Vacanze al mare: cosa fare (e non fare) se il bambino è ammalato
Indice dei contenuti
- Perché i bambini si ammalano durante una vacanza al mare?
- Si può andare al mare con la febbre?
- Si può fare il bagno in mare con la febbre?
- Il mare scioglie il catarro?
- Si può andare al mare con le placche alla gola o il mal di gola?
- Si può andare al mare con il raffreddore?
- Si può stare al sole se si prende l’antibiotico?
- Quali sono le malattie più comuni che il bambino può contrarre al mare
Capita abbastanza frequentemente che il bambino, nel bel mezzo di una rilassante vacanza al mare, si ammali. Nulla di strano: ammalarsi è un’eventualità molto frequente per i bambini, anche d’estate, per cui è opportuno essere preparati, per affrontare la situazione nel migliore dei modi.
Perché i bambini si ammalano durante una vacanza al mare?
Non si tratta solo di sfortuna. In realtà il viaggio stesso e il cambiamento di ambiente espongono spesso il bambino, attraverso il contatto con superfici e altri bambini, a germi e batteri nuovi o comunque diversi da quelli presenti nell’ambiente abituale. C’è poi da considerare che la vita al mare, estremamente divertente e stimolante per un bambino, è anche spesso molto stancante, finendo per stressare il sistema immunitario e temporaneamente indebolirlo.
Si può andare al mare con la febbre?
Dipende sostanzialmente dalla causa della febbre, cosa su cui è il pediatra curante che potrà dare un giudizio attendibile.
In caso di bronchite o broncopolmonite, ad esempio, il bambino deve starsene tranquillo, evitare sforzi e sbalzi di temperatura, cosa poco compatibile con una vita da spiaggia.
Negli altri casi non vi è una vera controindicazione a frequentare l’ambiente marino, sia pure con buon senso, limitando attività ed esposizione al sole e, soprattutto, rispettando l’inclinazione del bambino: vi piacerebbe, se non state bene, essere trascinati per forza al mare?
Si può fare il bagno in mare con la febbre?
Nella maggior parte dei casi non è controindicato fare un breve bagno, soprattutto se l’acqua non è fredda e preferibilmente un’oretta dopo aver somministrato del paracetamolo. Dubitiamo però che il bambino abbia davvero molta voglia di stare a lungo in acqua se non sta bene e ha la febbre!
Il mare scioglie il catarro?
L’ambiente marino, il sale e lo iodio certamente hanno un effetto benefico ed antinfiammatorio sulla mucosa nasale, sgonfiandola e favorendo il drenaggio del catarro del naso, dell’orecchio e dei seni paranasali.
Si può andare al mare con le placche alla gola o il mal di gola?
Se per placche alla gola si intende una tonsillite, vale quanto detto sopra. Se si tratta di una tonsillite batterica, e in particolare da streptococco gruppo A, questa va curata con un antibiotico, e una volta che il bambino sta bene ed è sfebbrato può andare al mare, fare il bagno e in generale fare vita normale (con il “solito” buon senso).
Se invece mal di gola e placche sono di origine virale, la terapia migliore è l’attesa, l’utilizzo eventuale di uno spray antidolorifico e di paracetamolo per febbre e dolore, “abbassando il numero di giri” della vita del bambino e riprendendo la vita normale quando sta bene.
Si può andare al mare con il raffreddore?
Abbiamo detto che il mare favorisce il drenaggio del catarro nasale. D’altra parte se il bambino ha un forte raffreddore può essere utile limitare l’esposizione diretta al sole nelle ore calde, così come la sua attività, facendogli fare qualche pausa in più durante la giornata.
Si può stare al sole se si prende l’antibiotico?
Sì.
Quali sono le malattie più comuni che il bambino può contrarre al mare
Malattia mano-piedi-bocca
Estremamente comune sotto i 5 anni di età, è causata da virus Coxakie ed Enterovirus, ed è caratterizzata da piccole papule-vescicole alle estremità e alla zona dei glutei, e da fastidiose ulcerine in bocca, che disturbano il bambino soprattutto quando mangia e o beve. Si trasmette molto facilmente passandosi i giochini e mettendoseli in bocca.
Virus del raffreddore e delle prime vie respiratorie
Anche se comunemente vengono chiamate anche malattie da raffreddamento, in realtà sono molto diffuse anche d’estate. I virus responsabili sono tanti, tra questi da non dimenticare anche il Covid-19 e, soprattutto se siete al mare nell’emisfero australe, il virus influenzale, la cui diffusione è maggiore proprio durante la “nostra” estate. Bene avere con sé paracetamolo o ibuprofene per il dolore e la febbre.
Gastroenterite
Si manifesta con diarrea, vomito, malessere generale, dolori diffusi ed eventualmente febbre. Spesso altri membri familiari ne sono interessati.
Di solito la causa è virale, ma, soprattutto se si è al mare in paesi caldi e dal livello igienico approssimativo, possono essere responsabili anche batteri (di solito con un quadro clinico più importante, caratterizzato da febbre alta, diarrea profusa spesso con muco e sangue, forte mal di pancia: si parla in tal caso di diarrea del viaggiatore, per la quale è indicato, sentito il medico, una terapia antibiotica).
La terapia consiste sostanzialmente nel mantenere il più possibile idratato il bambino mediante soluzioni saline somministrate per bocca, nel controllare la diarrea, dopo aver sentito il medico, tramite farmaci regolatori delle secrezioni intestinali, mentre in caso di diarrea batterica (detta anche diarrea dl viaggiatore) il medico potrebbe decidere di prescrivere una terapia antibiotica.
Adeguati provvedimenti di igiene possono ridurre il rischio per il bambino di contrarre queste fastidiose malattie, che fortunatamente nella maggior parte dei casi non sono preoccupanti. Importante in particolare il lavaggio frequente ed accurato delle mani, soprattutto prima e dopo aver mangiato e dopo essere andato alla toilette.
Tossinfezione alimentare
Nei climi caldi è anche aumentato il rischio, per bambini ed adulti, di incorrere in un avvelenamento da cibo, soprattutto se non si adottano corrette precauzioni nella preparazione e nella conservazione di alimenti particolarmente “a rischio”, come quelli a base di uova, carne, pesce, ad esempio lasciandoli a lungo all’aperto prima di consumarli.
I sintomi ricordano quelli di una gastroenterite: di solito sono però più immediati dopo l’assunzione dell’alimento, colpiscono solo coloro che hanno assunto l’alimento in causa e durano un po’ meno rispetto ad una gastroenterite.
Molto importante anche in questo caso la reidratazione con soluzioni saline e monitorare il bambino per cogliere tempestivamente eventuali segni di disidratazione.
Scottature (eritema solare)
La pelle del bambino è particolarmente delicata e quindi più esposta all’azione irritante della radiazione solare, che al mare, anche per effetto dell’irraggiamento causato da superfici riflettenti come la sabbia e l’acqua, è particolarmente intensa. Importante quindi proteggere la pelle con indumenti, cappelli, creme solari ad alta protezione UVB (50+) ed UVA (da applicare prima dell’esposizione al sole e poi riapplicare frequentemente; attenzione anche a sceglierne una a basso impatto ambientale!), e soprattutto evitando l’esposizione al sole nelle ore dalle 10 alle 16.
In caso di scottatura si può fare subito un bagno o una doccia con acqua fredda o impacchi freddi sulla zona ustionata.
Poi si possono applicare creme idratanti, gel all’aloe o eventualmente, sentito il pediatra, creme cortisoniche. E’ importante far bere spesso il bambino per evitare che si disidrati. Se c’è febbre o dolore importanti è possibile somministrare paracetamolo o ibuprofene al dosaggio abituale.
Colpo di calore
In spiaggia, sotto il sole, giocando e correndo “a tutta” come solo i bambini sanno fare, se il clima è molto caldo e umido, il “sistema di raffreddamento” dell’organismo può non riuscire a smaltire il calore prodotto, determinando così il surriscaldamento del corpo. Le conseguenze possono arrivare fino al colpo di calore, situazione serissima in cui il sistema di raffreddamento del corpo va in tilt e la temperatura corporea arriva a livelli estremamente alti e pericolosi per il cervello del bambino.
Molto prima di arrivare a tali estremi, è importante però riconoscere i primi sintomi del danno da calore, e in particolare i crampi da calore, in genere localizzati all’addome e agli arti.
In questi casi è importante portare subito il bambino in un luogo fresco e ventilato, somministrargli acqua o meglio ancora una soluzione glucosalina (acqua con sali minerali e zucchero), massaggiandogli delicatamente i muscoli dolenti.
Ancora più importante prevenire questa evenienza, cercando di limitare l’attività fisica del bambino soprattutto nelle ore più calde, facendolo bere spesso e molto, facendogli indossare un cappello a tesa larga e abiti leggeri in lino o cotone e cambiandoli spesso se divengono umidi per la sudorazione.
Otite esterna (orecchio del nuotatore)
Si tratta dell’infezione del condotto uditivo (la parte esterna dell’orecchio, che conduce al timpano) da parte di batteri che, approfittando delle alte temperature estive e dell’acqua che continuamente entra e ristagna nell’orecchio per i frequenti bagni e docce, si moltiplicano, infettando la cute del condotto, che si gonfia e diventa dolente, tanto che il bambino piange non appena l’orecchio viene anche solo sfiorato. Inoltre, possono anche essere presenti secrezioni spesso maleodoranti.
In questi casi si ottengono spesso ottimi risultati mediante lavaggi del condotto uditivo con aceto bianco tiepido, ma talora è necessario ricorrere anche ad un antibiotico per bocca. L’orecchio inoltre non deve essere bagnato durante il trattamento.
La prevenzione si basa sulla buona abitudine, da insegnare al bambino, di svuotare pazientemente il condotto uditivo dopo il bagno o la doccia. Il pediatra potrà consigliare anche l’utilizzo, sempre a scopo preventivo, di spray disinfettanti, ad esempio a base di acido borico, da applicare quotidianamente nel periodo a rischio.
Non servono i tappi e controproducenti sono i cotton fioc per rimuovere il cerume, che anzi ha normalmente un effetto protettivo.
Mal d’orecchio
Se al mare ci andate in aereo, considerate anche il rischio che il bambino, soprattutto se è raffreddato, possa provare dolore all’orecchio durante il decollo o l’atterraggio. Si tratta di un problema dovuto al cambiamento di pressione dell’aria ambiente a seguito del cambio rapido di altitudine, solo in parte compensato dalla pressurizzazione della cabina. La tuba uditiva (il canalino che mette in comunicazione orecchio medio e naso e che ha proprio la funzione di riequilibrare la pressione al di qua e al di là del timpano) fatica a compensare il rapido cambiamento di pressione dell’aria, soprattutto se il bambino è raffreddato.
Deglutire, sbadigliare, succhiare, aiutano la tuba a svolgere il proprio lavoro. Nel lattante può essere sufficiente attaccarlo al seno o offrirgli il biberon durante ascesa e discesa, mentre il bambino più grandicello può aiutarsi succhiando un lecca lecca o una bibita con la cannuccia.
Sentite preventivamente il vostro pediatra se il bambino, prima del viaggio aereo, ha un forte raffreddore.
Mal di mare
Un viaggio in traghetto, cosa c’è di più bello e stimolante, anche per un bambino? Ma se il bambino soffre di mal di mare?
Di solito si tratta di bambini che manifestano o hanno già manifestato sintomi analoghi durante i viaggi in auto: sudorazione, senso di stomaco pieno, sbadigli frequenti, stato di sopore, nausea e vomito. Se già sapete che il bambino soffre di mal d’auto, e proprio non ci sono alternative, portate comunque con voi un cambio di vestiti, delle salviette usa e getta e un sacchetto della spazzatura.
Meglio anche parlare preventivamente col pediatra dell’eventualità di utilizzare, prima della partenza un farmaco antinausea, compatibilmente con l’età del piccolo.
Punture di zanzara
Le zanzare sono abituali negli ambienti caldi ed umidi, e quindi ci sono anche al mare. Utile quindi portare con sé un crema cortisonica da applicare sulle punture più pruriginose, e soprattutto una zanzariera per la culla e il letto e dei prodotti repellenti da applicare, preferibilmente sui vestiti, compatibilmente con l’età del bambino.
Punture di medusa
Belle da vedere, ma molto fastidiose e dolorose se vi toccano coi loro tentacoli: compaiono sulla pelle chiazze arrossate, rilevate, pruriginose. Se il vostro bimbo è stato colpito da una medusa:
- rimuovete i tentacoli eventualmente rimasti con schiuma da barba (o sapone) e un rasoio o una schedina rigida tipo carta di credito (proteggendo bene le vostre mani!);
- lavate la zona interessata con acqua di mare a circa 42-45° (l’acqua deve essere calda ma non scottare). Se questa non è disponibile applicate aceto, tenendo la parte a bagno per circa mezz’ora;
- applicate un gel di cloruro di alluminio, anche più volte, fino alla scomparsa del prurito. Alternativamente si può applicare una pomata cortisonica 2 volte al giorno;
- Consultate il medico o rivolgetevi al Pronto Soccorso se compaiono sintomi generali o se le lesioni sono vicino agli occhi.
Ricordiamo che sono disponibili in commercio spray e gel che formano sulla pelle una pellicola protettiva in grado di funzionare come una sorta di scudo contro il veleno della medusa. A causa del loro contenuto in siliconici e parabeni, tuttavia, se ne sconsiglia l’utilizzo nei bambini, soprattutto in quelli con pelli ipersensibili ed atopiche.