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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Quale latte per il bambino che cresce?

Latte materno: l’alimento perfetto per il tuo bambino

Il bambino allattato al seno può e deve ricevere solo latte materno fino all’età dei 6 mesi.

Oltre questa età, è necessario integrare il latte materno mediante alimenti complementari, ma l’allattamento materno può e deve continuare, anche fino a 2 anni. Infatti il latte materno mantiene, anche dopo i 6 mesi, proprietà benefiche: protegge dalle infezioni, favorisce la digestione degli alimenti complementari e apporta in modo bilanciato nutrienti di cui il bambino ha bisogno. Anche in condizioni di clima caldo, l’allattamento al seno a richiesta garantisce al bambino tutta l’acqua di cui ha bisogno, senza bisogno di integrazioni.

Quale latte se non c’è il latte materno nel primo anno di vita?

In caso di indisponibilità del latte materno, l’apporto di latte deve essere garantito mediante una formula di proseguimento, appositamente studiata per garantire un apporto bilanciato di nutrienti, il più possibile comparabile con il latte materno.

Un gruppo di ricerca italiano ha recentemente pubblicato su Nature – un’autorevole rivista scientifica internazionale – i risultati di uno studio che evidenzia i benefici della matrice fermentata, ovvero il prodotto (detto postbiotico) della fermentazione del latte vaccino ad opera del Lactobacillus Paracasei CBA L74. Secondo tale studio, la matrice fermentata aggiunta al latte in formula (ed eventualmente in futuro anche ad altri alimenti per l’infanzia) esercita una funzione modulatrice nei confronti del sistema immunitario del bambino in crescita, potenziandone la difesa contro le infezioni e modifica la flora intestinale dei neonati, rendendola più simile a quella dei neonati allattati con il latte materno.

Il latte vaccino (intero, parzialmente scremato o scremato), non costituisce un’alternativa al latte materno nel primo anno di vita. La composizione del latte vaccino è infatti perfetta per un vitellino ma totalmente inadatta al cucciolo d’uomo. Il latte di mucca ha un contenuto in proteine, sali minerali e grassi saturi eccessivo per le capacità filtranti dei reni e per le capacità digestive dell’apparato gastrointestinale del bambino, e aumenta il rischio di sovrappeso e obesità in età adulta. Per converso ha un contenuto in zuccheri, vitamine e micronutrienti inadeguato alle esigenze di crescita del bambino in questa fondamentale fase dello sviluppo.

Il latte vaccino pertanto non deve essere somministrato prima dei 12 mesi. Anche la diluizione con acqua non rende idoneo al consumo il latte vaccino nel primo anno di vita, poiché abbassa la concentrazione di proteine e minerali, ma al contempo impoverisce ulteriormente il contenuto in vitamine e altri micronutrienti.

Quanto detto sul latte vaccino vale anche per il latte di altri mammiferi d’allevamento (capra, pecora e asina) e per i cosiddetti “latti vegetali” (con l’eccezione dei casi di bambini non allattati al seno e intolleranti alle proteine del latte vaccino). Seppur in modo diverso, nessuno di questi latti ha una composizione che lo renda un sostituto sicuro e completo del latte materno.

Quale latte dopo l’anno?

Nell’alimentazione del bambino dopo l’anno di vita, il latte non è più né l’unica né la principale fonte di nutrienti. Il latte continua tuttavia ad avere un ruolo importante per la crescita: è ricco di proteine, sali minerali, vitamine e grassi, tutti preziosi alleati dell’organismo in questa fase di sviluppo.

Latte materno

Anche dopo i 12 mesi di vita, il latte materno continua ad essere il latte d’elezione: segue infatti le esigenze nutrizionali del bambino man mano che cresce, modificando nel tempo la sua composizione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e le principali società scientifiche internazionali che si occupano di salute materno-infantile raccomandano infatti la prosecuzione dell’allattamento al seno anche oltre l’anno, fino a quando la mamma ed il bambino lo desiderano.

Latti di crescita per la prima infanzia

I latti in formula per la prima infanzia, anche chiamati comunemente latti di crescita, sono pensati specificamente per le esigenze nutrizionali dei bambini tra 12 e 36 mesi. Rispetto al latte vaccino “di latteria”, il latte di crescita ha un apporto proteico minore (più simile a quello del latte materno) ed è arricchito di alcuni micronutrienti, come ferro e zinco, che hanno un ruolo importante in questa fase dello sviluppo neuropsicomotorio. I latti di crescita, proprio perché hanno una formula bilanciata, offrono la possibilità di veicolare nutrienti spesso deficitari nella dieta dei bambini in questa fascia di età e che sono presenti solo in quantità ridotte nel latte vaccino non supplementato (in particolare ferro, vitamina D e acidi grassi polinsaturi).

Così come per i latti di proseguimento, anche per i latti di crescita alcuni studi realizzati in Italia hanno evidenziato i benefici della matrice fermentata nel favorire la maturazione del sistema immunitario.

Latte vaccino

Se il latte materno non è disponibile, dopo l’anno di vita si può introdurre nell’alimentazione del bambino anche il latte vaccino intero, fresco e pastorizzato. Si tratta di un alimento completo, ricco di proteine, vitamine e sali minerali e valido sotto il profilo nutrizionale.

Per un bambino non allattato al seno, dopo i 12 mesi si raccomandano

  • • 200-400 ml/die di latte vaccino intero non diluito se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta,
  • • 300-500 ml/die se non lo sono.

Per garantire che il latte sia microbiologicamente sicuro, è importante che sia pastorizzato o bollito prima dell’uso.

Il latte vaccino scremato (di solito con meno dello 0.5% di grassi) o parzialmente scremato (1.5- 2% di grassi) ha un contenuto di energia e vitamine liposolubili significativamente minore rispetto al latte intero e non è pertanto raccomandato per bambini sotto i due anni.

Il latte vaccino ha però un contenuto di proteine quasi tre volte superiore rispetto al latte materno: un consumo eccessivo nell’ambito di un’alimentazione non equilibrata rischia quindi di apportare al bambino una quota di proteine superiore al fabbisogno, esponendolo al rischio di sovrappeso e obesità in età adulta.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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