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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
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Sport per bambini: come scegliere quello giusto

bambino piccolo seduto su un campo da tennis con in mano racchetta e palline

Come scegliere lo sport più adatto al proprio figlio

Scegliere lo sport in base all’età del bambino

Il momento giusto per avvicinare un bambino all’attività sportiva dipende dalle sue caratteristiche fisiche (altezza, peso, struttura muscolare) e fisiologiche (capacità di forza, capacità di resistenza, abilità motorie), aspetti che naturalmente cambiano anche in base all’età del bambino stesso.

Dai 3 anni

Tra i 3 e i 4 anni è possibile praticare molte attività propedeutiche allo sport, che senza troppe regole aiutano il bambino a sperimentare e migliorare le proprie capacità psicofisiche (ad es. giocosport).

Parlando invece di sport veri e propri, il più indicato per i bambini di 3 anni è sicuramente il nuoto, anche se a questa età sarebbe più corretto parlare di acquaticità. L’approccio, infatti, non mira tanto a insegnare ai bambini le tecniche natatorie, quanto a prendere confidenza con l’ambiente acquatico in modo giocoso e divertente.

Dai 4 anni

Oltre al nuoto, dai 4 anni in poi è possibile iniziare ad approcciarsi anche allo sci. Grazie al baricentro basso, infatti, i bambini di questa età imparano facilmente a praticare questo sport. L’importante è affidarli a un istruttore esperto e qualificato.

Dai 5 anni

I bambini di 5 anni sono pronti per affrontare la “motricità sportiva”, avendo raggiunto il grado di sviluppo e di coordinazione necessari per apprendere le tecniche sportive.

Durante il periodo dai 5 agli 11 anni, le capacità di coordinazione motoria (equilibrio, ritmo, orientamento, agilità) presentano il massimo potenziale di sviluppo; in seguito diventano un patrimonio ormai acquisito e normalmente poco migliorabile.

A 5 anni, ad esempio, è possibile iniziare a praticare attività come l’atletica leggera e la ginnastica artistica, anche se non a livello agonistico.

A 6-7 anni, si può cominciare con sport di squadra come il calcio, il basket, la pallavolo e il rugby, o sport individuali come le arti marziali.

A 7-8 anni, si possono approcciare gli sport che richiedono l’uso di un attrezzo, come il tennis o la scherma.

Attenzione però: essere pronti per iniziare uno sport non significa essere già degli atleti. L’organismo del bambino è ancora lontanissimo da quello di un adulto: meno forte, per la ridotta struttura muscolare, meno potente, per i muscoli piccoli e con poca disponibilità di energia “pronta all’uso”.

Scegliere lo sport base all’impegno fisico

Per scegliere lo sport più adatto al proprio bambino, è importante conoscere le differenze tra le varie discipline sportive e considerare le caratteristiche specifiche dei vari sport, sia per quanto riguarda l’impegno fisico richiesto che gli aspetti psicologici coinvolti.

Rispetto al tipo di impegno fisico richiesto, le discipline sportive possono essere suddivise in 4 gruppi:

  1. Sport di resistenza
  2. Sport alternati
  3. Sport di destrezza
  4. Sport di potenza

1. Sport di resistenza

Sono caratterizzati dalla ripetizione del movimento. Rientrano in questa categoria attività come la corsa, la marcia, il nuoto, il pattinaggio e lo sci di fondo.

Gli sport di resistenza sono adatti ai bambini dai 5 agli 11 anni, purché l’intensità non sia mai eccessiva. A questa età, infatti, la capacità di produrre energia in modo rapido e abbondante (produzione anaerobica) non è ancora abbastanza sviluppata.

2. Sport alternati

Alternano fasi di gioco e pause di recupero e comprendono sport come calcio, rugby, pallacanestro, pallavolo e tennis. Dal punto di vista motorio sono contraddistinti da un’infinita e casuale varietà di movimenti, sempre diversi l’uno dall’altro. Per questa ragione, gli sport alternati sono particolarmente adatti ai bambini, che quando devono muoversi piuttosto a lungo preferiscono alternare vari tipi di movimento.

3. Sport di destrezza

Prevedono elevate abilità di coordinazione motoria. Fanno parte di questo gruppo attività come le arti marziali, la ginnastica artistica e la scherma.

Malgrado si tratti di discipline tecnicamente difficili e fisicamente impegnative, sono attività che possono adattarsi bene alle caratteristiche fisiche di ciascun bambino.

4. Sport di potenza

Sono sport in cui predomina l’intervento della forza e della potenza muscolare, come il lancio del peso, la corsa dei 100 metri e il sollevamento pesi.

Dato lo sviluppo ancora ridotto della muscolatura, non è consigliabile che un bambino pratichi sport di destrezza in modo continuo e sistematico, magari con l’obiettivo di ottenere risultati di tipo agonistico. Il bambino può avvicinarsi a questi sport per confrontarsi, in maniera giocosa, con alcune capacità individuali per le quali è istintivo mettersi “in gara”: chi salta più in alto, chi lancia più lontano, chi corre più veloce.

bambini pronto a calciare il pallone

Scegliere lo sport in base agli aspetti psicologici

Gli sport possono essere suddivisi in 4 gruppi anche in relazione ai differenti aspetti psicologici coinvolti nella loro pratica:

  1. sport individuali senza contatto
  2. sport individuali di contatto
  3. sport di squadra senza contatto
  4. sport di squadra di contatto 

1. Sport individuali senza contatto

Richiedono una notevole capacità intellettuale di sostenere la fatica e comprendono attività come nuoto, corsa, tennis, ginnastica artistica e sci.

Per i bambini, anche piccoli, la consapevolezza di “essere capaci” di svolgere attività tecnicamente “difficili” è molto gratificante. Nella ginnastica artistica, per esempio, “fare la ruota” e “stare in verticale” sono abilità che in genere vengono acquisite con rapidità; a casa, i bambini ripetono questi esercizi decine di volte, orgogliosi della loro capacità di fare qualcosa di difficile, come muoversi a testa in giù.

2. Sport individuali di contatto

Sono attività che esigono una forte capacità di concentrazione, come le arti marziali e la scherma.

Gli sport individuali di contatto possono esercitare un importante ruolo formativo nella crescita psicologica e sono indicati sia per i bambini molto impulsivi, che devono imparare a controllare i propri slanci seguendo le regole del gioco, senza far male agli altri o a se stessi, sia per i bambini più timidi, riflessivi, lenti e timorosi nel prendere decisioni.

Se praticati con queste finalità, e non per simulare gli eroi di alcuni cartoni animati, possono contribuire a sviluppare sicurezza e autostima, riducendo la tendenza ad agire senza prima avere pensato o, al contrario, ad aspettare troppo prima di agire.

bambina pratica karate

3. Sport di squadra senza contatto

Prevedono lo sviluppo del gioco di squadra senza contatto fisico tra i giocatori. La pallavolo è il solo sport di squadra che non prevede contatto. Si tratta di uno sport che insegna a giocare collaborando, dove i giocatori in difficoltà per l’iniziativa degli avversari devono essere necessariamente e tempestivamente aiutati dai compagni.

È l’ideale per bambini non aggressivi e poco portati al contatto fisico, ma determinati a migliorare le proprie abilità in situazioni cruciali e decisive.

4. Sport di squadra di contatto

Si tratta di sport molto divertenti e al tempo stesso complessi, che richiedono varie abilità di tipo tecnico e tattico, sia individuali che collettive. Rientrano in questa categoria sport come il calcio, la pallacanestro e il rugby.

La loro principale caratteristica è il tentativo di raggiungere un obiettivo comune, impegnandosi insieme, uno accanto all’altro, dall’inizio alla fine di una gara. Altri aspetti importanti sono: accettare che in squadra vi siano giocatori dotati di diversa abilità, condividere i motivi dei successi come quelli delle sconfitte, considerare l’importanza di ciascuno per il contributo che è in grado di dare.

In conclusione, come scegliere lo sport giusto per il proprio bambino?

In realtà, tutti gli sport, anche se in maniera diversa, sono uno stimolo utile per lo sviluppo psicologico. Le differenze appena descritte, tuttavia, rendono alcuni sport più adatti di altri per cercare di favorire determinate attitudini, giustificando scelte diverse in base alla tipologia caratteriale di ciascun bambino.

Anche dal punto di vista fisico, tranne che in situazioni particolari, non esiste uno sport più indicato di un altro. Tutte le diverse attività sportive possono essere praticate con successo e soddisfazione; l’unico elemento essenziale è che il bambino si diverta.

Forse, più che un singolo sport, sarebbe consigliabile (organizzazione familiare permettendo) la pratica di più discipline sportive, al fine di stimolare al meglio la capacità di apprendimento delle tecniche e lo sviluppo delle potenzialità fisiche e mentali del bambino.

Fonti

 “Crescere sportivamente”, Area Formazione, Medicina e Scienza per lo Sport, CONI

Pediatra Libero Professionista a Cantù (CO). Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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