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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Perché la musica aiuta lo sviluppo del linguaggio

Musica e linguaggio hanno molti aspetti in comune. Entrambi vengono ascoltati attraverso l’udito ed espressi attraverso il suono, possono formare illimitatamente sequenze sempre differenti, sono raffigurati attraverso una rappresentazione scritta costituita da simboli grafici, presentano una sintassi interna (cioè delle regole che governano il modo in cui i vari singoli elementi si combinano per dare un significato comprensibile) e trasmettono messaggi.

Inoltre sia la musica, sia il linguaggio hanno un quadro melodico caratterizzato da elementi come il ritmo, la durata, l’accento.

Effetti positivi della musica sul linguaggio

Nel bambino, la musica aiuta e stimola in molti modi l’apprendimento del linguaggio, come dimostrato da numerosi studi scientifici.

Musica (e parole) in gravidanza per l’imprinting linguistico

L’apprendimento del bambino inizia già nel periodo fetale e l’udito è il primo senso a svilupparsi, raggiungendo la maturazione completa già dal quarto mese e mezzo di gravidanza. Il feto quindi è in grado di sentire e riconoscere la voce della mamma dal 5°/6° mese di gravidanze e di udire, filtrati e trasmessi dal liquido amniotico e sotto forma di vibrazioni tattili e sonore, i suoni esterni. Numerose ricerche dimostrano che l’ascolto della musica da parte della madre genera nel feto cambiamenti fisici (modifiche della frequenza cardiaca e movimenti del corpo) e produzione di endorfine (che hanno l’effetto di attenuare il dolore e aumentare il benessere). Altri studi hanno evidenziato che il feto è già in grado non solo di distinguere la voce della propria mamma (e di preferirla poi dopo la nascita a qualsiasi altra voce femminile)  ma anche di percepire la prosodia, cioè il ritmo, l’accentazione e l’intonazione del linguaggio materno, proprio come una melodia.

Il bambino alla nascita avrà perciò un “imprinting” musicale (e conseguentemente linguistico) che deriverà dall’ascolto della musica e del linguaggio materno nel periodo pre-natale. Questo imprinting è fondamentale per attivare le prima importantissima modalità di comunicazione del neonato, il pianto, e  per le fasi successive di sviluppo del linguaggio che, attraverso il cosiddetto “tubare” e ai suoni gutturali del 2/3 mesi, porteranno il bambino a pronunciare le prime sillabe.

Senso del ritmo per riconoscere i suoni della lingua parlata

Esiste un forte collegamento tra capacità di linguaggio, senso del ritmo e musica, così come tra la capacità di tenere il ritmo e quella di riconoscere e decodificare i suoni della lingua parlata: un esperimento ha ad esempio dimostrato che i bambini che sono più bravi nel mantenere un ritmo sono anche quelli che pronunciano meglio le sillabe.

Di qui l’importanza che gli studiosi attribuiscono all’istruzione musicale, e in particolare al ritmo, per favorire l’efficienza del sistema uditivo e rinforzare quell’associazione suono-significato così importante per l’apprendimento in genere e per la lettura in particolare.

Canzoni per apprendere

Le canzoni in particolare favoriscono l’apprendimento e la capacità di lettura perché sfruttano la motivazione intrinseca del bambino (cioè la motivazione all’apprendimento che scaturisce dal bambino stesso, dal suo piacere e dalla sua curiosità). Inoltre gli studi di neuroimaging (risonanza magnetica cerebrale) evidenziano che le canzoni, esponendo il cervello contemporaneamente alla musica e alle parole, attivano e coinvolgono contemporaneamente e in modo integrato diverse aree cerebrali sia dell’emisfero destro (che controlla l’udito e la capacità di apprezzare la musica) che dell’emisfero sinistro (che, nella maggior parte delle persone, controlla le funzioni del linguaggio).

Musica per aiutare a curare i disturbi del linguaggio

In genere, i bambini con difficoltà nel linguaggio hanno difficoltà anche con la sintassi musicale: ciò è giustificato dal fatto che le funzioni di elaborazione delle strutture sintattiche musicali e linguistiche seguirebbero percorsi almeno in parte coincidenti. Su queste basi, si ritiene che l’apprendimento musicale possa servire anche ad aiutare a curare i disturbi del linguaggio, come la dislessia.

Musica per favorire la memorizzazione e la comprensione del testo

E’ evidente a tutti come un testo accompagnato da musica rimanga più impresso nella memoria rispetto ad un testo in prosa e come i bambini stessi dimostrino di apprendere un testo molto più facilmente se espresso musicalmente. Ciò è dovuto al fatto che la musica ha un impatto emotivo molto più marcato, attivando così quel meccanismo fondamentale dell’apprendimento che è la motivazione intrinseca del bambino. Ciò ha una corrispondenza nel fatto che le aree cerebrali deputate alla musica sono vicine a quelle del linguaggio, e, pur essendone distinte, tuttavia attivano vie in parte comuni e che interagiscono tra loro.

Un’altra evidenza è che i testi e le melodie imparati nell’infanzia poi rimangono impressi in modo permanente nella propria memoria. La musica sembra implicata in modo particolare nella memoria a lungo termine e in  quella episodica; infatti la musica risulta estremamente valida nel recupero di ricordi, consci e inconsci, riportando al presente il momento stesso nel quale è stata appresa quella melodia.

Per quanto riguarda i bambini in particolare, per la memorizzazione del linguaggio si è rivelato molto efficace utilizzare canti e filastrocche poiché, soprattutto grazie al fatto di  presentare una segmentazione più evidente rispetto ad un testo in prosa,  permettono di ridurre la complessità e difficoltà sintattiche e fonetiche del testo da memorizzare. Raccontare storie, fiabe e poesie in musica facilita l’apprendimento di nuovi vocaboli e la comprensione del testo. Sonorizzare un testo, anche con l’aiuto di strumenti e materiali adeguati, permette anche di interagire creativamente con esso, selezionandone e sottolinenandone le parti più importanti.

Musica per apprendere attraverso i gesti del corpo

La sonorizzazione di un testo è inoltre un mezzo per associare al testo stesso un’altra componente fondamentale per l’apprendimento del linguaggio in particolare, che è il movimento corporeo. Un testo musicale infatti permette di associare ad un vocabolo o ad una frase un particolare gesto corporeo. I testi utilizzati devono essere semplici, con varie ripetizioni e le frasi essenziali e concrete per permettere una migliore comprensione ma soprattutto memorizzazione. Questi giochi/esercizi in realtà non sono altro che riedizioni di giochi tradizionali popolari: basti pensare alla canzone “Giro giro tondo, casca il mondo …”. Essi vengono  utilizzati frequentemente nelle comunità infantili,  perché portano i bambini ad ascoltarsi l’uno con l’altro, promuovono l’attenzione alla corretta pronuncia dei vocaboli, facilitano l’acquisizione di nuovi vocaboli e di nuove frasi da inserire nel dialogo comune e, inoltre, favoriscono un linguaggio più sciolto e scorrevole.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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