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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Quando il neonato inizia a sentire?

Quando iniziano a sentire i neonati_AP

A differenza della vista, che nel neonato non è ancora perfettamente sviluppata, l’udito del bambino raggiunge la maturazione completa già dal 4° mese e mezzo di gravidanza. Ecco perché, anche se può sembrare incredibile, dal 5°-6° mese di gravidanza il feto sente e riconosce la voce della mamma, e percepisce sia i suoni esterni che quelli prodotti dalla madre stessa (come ad esempio il battito cardiaco).

Di norma, quindi, l’udito del neonato funziona perfettamente già alla nascita e il bambino sussulta ai rumori improvvisi, sia pure con una sensibilità variabile da bambino a bambino: alcuni sobbalzeranno al minimo sussurro, mentre altri lo faranno solo in caso di rumori forti e improvvisi nel silenzio.

Come si sviluppa l’udito del bambino?

Il neonato percepisce soprattutto i suoni ad alta tonalità. Proprio perché li ha sentiti già durante la gravidanza, gli interessano soprattutto la voce della mamma e il linguaggio dei genitori e di eventuali fratellini e sorelline. Questa predilezione diviene evidente verso i 2 mesi, quando il piccolo si tranquillizza proprio sentendo il suono della voce materna.  

Verso i 4 mesi il bambino comincia a voltarsi verso la fonte del suono.

Dai 5-6 mesi inizia a osservare la bocca della mamma mentre parla e a produrre dei suoni (ad esempio mmm o bbb).

Intorno ai 7-8 mesi comincia a ripetere sillabe (lallazione).

Verso i 9 mesi si volta quando viene chiamato per nome.

Intorno all’anno comincia a dire mamma e papà

Queste sono le età in cui mediamente il bambino raggiunge le varie tappe dello sviluppo dell’udito. E’ bene ricordare però che una determinata tappa dello sviluppo può essere raggiunta ad età notevolmente diverse da bambino a bambino.

Come accorgersi se il bambino ha problemi di udito?

Subito dopo la nascita

Presso i punti nascita, tutti i neonati sono sottoposti a un particolare esame dell’udito, detto test delle otoemissioni acustiche, che ha lo scopo di individuare immediatamente i casi di sordità o ipoacusia congenita (cioè assenza o riduzione dell’udito sin dalla nascita).

In caso di risultati dubbi, è possibile inoltre eseguire un ulteriore accertamento presso centri specializzati, che prende il nome di potenziali evocati uditivi.

Nel primo anno

Anche dopo la nascita è importante che i genitori seguano i progressi dell’udito del bambino nel corso del primo anno di vita e segnalino al pediatra eventuali problemi come:

  • comportamenti che fanno sospettare che il bambino non percepisca correttamente i suoni;
  • ritardi del linguaggio, che è strettamente connesso con lo sviluppo dell’udito. 

Molte delle domande che il pediatra pone ai genitori durante i bilanci di salute riguardano proprio lo sviluppo dell’udito e del linguaggio. Sulla base delle risposte ottenute e di un test che solitamente si esegue in studio tra i 7 e i nove mesi (Boel Test), eventualmente il pediatra potrà richiedere approfondimenti ulteriori sulla funzione uditiva del bambino.

Come “educare” l’udito e il linguaggio del bambino

Ecco alcuni consigli su come i genitori possono sfruttare questo potentissimo canale sensoriale per assecondare e favorire lo sviluppo psicomotorio del loro bimbo.

Musica maestro!

Cantate, suonate, fategli sentire la vostra musica preferita, meglio se melodica e a un volume non eccessivo. In alternativa, proponetegli le classiche canzoni per bambini, le ninnananne della tradizione oppure delle melodie inventate da voi. Sottolineate il ticchettio dell’orologio o il suono delle campane.

L’importanza delle parole

Sin dai primi giorni di vita, parlate al vostro bambino. Se lo vedete interessato, commentate quello che state facendo, nominate gli indumenti con cui lo state vestendo o descrivete il gioco che gli state proponendo. Non sono solo le parole a servirgli: ascoltandovi imparerà anche i cambiamenti di tono, di ritmo, di inflessione che voi naturalmente imprimerete al vostro linguaggio, tra l’altro strettamente connessi con le emozioni che volete trasmettergli.

Favole e filastrocche

Leggete ad alta voce, sin dai primi giorni di vita, raccontategli le storie, tenendolo in braccio, facendogli vedere le immagini del libretto, che il bambino imparerà ad associare al suono e al tono delle vostre parole.

Ci vuole… orecchio!

Prestate attenzione e commentate i suoni e i rumori che sente: lo aiuterete ad individuare e a capire gli oggetti e l’ambiente che lo circonda.

Prime sillabe

Dopo qualche mese di vita, il bambino comincerà a imitare i suoni che emettete parlandogli o cantandogli, prima sotto forma di suoni univocalici, poi di consonanti e poi ancora di sillabe: è ciò che viene definito “lallazione”. È il momento di “lallare” con lui!

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.