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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Stipsi (stitichezza)

bambino con dolore alla pancia

Cos’è la stipsi

Normalmente i bambini scaricano senza difficoltà feci di consistenza abbastanza morbida, almeno una volta ogni 1-2 giorni.
Il numero della scariche dipende dall’età, dall’alimentazione (nei primi mesi il bambino allattato al seno può scaricarsi anche ad ogni pasto), ma anche da molti altri fattori comportamentali, relazionali relativi alla famiglia e all’ambiente in cui si vive.

Raramente la stitichezza è una malattia “organica”, ossia una vera e propria malattia dell’intestino: in questi casi la stipsi, severa, è già presente dalla nascita, è associata a vomito ripetuto, ad un addome molto gonfio, a disturbi della crescita. Solo in questi casi sono necessari esami specifici.

Si parla di stipsi quando vengono eliminate, con fatica e dolore, feci dure (caprine, cioè a “palline”), spesso meno di 2 volte alla settimana.

La stipsi “occasionale” è un’evenienza molto frequente, e non causa problemi.

La stipsi “cronica”, che persiste nel tempo, colpisce circa il 3% dei bambini; anche se non è una condizione pericolosa per la salute (non è responsabile di intossicazioni da assorbimento di tossine, né di malattie dell’intestino), crea comunque un disagio, che può compromettere la qualità di vita del bambino.

Le cause

Di solito la stitichezza è un disturbo “funzionale”, legato al tipo di alimentazione, a problemi comportamentali, ad un mancato coordinamento tra i meccanismi di contrazione dell’addome e di rilasciamento dell’ano.

Il lattante può presentare stipsi, ad esempio, se passa dal latte materno (ricco di zuccheri, che non vengono assimilatati e che favoriscono l’emissione di feci cremose, più volte al giorno) ad un latte artificiale (che non ha le stesse caratteristiche).

Anche una dieta troppo povera di fibre (quindi di cereali, frutta, verdura) può essere un fattore favorente la stipsi, perché le fibre portano alla formazione di una massa fecale morbida, e stimolano i movimenti dell’intestino accelerando la velocità di transito.

La fase di passaggio dal pannolino al vasino può essere un elemento scatenante, in quanto il bambino reagisce al cambiamento di abitudini trattenendo le feci.

Nei bambini più grandi, l’inserimento a scuola può favorire l’insorgere della stipsi, in quanto il bambino viene a trovarsi in un ambiente diverso, senza privacy, con differenti orari, dove deve talvolta imparare a sopprimere lo stimolo.

Anche una vita sedentaria (uso eccessivo di videogiochi, computer, TV, poca attività fisica) può rendere l’intestino pigro.

Indipendentemente dal fattore che ha dato inizio al problema, questo tende spesso ad automantenersi, in quanto le feci dure, difficoltose e spesso dolorose da evacuare, determinano un aumento del tono dello sfintere anale (il muscolo che chiude l’ano), e anche una resistenza volontaria psicologica del bambino a scaricarsi, innescando un circolo vizioso trattengo-feci dure-dolore-trattengo che tende a perpetuare il disturbo.

I sintomi della stipsi

Il bambino stitico spinge senza risultato o eliminando solo una scarsa quantità di feci; le feci che si accumulano possono formare una massa ristagnante, voluminosa e dura, detta fecaloma. La sua eliminazione può comportare una lesione della mucosa anale, che, per lo sforzo può fissurarsi (questi taglietti profondi, spesso sanguinanti, estremamente dolorosi, sono detti ragadi).
Per paura di soffrire il bambino impara a trattenere le feci (invece di spingere con i muscoli dell’addome e rilasciare l’ano, contrae i glutei e distende il dorso e il collo); si instaura così un circolo vizioso: ritenzione-feci dure-dolore.

Cosa fare in caso di stipsi

Non esiste un’unica terapia che risolva il problema cronico della stipsi: solo il pediatra che conosce la storia clinica del bambino può fornire i rimedi più adeguati.

Il successo terapeutico è legato alla collaborazione tra famiglia e pediatra, e alla costanza nel tempo. Il trattamento, infatti, non può limitarsi ad ottenere feci più morbide, ma deve soprattutto perseguire lo scopo di “far dimenticare” al bambino e al suo sfintere il circolo vizioso che è alla base della stipsi. Per questo il trattamento, oltre che utilizzare vari strumenti, deve essere prolungato nel tempo, anche per mesi.

Fortunatamente sono ora disponibili farmaci “ammorbidenti delle feci” (macrogol) che non producono assuefazione o effetti collaterali come irritazione della mucosa intestinale o meteorismo (accumulo di gas nell’intestino) o mal di pancia, e possono quindi essere utilizzati per lunghi periodi e anche nei bambini di pochi mesi, soppiantando oramai stabilmente l’uso dei vecchi farmaci lassativi

Consigli per i bambini da 0 a 2 anni

1.Se le feci sono di consistenza normale, ma eliminate dal bambino con difficoltà, o con crisi di pianto, la mamma può aiutare il piccolo mettendolo supino (a pancia in su), e sollevandogli le gambine (per aumentare la pressione a livello addominale).

2.Se invece le feci sono cronicamente dure, può essere utile:

  • modificare l’alimentazione (ad esempio sostituire il latte artificiale con un prodotto più lassativo, e/o arricchire la dieta con cibi ricchi di fibre);
  • se non si ottiene beneficio, somministrare su indicazione del pediatra farmaci “ammorbidenti delle feci”;
  • per risolvere un problema acuto, quando il bambino non riesce a scaricarsi completamente da oltre 48-72 ore, intervenire con:
    • microclisma o supposta di glicerina (nei casi più lievi);
    • clistere con 100 ml di soluzione fisiologica tiepida (nei casi più ostinati); sono rimedi efficaci nel risolvere un ristagno di feci dure ed occludenti, ma che non aiutano il bambino a scaricarsi da solo regolarmente.

Consigli per i bambini da 2 a 3 anni

1. Insegnare al bambino a scaricarsi nel vasino.

  • Il vasino va proposto intorno ai 2 anni: bisogna insegnare al piccolo a riconoscere lo stimolo (più frequente dopo i pasti, per l’aumentare dei movimenti intestinali), spingere con la pancia e rilasciare l’ano.
  • E’ consigliabile, in un ambiente tranquillo, invitare il bambino a sedersi correttamente sul vasino (piedi ben appoggiati a terra, ginocchia più alte del sederino, gambe divaricate) preferibilmente dopo il pasto, per non più di 5-10 minuti.
  • Se è possibile rilassarlo raccontandogli una favola (ci sono anche libri per bambini che parlano del vasino), complimentarsi con lui se riesce a scaricarsi.
  • Se rifiuta l’uso del vasino, ma è senza pannolino perché riesce a controllare la pipì, è possibile, per un certo periodo di tempo, riapplicarlo quando mostra di essere pronto per scaricarsi (per evitare che trattenga le feci, peggiorando la situazione).
  • E’ controproducente essere troppo impositivi, fargli fretta, farlo sedere sul water (anche se con il riduttore, perché il bambino, non appoggiando a terra i piedi, trova una maggiore difficoltà a spingere), costringerlo a rimanere seduto per lungo tempo, mortificarlo se il tentativo fallisce, manifestare disgusto alla vista delle feci.

2. Modificare l’alimentazione (arricchire la dieta con cereali integrali, verdura, frutta, legumi).

3. Se non si ottiene beneficio, somministrare su indicazione del pediatra farmaci “ammorbidenti delle feci”;

4. Per risolvere un problema acuto, quando il bambino non riesce a scaricarsi completamente da oltre 48-72 ore, intervenire con:

  • microclisma o supposta di glicerina (nei casi più lievi);
  • clistere con sondino rettale di circa 100 ml di soluzione fisiologica tiepida (nei casi più ostinati); sono rimedi efficaci nel risolvere un ristagno di feci dure ed occludenti, ma che non aiutano il bambino a scaricarsi da solo regolarmente.

Consigli per i bambini oltre i tre anni

1. Verificare che l’alimentazione sia sufficientemente ricca di fibre. In caso non lo fosse, educare il bambino con pazienza ma con fermezza, nel rispetto dei suoi gusti, ad una alimentazione corretta, indispensabile per una stato generale di buona salute anche in futuro.

La quantità minima di fibre raccomandata in un giorno è uguale agli anni + 5 (ad esempio un bambino di 5 anni dovrebbe introdurre 10 gr. di fibre al giorno, un ragazzo di 12 anni 17 gr., fino ad arrivare a 25-35 gr., che rappresentano la dose consigliata negli adulti).

Gli alimenti a più alto contenuto di fibre sono i cereali integrali, la frutta, la verdura e i legumi.

Contenuto in fibre per 100 gr. di prodotto:

  • cereali integrali (pasta, riso, farine, e i prodotti derivati): circa 6 gr.
  • frutta fresca (i frutti più ricchi di fibre sono pere, mele con la buccia, kiwi): circa 2-3 gr.
  • frutta secca (i frutti secchi più ricchi di fibre sono fichi, mandorle, datteri, prugne): circa 8-13 gr.
  • verdura (gli ortaggi più ricchi sono carciofi, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, fagiolini, melanzane, spinaci): circa 2-8 gr.
  • legumi secchi (i più ricchi in fibre sono fagioli, lenticchie e ceci): circa 13-16 gr.

2. Favorire un’adeguata attività fisica, modificando stili di vita troppo sedentari.

3. Se non si ottiene beneficio, rivolgersi al pediatra che, in base al tipo di stipsi, potrà prescrivere farmaci “ammorbidenti delle feci”;

4. Per risolvere un problema acuto, quando il bambino non riesce a scaricarsi completamente da oltre 48-72 ore, intervenire con:

  • microclisma o supposta di glicerina (nei casi più lievi);
  • clistere con sondino rettale di 200 ml di acqua e olio di vaselina o fosfati (anche ripetibili dopo alcune ore nei casi più ostinati); sono rimedi invasivi e spesso non ben accettati, efficaci nel risolvere un ristagno di feci dure ed occludenti, ma che non aiutano il bambino/ragazzo a scaricarsi da solo regolarmente.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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