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Sembrava autismo invece… Quando la diagnosi è sbagliata

Bambino con diagnosi di autismo sbagliata

Indice dei contenuti

Ricevere una diagnosi di autismo, per un genitore, rappresenta una prova durissima, che può innescare depressione, sensi di colpa e altri vissuti e atteggiamenti che a loro volta possono riverberarsi negativamente sul bambino.

Pertanto, se è vero che non riconoscere l’autismo tempestivamente ha ricadute negative sulle possibilità di trattamento e supporto della sua condizione, altrettanto pericolosa è la situazione in cui il bambino riceve una diagnosi di autismo quando ha invece una condizione che condivide con l’autismo alcune caratteristiche, ma è di tutt’altra natura.

Ma quali disturbi possono talvolta essere confusi con l’autismo? Ecco un elenco delle problematiche che lo specialista dovrà considerare ed escludere durante la diagnosi.

Autismo o…?

Tra le condizioni che talora possono portare a una falsa diagnosi di autismo troviamo:

  • altri disturbi dello sviluppo, come le disabilità intellettive, i disturbi specifici del linguaggio e il Disturbo di Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), che possono presentare in parte sintomi simili a quelli dell’autismo oppure coesistere con l’autismo;
  • alcune condizioni di salute mentale, come l’ansia, il mutismo selettivo o i disturbi della comunicazione sociale, che possono manifestarsi con difficoltà di socializzazione e di comunicazione. Anche queste problematiche possono a volte essere scambiate per autismo, mentre in altri casi possono coesistere con l’autismo;
  • problematiche di natura medica, come i disturbi di elaborazione sensoriale, i deficit visivi o uditivi e l’epilessia, che possono condizionare il comportamento e la comunicazione di un bambino. Vanno pertanto esclusi durante il processo di diagnosi;
  • condizioni ambientali traumatiche o fortemente stressanti, che possono influire sul comportamento del bambino ed essere scambiati per sintomi di autismo. Una diagnosi corretta pertanto deve considerare attentamente anche l’ambiente in cui vive il bambino;
  • differenze culturali e individuali. Ciò che viene considerato “normale” può notevolmente variare da un contesto culturale ad un altro ed esistono soggetti che presentano particolari modalità di comunicazione senza per questo essere autistici

In ultimo, è importante sottolineare che un ritardo di acquisizione del linguaggio, da solo, non consente di porre diagnosi di autismo, in quanto può benissimo verificarsi in soggetti dallo sviluppo tipico e risolversi nel tempo, senza per questo rientrare in un quadro autistico.

In conclusione

Alla luce di quanto abbiamo visto, è importante che in caso di sospetto autismo la diagnosi avvenga dopo una valutazione approfondita del bambino da parte di professionisti qualificati e in un team multidisciplinare.

Prima di arrivare ad una diagnosi certa, si dovranno considerare anche altre possibili spiegazioni per i comportamenti e le difficoltà che presenta il bambino. Nel frattempo, però, si potranno già attivare dei percorsi di sostegno e trattamento per alcune aree particolarmente compromesse e/o cruciali, come ad esempio un ritardo del linguaggio.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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