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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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La scabbia nei bambini: come si manifesta, come si cura

Cos’è la scabbia

La scabbia è una malattia della pelle, ancora abbastanza diffusa anche in età pediatrica, caratterizzata da un prurito molto intenso.

In Italia si è riscontrato un aumento dei casi di scabbia negli ultimi anni, probabilmente a causa della crescente diffusione dei viaggi in nazioni in cui la malattia è più diffusa.

Nel lattante e nella prima infanzia le regioni cutanee interessate sono:

  • le grandi  pieghe (ascellari, inguinali, interglutee e dei polsi);
  • le pieghe interdigitali;
  • le pieghe retroauricolari;
  • i genitali;
  • il palmo della mano;
  • la pianta dei piedi e
  • a volte anche il volto (che è generalmente risparmiato nell’adulto).

Il contagio avviene per contatto diretto e prolungato con la pelle di una persona infetta; sono necessari da 15 a 20 minuti di contatto perché si verifichi la trasmissione.

Più raramente il contagio avviene attraverso biancheria da letto, indumenti e asciugamani.

La scabbia può contagiare chiunque, anche chi vive in condizioni igieniche ottimali. Possono tuttavia favorirne la diffusione la vita in comunità (come ad esempio le scuole materne) o scarse condizioni igieniche.

Il periodo di incubazione è 3-6 settimane circa e durante questo periodo il soggetto è già in grado di trasmettere la malattia.

Cause della scabbia

La scabbia è dovuta all’infestazione di un piccolo acaro, il Sarcoptes scabiei hominis. Si tratta di un parassita obbligato, cioè non in grado di sopravvivere lontano dalla pelle dell’uomo più di 48 ore.

Gli acari si accoppiano sulla superficie della pelle; dopo l’accoppiamento i maschi rimangono in superficie, mentre le femmine scavano una piccola galleria nella pelle dove vanno a depositare alcune uova che si schiudono dopo 3-4 giorni liberando le larve. Le larve si portano sulla superficie della pelle scavando piccolissimi cunicoli e completano la loro maturazione all’esterno, a contatto con la superficie della pelle. Dal momento della deposizione delle uova, il tempo necessario al raggiungimento dello stato di acaro adulto è di 10-13 giorni. Gli acari adulti vivono 4-6 settimane. 

I sintomi della scabbia: come si manifesta

I principali sintomi e segni della scabbia sono:

  • prurito intenso con peggioramento notturno o dopo un bagno caldo dato che l’aumento della temperatura corporea favorisce l’attività degli acari;
  • eruzioni cutanee che possono essere papule, vescicole o bolle (sui palmi delle mani o sulle piante dei piedi);
  • lesioni da grattamento sotto forma di  squame o croste. Qualche volta, proprio a causa del grattamento, diviene visibile una lesione vagamente lineare che è il cunicolo che la femmina ha scavato fino a raggiungere l’area di deposizione delle uova dove si forma solitamente una vescicola;
  • lesioni nodulari (noduli) che possono persistere  anche dopo la terapia;
  • a volte sovrainfezioni batteriche come l’impetigine nelle zone cutanee che subiscono lesioni da grattamento.

Diagnosi di scabbia

Se si sospetta la scabbia, è fondamentale rivolgersi al proprio pediatra. 
La diagnosi viene posta clinicamente dal pediatra o dal dermatologo attraverso la valutazione dei sintomi e dei segni presenti. Il pediatra farà anche un’accurata anamnesi familiare e dei possibili contatti tra il bambino e altri soggetti.
La conferma diagnostica si ottiene mediante “scraping” (raschiatura) delle lesioni cutanee recenti non traumatizzate da grattamento e successiva osservazione al microscopio ottico del vetrino preparato con il materiale raccolto. Al  microscopio sarà possibile riscontrare la presenza dell’acaro o di parti di esso, di uova o dei loro involucri e di materiali fecali.

Terapia della scabbia: come si cura

Se non curata, la scabbia non va incontro a guarigione spontanea.

Terapia locale con preparati a base di permetrina o benzilebenzoato

La terapia è essenzialmente locale e utilizza preparati a base di permetrina in crema o unguento al 3-5 %, applicati la sera sulle lesioni cutanee e lasciate in sede per l’intera notte prima di rimuoverle con una doccia.

E’ fondamentale applicare la crema su tutte le zone interessate; a volte è necessaria l’applicazione su tutto il corpo. Al momento dell’applicazione la pelle deve essere fresca e asciutta. La permetrina è attualmente la terapia di scelta in età pediatrica (a partire dai 2 mesi di vita).
Su indicazione del pediatra, il trattamento può essere ripetuto dopo una settimana per essere sicuri di eliminare eventuali uova rimaste vitali.

In alternativa possono essere usati preparati a base di benzilebenzoato al 20% in emulsione che vanno applicati la sera per 2-3 giorni.

Le creme utilizzate per la terapia possono causare frequentemente una dermatite irritativa a volte indistinguibile dalle lesioni iniziali. Nei casi dubbi, il pediatra farà nuovamente uno scraping diagnostico.

Per i familiari e per i soggetti che abbiano avuto contatti cutanei prolungati con il soggetto malato, è indicato il trattamento profilattico simultaneo.

La guarigione non conferisce immunità per cui sono possibili nuove infezioni in epoche successive.

I sintomi, in particolare il prurito e le lesioni da grattamento, possono persistere anche per  2-4 settimane dopo il trattamento. Per contrastare il prurito il pediatra può prescrivere un antistaminico per bocca o una crema cortisonica. 

Bonifica della biancheria, degli indumenti e degli ambienti

Contemporaneamente alla terapia specifica, si deve procedere alla bonifica della biancheria da letto, di asciugamani e indumenti venuti a contatto con il bambino malato e a un accurato lavaggio dell’ambiente.

Il rischio di diffusione tramite indumenti, biancheria da letto e asciugamani è basso, ma comunque presente.

Queste le raccomandazioni:

  • lenzuola, coperte e vestiti devono essere lavati lavati in lavatrice con acqua a temperatura maggiore di 60 °C.
  • i  vestiti non lavabili con acqua calda vanno tenuti da parte per una settimana, per evitare reinfestazioni;
  • locali, tappeti e mobili imbottiti utilizzati dalla persona affetta da scabbia devono essere puliti e aspirati dopo l’uso e il sacchetto dell’aspirapolvere immediatamente gettato
  • materassi e ambienti domestici vanno disinfettati con strumenti a getto di vapore
  • gli oggetti che non possono essere lavati ma che sono utilizzati dalla persona infestata devono essere tenuti chiusi in un sacchetto di plastica per un paio di giorni.

Prevenzione della scabbia

Per evitare la diffusione della scabbia quando viene diagnosticato un caso è necessario  evitare il contatto diretto con le persone malate. Come detto, è opportuno sottoporre a trattamento tutti i familiari e coloro che hanno avuto contatti prolungati, anche se non presentano i sintomi e procedere ad una accurata pulizia di indumenti e ambiente.

Il bambino cui è stata diagnosticata la scabbia non deve rientrare a scuola fino 24 ore dopo il trattamento specifico. Non sono previsti  interventi straordinari, quali la chiusura della scuola e la disinfestazione.