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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Il neonato dorme solo in braccio: che fare?

Neonato che dorme solo in braccio

“Aiuto dottore! Il mio bambino dorme solo in braccio e quando lo metto nella culla si sveglia subito… Cosa devo fare?”

Ecco una domanda tipica che noi pediatri ci sentiamo rivolgere in studio da neomamme stanche e preoccupate di “sbagliare qualcosa” con il loro neonato.

Innanzitutto è importante rassicurare mamme (e papà), che spesso si sentono confusi, impotenti e colti da un senso di inadeguatezza.

È assolutamente normale che il bambino, dopo aver vissuto nove mesi nel grembo materno, cullato dal battito del cuore della mamma e dai suoi movimenti, abbia bisogno di contatto e di contenimento per sentirsi sicuro (e quale miglior “contenitore” delle braccia materne?).

D’altra parte, anche un genitore ha bisogno di riposo per poter accudire al meglio il proprio piccolo e dormire con il bambino in braccio o sul petto non è certo sicuro per il neonato, che potrebbe scivolare dalle braccia e rischiare di cadere o essere schiacciato dal corpo dell’adulto addormentato.

Cosa fare quindi per abituare il neonato a dormire nella sua culla? Come sempre, non esistono soluzioni miracolose che risolvono immediatamente la situazione, ma ci sono alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutare il bambino ad abituarsi gradualmente al distacco e i genitori a dormire sonni più tranquilli.

Cosa fare se il neonato dorme solo in braccio

Nei primi tempi, la cosa più importante è rassicurare il bambino con la vostra presenza e lasciargli il tempo di ambientarsi al mondo esterno. Questo tempo non è lo stesso per tutti i neonati: alcuni ci impiegheranno di più, altri di meno, a seconda di vari fattori come il loro livello di maturità neurologica, la loro capacità di autoregolazione e la loro sensibilità (bambini ad alto o a basso contatto), ma anche l’andamento della gravidanza e il tipo di parto.

Come sopravvivere quindi a questi primi momenti in cui il neonato vuole stare sempre in braccio? E come spostarlo nella culla senza svegliarlo? Ecco alcuni consigli.

Utilizzate una fascia portabebè (babywearing)

Il babywearing è un’ottima soluzione per far rilassare e addormentare il bambino. Con il piccolo avvolto in una comoda fascia per neonati, avrete le mani libere e potrete compiere molte attività mentre il bambino dorme serenamente sul vostro petto (o su quello di papà, nonne, ecc…).

In aggiunta, tenere il neonato a contatto avrà effetti positivi sui suoi meccanismi di autoregolazione, che potrebbero favorire uno sviluppo più rapido del ritmo sonno-veglia.

Aspettate il “momento giusto” per metterlo nella culla

Il sonno del neonato è diverso da quello dell’adulto. Quando si addormenta, il neonato entra subito in una fase di sonno leggera (sonno REM) che dura circa 15-20 minuti, dopo cui passa alla fase di sonno profondo.

Se il neonato si è addormentato in braccio, quindi, attendete circa 20 minuti per trasferirlo nella culla. Potete verificare che stia dormendo profondamente, provate a sollevare delicatamente un braccino: dovrebbe ricadere senza nessuna resistenza.

Allattate sdraiate su un fianco

Se il vostro neonato tende ad addormentarsi in braccio dopo la poppata (come è normale che sia) ma si sveglia quando lo mettete giù, una soluzione può essere quello di utilizzare una culla fianco letto (side-bed) da posizionare a lato del lettone.

Allattando il bambino sdraiate su un fianco con il bambino nella culla, non dovrete spostarlo una volta addormentato. Se invece lo allattate nel lettone, potrete spostarlo delicatamente nella culla a lato con un movimento orizzontale, senza compiere quel movimento dall’alto verso il basso che provoca al neonato la sensazione di “cadere nel vuoto” e che lo sveglia di soprassalto.

A questo proposito, è importante sottolineare che per il neonato è fisiologico addormentarsi al seno dopo la poppata, soprattutto la sera e di notte quando la concentrazione di melatonina è massima nel latte materno.

Tuttavia, addormentare sempre il bambino al seno può creare un’associazione tra allattamento e sonno che più avanti potrebbe essere difficile da eliminare. Se per alcune mamme questa abitudine non rappresenta assolutamente un problema, per altre potrebbe diventare molto stressante se prolungata nel tempo.

Ecco perché in genere si consiglia di abituare il bambino ad addormentarsi anche senza seno.

Riposate ogni volta che vi è possibile

Per prendersi cura di un bambino in modo amorevole ed efficace, è importante che mamma e papà non siano stremati dalla carenza di sonno. Cercate quindi di alternatevi con l’altro genitore ed eventualmente chiedete aiuto a qualcuno (ad esempio nonni o zii) nella gestione del piccolo, in modo da poter avere dei momenti per riposare e recuperare le energie.

Una piccola considerazione diretta alle mamme: non offendetevi se il bambino si tranquillizza o si addormenta più facilmente nelle braccia di qualcun altro. Molto probabilmente accade semplicemente perché non sente il profumo del vostro latte!

Come mettere il neonato nella culla senza svegliarlo

Esistono diversi “trucchi” per spostare il bambino nella culla o nel lettino senza farlo svegliare. Alcuni di questi potrebbero perfino esservi già stati suggeriti dalle ostetriche del corso preparto o del punto nascita.

  • Durante lo spostamento verso il basso, mantenete il vostro petto a contatto con il suo più a lungo possibile e tenetegli una mano sul petto per 1-2 minuti dopo averlo appoggiato.
  • Mentre lo deponete, cullatelo e dondolatelo dolcemente.
  • Appoggiate prima i piedini, poi il sederino e la schiena, dal basso verso l’alto, e per ultima testa.
  • Poco prima della nanna, intiepidite leggermente il materasso (ad esempio con una coperta o una boule d’acqua calda), in modo che il neonato continui a percepire quella sensazione di calore che avverte a contatto del vostro corpo. Un trucco che spesso insegnano le ostetriche è quello di versare una manciata di farro in un calzino, annodarlo e scaldarlo leggermente mettendolo per qualche secondo nel microonde o su un termosifone. Poggiatelo sul materasso della culla qualche minuto e poi toglietelo prima di deporre il bambino (controllando prima che non sia troppo caldo).
  • Avvolgetelo in una copertina o in un lenzuolino prima di depositarlo nella culla, in modo che continui ad avere una sensazione di contenimento e di tepore anche quando lo appoggiate.

Tenete presente che ogni neonato è diverso e che questi accorgimenti potrebbero anche non avere successo o perlomeno non funzionare sempre. Se così fosse, rassicuratevi: non state sbagliando nulla! I vostri bambini hanno semplicemente bisogno di un po’ di tempo in più.

Come abituare il neonato alla culla

Quando il bambino avrà preso più confidenza con la vita fuori dall’utero, sarà possibile modificare gradualmente la modalità di addormentamento.

L’ideale è mettere il bambino nella culla quando è assonnato ma non del tutto addormentato, in modo che si abitui a dormire da solo e che, al risveglio, si ritrovi nello stesso luogo in cui ha preso sonno, il che rappresenta un fattore rassicurante che – con il tempo – lo aiuterà a riaddormentarsi in autonomia.

Ecco quindi alcuni piccoli accorgimenti per aiutarlo a rilassarsi e a fare la nanna nella sua culla o nel suo lettino.

Utilizzate un riduttore

Il neonato non ama sentire il vuoto attorno a sé, ma al contrario ha bisogno di sentirsi contenuto in uno spazio ristretto, proprio come accadeva nell’utero materno.

Utilizzare un riduttore da culla può aiutare il piccolo a ritrovare quella sensazione di protezione e ad abbandonarsi più serenamente al sonno.

Fasciate il bambino (swaddling, wrapping

L’usanza di fasciare i neonati è molto antica. L’efficacia di questo metodo è dovuta al fatto che offre al neonato la sensazione di contenimento di cui ha bisogno e impedisce quei movimenti delle braccia e delle gambe che il bambino ancora non riconosce come proprie e che tendono a spaventarlo.

La fasciatura può essere realizzata con un lenzuolino o una copertina (ne esistono anche di apposite per la fasciatura, dette appunto “swaddle”). In alternativa, se la stagione lo consente, potete provare a utilizzare anche un sacco nanna.

Rassicuratelo con dolcezza

Mentre appoggiate il bambino, accarezzategli la schiena o la testolina, parlategli a bassa voce (anche un semplice “sh…sh…” può funzionare, perché è un rumore simile che percepiva nell’utero) o cantate una ninnananna.

Se si agita nella culla, rassicuratelo con delle piccole pacche sul sederino o tenetegli una mano sul petto, canticchiando o sussurrandogli che va tutto bene.

Utilizzate un generatore di rumore bianco

Anche se può sembrare strano, il neonato non è abituato al silenzio e quindi può esserne disturbato. Nel ventre materno, infatti, il feto percepisce costantemente il battito cardiaco della mamma, il rumore dei suoi movimenti intestinali e lo scorrere del suo sangue.

Ecco perché alcuni rumori monotoni e ripetitivi (come quello del phon o della lavatrice) possono aiutare il bambino a calmarsi e ad addormentarsi più facilmente: questi effetti sonori sono detti “rumori bianchi”.

Sul mercato esistono diverse app e dispositivi che emettono vari tipi di rumore bianco: provate a fare dei tentativi per trovare quello più adatto per il vostro bambino.

E se il neonato non si abitua a dormire nella culla?

Probabilmente avete già sentito l’espressione “A ogni bambino la sua nanna”. Tuttavia, sarebbe meglio dire forse “A ogni famiglia la sua nanna”, perché il sonno del neonato è una questione che in qualche modo coinvolge ogni componente del nucleo familiare, compresi eventuali fratellini e sorelline, e che richiede di trovare un equilibrio che sia il più possibile sano e sereno per tutti.

Pertanto, se il vostro bambino richiede particolare contatto e non vuole saperne di rimanere nella culla o nel lettino, dovrete trovare la vostra personale strategia per gestire la situazione. Alcune famiglie sentono che la scelta giusta per loro è andare incontro il più possibile i bisogni del loro piccolo, optando per uno stile di accudimento “ad alto contatto” (ad esempio continuando ad addormentarlo in braccio o al seno anche dopo i primi mesi, praticando il sonno condiviso anche oltre l’anno di età, ecc…). Altre invece si sentono più a loro agio nell’adottare delle tecniche di “sleep training”, ossia metodi che abituano il bambino a dormire da solo anche a costo di qualche pianto (ma che dovrebbero essere utilizzati solo dai 6 mesi in poi).

Esiste una scelta universalmente giusta? No, ma esiste la soluzione giusta per quella determinata famiglia. In entrambi i casi, l’importante è che si tratti di una decisione consapevole, serena e condivisa, e che venga attuata in modo rassicurante e amorevole.

Per qualsiasi informazione o dubbio, ricordatevi che potete sempre rivolgervi al vostro pediatra di fiducia.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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