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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

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Come si sviluppa l’udito del bambino da 0 a 12 mesi

L’udito è importantissimo per lo sviluppo del bambino, sia perché gli consente di immagazzinare una grande quantità di informazioni sul mondo che lo circonda, sia perché è un presupposto fondamentale per lo sviluppo del linguaggio, e quindi delle relazioni.

Il senso dell’udito prima della nascita

L’udito infatti è il primo senso a svilupparsi: raggiunge praticamente la maturazione completa già dal 4° mese e mezzo di gravidanza. Grazie a ciò il feto è già in grado di sentire e riconoscere la voce della mamma dal  5°-6° mese di gravidanza e di udire, filtrati e trasmessi dal liquido amniotico e sotto forma combinata di vibrazioni tattili e sonore, i suoni esterni e quelli prodotti dalla madre stessa. Grazie all’udito quindi si costituisce una  prima forma di linguaggio, che rende il bambino desideroso di comunicare col mondo esterno: ciò avvia e prepara il processo di apprendimento del bambino e getta le basi del riconoscimento e dell’attaccamento alla mamma.

Il senso dell’udito dopo la nascita

Alla nascita normalmente l’udito è perfettamente funzionante. Il bambino presta particolare attenzione alle voci (in particolare a quella della mamma e a quelle ad alta tonalità) e ai suoni familiari, come il linguaggio dei genitori, sussultando ai rumori forti ed improvvisi.

Il grado di reattività del bambino ai suoni dipende dal suo temperamento: bambini più tranquilli sobbalzeranno o apriranno gli occhi solo per suoni molto forti e improvvisi nel silenzio, mentre altri, più sensibili, potrebbero sobbalzare anche per il minimo sussurro.

Dai 2 mesi tuttavia la maggior parte dei bambini si tranquillizzano quando sentono la voce della mamma e dei familiari, e sussultano ai rumori improvvisi, proferendo anche suoni tipo “ooo”.

Verso i 4 mesi cominciano a voltarsi verso la fonte del suono.

Dai 5-6 mesi i bambini cominciano a osservare come si muove la bocca della mamma mentre parla e ad imitare suoni come mmm o bbb.

Dai 7-8 mesi iniziano a ripetere sillabe (lallazione).

Verso l’anno i bambini si voltano al loro nome e proferiscono  le prime parole, come mamma e papà.

Anche dopo l’anno l’udito continuerà ad essere importantissimo per le relazioni, il linguaggio e l’apprendimento del bambino, contribuendo allo sviluppo (che continua fino ai 12 anni di età circa) delle parti del cervello che svolgono la funzione di recepire e integrare i suoni più complessi e a dare significato a ciò che viene percepito con l’udito.

Come favorire lo sviluppo uditivo del bambino nel primo anno di vita

Il modo migliore per favorire lo sviluppo uditivo del bambino è esporlo a suoni i più vari, parlandogli mentre fate attività che lo coinvolgono (come cambiare il pannolino o dargli da mangiare), o descrivendo ciò che  succede intorno a lui se sembra interessarlo, cantando e leggendo con lui e per lui sin dalla gravidanza e ancor di più dopo la nascita.

E’ importante ascoltare e fargli ascoltare musica, e coinvolgerlo in attività e giochi musicali, che sono potenti stimoli per lo sviluppo del linguaggio e l’apprendimento del bambino.

I controlli della funzione uditiva nel primo anno di vita

L’importanza dell’udito  per lo sviluppo del bambino è tale che già subito dopo la nascita, in Ospedale, vengono effettuati accertamenti di screening (cioè “a tappeto” a tutti i nuovi nati) tendenti ad individuare i sia pur rari casi di sordità o ipoacusia congenita (rispettivamente assenza o riduzione dell’udito sin dalla nascita): si tratta delle otoemissioni acustiche, cui, nei casi ripetutamente dubbi, può seguire, presso centri specializzati, l’esecuzione dei potenziali evocati uditivi.

Anche successivamente pediatra e genitori dovranno prestare attenzione ad eventuali segni di ipoacusia (calo dell’udito) che potranno  manifestarsi:

1. direttamente, attraverso comportamenti che, alle varie età, denotano o fanno sospettare che il bambino non percepisca suoni e altri stimoli uditivi;

2. indirettamente, attraverso segni di un ritardo nello sviluppo del linguaggio, strettamente connesso con un corretto sviluppo delle capacità uditive.

Il pediatra, oltre a fare specifiche domande ai genitori sull’udito e sul linguaggio del bambino ai bilanci di salute, solitamente esegue verso i 7-9 mesi il Boel test e, nei casi dubbi,  potrà consigliare l’esecuzione di approfondimenti sulla funzione uditiva del bambino.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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