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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
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Vitamina K: perché è importante per il neonato

stetoscopio con sotto la scritta "vitamina k"

In tutti gli ospedali italiani, subito dopo la nascita, viene pratica ai neonati una iniezione intramuscolare di vitamina K.

In assenza di un protocollo nazionale, per anni è stato consigliata alle madri che allattano esclusivamente al seno, come ulteriore misura preventiva, la prosecuzione della profilassi a domicilio mediante la somministrazione di gocce a partire dal quindicesimo giorno di vita fino ai 3 mesi compiuti: il latte materno infatti, a differenza di quello artificiale, non contiene vitamina K. Negli ultimi anni però la prosecuzione della profilassi per via orale è stata abbandonata dalla maggior parte dei punti nascita, ritenendo come sufficiente  la profilassi intramuscolare effettuata alla nascita.

A cosa serve la Vitamina K

La vitamina K è essenziale per il corretto funzionamento di alcuni fattori della coagulazione (detti  vitamina K-dipendenti). La carenza di vitamina K nel periodo neonatale e nel secondo-terzo mese di vita può comportare un rischio di emorragie gravi e qualche volta fatali. Fino a qualche anno fa questa situazione veniva chiamata malattia  emorragica del neonato (MEN) ora si preferisce usare la definizione Vitamin K Deficiency Bleeding (VKDB), ovvero sanguinamento da deficit di vitamina K.

La vitamina K ha un passaggio placentare molto scarso e questo determina la presenza di bassi livelli nel sangue del neonato alla nascita; la produzione autonoma di questa vitamina  avviene a livello intestinale solo in presenza della flora batterica intestinale, ma l’intestino del neonato alla nascita è sterile.

Ecco perché si rende necessaria la somministrazione neonatale di vitamina K.

Il sanguinamento da deficit di vitamina K

Il deficit di vitamina K può causare sanguinamento nei bambini nei primi 3 mesi di vita.

La malattia è distinta convenzionalmente in tre forme:

  • precoce che si presenta nelle prime 24 ore di vita e quasi esclusivamente in madri che assumono farmaci che inibiscono la produzione di Vitamina K: anticonvulsivanti (carbamazepina, fenitoina, barbiturici), antitubercolinici (isoniazide e rifampicina), antibiotici, antagonisti della vitamina K (coumarin e warfarin). Questa forma può provocare cefalo-ematoma ed emorragie intracraniche e addominali. Non è prevenibile con la somministrazione di vitamina K al neonato, ma solo mediante supplementazione alla madre nei giorni prima del parto;
  • classica che si manifesta entro 24 ore – 7 giorni di vita ed è associata a ritardata o inadeguata alimentazione del neonato. Si tratta di una forma più lieve in grado di determinare ematomi, maggiore sanguinamento dei punti di prelievo o a livello ombelicale o sanguinamento gastrointestinale;
  • tardiva che si presenta tra la seconda settimana e i 6 mesi di vita in bambini allattati esclusivamente al seno e spesso portatori di problemi di stasi non noti a livello delle vie biliari. È in genere gravissima, con mortalità del 20%; l’emorragia intracranica è riscontrata nel 50% circa dei casi.
    La profilassi neonatale con una singola dose di 1 mg di  vitamina K  intramuscolo alla nascita, effettuata dal 1961, è risultata molto efficace nel prevenire la forma tardiva.