lesioni, o di far fuoriuscire il liquido: in questo modo favorireste la diffusione delle lesioni ed esporreste il vostro bambini al rischio di infezioni cutanee e di cicatrici.
  • Evitate se possibile che il bambino frequenti la piscina (a meno che non sia possibile coprire tutte le lesioni con cerotti impermeabili) o che faccia sport di squadra nei quali sia possibile il contatto con gli altri bambini.
  • Non fate utilizzare ad altri gli indumenti, la biancheria di casa o gli oggetti personali del bambino.

Come si cura

La maggior parte dei molluschi contagiosi va incontro ad una risoluzione spontanea, senza lasciare cicatrici, in un periodo però piuttosto lungo (da pochi mesi fino anche a 2 anni). D’altra parte, l’efficacia dei vari trattamenti proposti per il mollusco contagioso è spesso controversa, e non infrequenti gli effetti indesiderati (dolore, irritazione locale, ecc.). La decisione di ricorrere o meno al trattamento verrà quindi presa dal pediatra o dal dermatologo caso per caso in relazione al grado di diffusione e al disagio, prevalentemente estetico, causato dalle lesioni.

Terapie fisiche

Sono trattamenti condotti dal pediatra o più spesso dal dermatologo. Spesso sono necessarie più sedute in quanto per un certo periodo, che può durare mesi, altri molluschi fanno la loro comparsa. Sono possibili inoltre le recidive nello stesso punto.

Le lesioni vengono solitamente asportate mediante  curettage (cioè attraverso raschiamento con uno speciale cucchiaio dai bordi taglienti, previa applicazione di un anestetico locale),  crioterapia con azoto liquido (una tecnica attraverso la quale il rigonfiamento molle viene congelato, per poi seccarsi e staccarsi spontaneamente) o alla laser terapia (che sfrutta l’alta temperatura prodotta dalla luce ad alta intensità del laser).

Terapie chimiche

Consistono nell’applicazione, con varia modalità e frequenza a seconda del tipo di sostanza, di sostanze chimiche con azione distruttiva (Fenolo, Acido tricloroacetico) o irritativa (quali Cantaridina, Idrossido di potassio, Benzoilperossido, Acido Salicilico, Acido Retinoico, Tintura di iodio, Tea tree oil). In alcuni casi la terapia può essere effettuata a domicilio da parte dei genitori, in altri sono necessarie sedute di applicazione da parte del dermatologo. Le evidenze scientifiche di efficacia sono limitate, e possibili gli effetti collaterali (soprattutto prurito e infiammazione nella sede di applicazione).

Immunoterapia locale e per bocca

Applicati direttamente sulle lesioni, o somministrati per bocca, i prodotti immunostimolanti si propongono di potenziare la risposta immunitaria al virus, ma la loro efficacia è scarsa.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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