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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Asma bronchiale nel bambino: come riconoscerla, come curarla

bambino utilizza distanziatore per asma

Capita spesso, soprattutto nei primi anni di vita, che i genitori chiedano una visita per una tosse secca persistente, accompagnata o meno da febbre. A seconda dei casi, il pediatra diagnosticherà che il bambino ha un broncospasmo (ovvero una contrazione della parete dei bronchi che, riducendone il calibro, rende più difficile il passaggio dell’aria al loro interno), un respiro sibilante o ancora che il bambino ha una bronchiolite (una infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio) o una bronchite asmatiforme.

Ciò non significa che ci si trovi necessariamente in presenza di sintomi di asma bronchiale.

La maggior parte di questi bambini ha semplicemente una ipereattività bronchiale, cioè una predisposizione dei bronchi, favorita anche dal loro piccolo diametro, a chiudersi a causa  di infezioni virali o batteriche o di fattori ambientali come il fumo passivo e le polveri sottili presenti nelle aree inquinate.

Sotto i 5 anni, il 40-50 % dei bambini presenta un respiro sibilante quando è affetto da patologie delle vie respiratorie. Fortunatamente, la maggior parte di questi bambini è destinata, con la crescita, a non presentare più respiro con sibilo.

Prima dei 5 anni quindi non bisognerebbe parlare di asma in occasione di patologie respiratorie con broncospasmo.

Quando gli episodi di ostruzione bronchiale continuano o iniziano dopo i 5 anni di età e compaiono anche al di fuori di forme da raffreddamento, ad esempio durante uno sforzo o se si soggiorna in ambienti polverosi, si può cominciare a pensare di trovarsi di fronte ad una vera asma bronchiale.

Cos’è l’asma bronchiale

L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi, caratterizzata da tosse secca, respiro sibilante e a volte da affanno respiratorio.
Si tratta di malattia multifattoriale dipendente da una predisposizione di tipo genetico scatenata da fattori ambientali.

E’ la patologia cronica infantile più frequente in assoluto; in Italia colpisce circa il 10% dei bambini.
Se non affrontata in modo corretto, questa malattia può incidere profondamente sulla qualità di vita del bambino e della sua famiglia, determinando spesso limitazioni dell’attività fisica, ripercussioni su frequenza e rendimento scolastico e diminuzione dell’autostima.
Fortunatamente i mezzi diagnostici e terapeutici oggi a disposizione consentono quasi sempre ai bambini asmatici di essere ben curati e di condurre una vita del tutto normale.

Le cause dell’asma bronchiale

La causa più frequente di asma è l’allergia. La sensibilizzazione può avvenire nei confronti degli acari presenti nella polvere domestica, delle muffe, del pelo di alcuni animali (cane, gatto, coniglio, cavallo), dei pollini di erbe e alberi.

Molto più raramente gli episodi asmatici possono essere causati da alimenti e additivi alimentari.

Esposizione al fumo attivo e passivo,  ambienti particolarmente polverosi sostanze inquinanti presenti nell’aria sono altri possibili agenti scatenanti.

Circa il 50% dei  bambini sofferenti di asma bronchiale può presentare tosse o difficoltà respiratorie durante l’attività fisica: si parla in questo caso di asma da sforzo.

Diagnosi

Il pediatra può fare diagnosi di asma utilizzando i dati clinici rilevati durante le visite (presenza di sibilo espiratorio) e quelli anamnestici. Questi ultimi sono le  notizie fornite dai genitori e sulla modalità di insorgenza dei sintomi nel bambino e sulla eventuale presenza di disturbi analoghi in altri componenti della famiglia.

Nella maggior parte dei casi il pediatra prescriverà una visita allergologica per ottenere un inquadramento più preciso della malattia attraverso l’esecuzione di test specifici come il Prick test (un test cutaneo per la diagnosi delle allergie, alimentari e respiratorie) e la spirometria (un esame della funzione respiratoria, di semplice esecuzione, che misura il volume e la velocità con cui l’aria viene inspirata o espirata da un soggetto).

Prevenzione

Quando esiste una familiarità per asma e allergia una buona strategia preventiva può essere la seguente:

  • allattare il bambino al seno;
  • adottare misure igieniche per ridurre la proliferazione di acari, funghi e muffe negli ambienti in cui soggiornerà e riposerà il bambino;
  • evitare la presenza dei nostri amici a 4 zampe in ambiente domestico;
  • evitare drasticamente l’esposizione al fumo passivo.

neonato utilizza mascherina per aerosol

Terapia

Per riuscire a controllare l’asma sono indispensabili  la somministrazione regolare e precisa della terapia indicata e una  rivalutazione periodica da parte del pediatra.
E’ fondamentale che i genitori comprendano le caratteristiche della malattia. I genitori e i bambini più grandi devono in particolare imparare a riconoscere i sintomi dell’asma, essere educati all’autogestione dei farmaci e saper intervenire prontamente in caso di attacco acuto.

Nella fase acuta, quando il bambino fischia e fa fatica a respirare, si interviene subito con farmaci broncodilatatori in grado di aumentare il calibro dei bronchi che si è ristretto durante l’attacco. Questi farmaci vengono spesso somministrati mediante aerosol ma è preferibile utilizzare le bombolette spray con l’ausilio di un distanziatore, un dispositivo che, collegato alla bomboletta, migliora l’erogazione del farmaco. Le somministrazioni devono essere ripetute ogni 4-6 ore perché l’azione di questi farmaci è di breve durata.

Quando il broncospasmo non si risolve completamente dopo 2-3  somministrazioni, o quando è molto intenso, è possibile utilizzare un cortisonico per via orale.

Se gli attacchi sono molto ravvicinati, per cercare di controllarli meglio, si passa ad un trattamento di fondo di alcuni mesi in cui vengono utilizzati derivati del cortisone somministrati sempre per aerosol o con le bombolette spray e il distanziatore. Negli ultimi anni, in alternativa, si è molto diffuso l’utilizzo di una nuova categoria di farmaci, gli antileucotrienici, antinfiammatori non cortisonici, abbastanza costosi, che vengono assunti per bocca in monodose giornaliera, risultando quindi molto comodi.

Il pediatra valuterà quale tipo di terapia sia più adatta, in funzione del quadro clinico e dell’età del bambino.