Allergia ai pollini o coronavirus?
Con l’arrivo della primavera (ma anche nel periodo estivo ad altitudini di media montagna e poi nuovamente a settembre) si manifestano i sintomi dell’allergia ai pollini.
Nel periodo attuale di circolazione di Covid-19, questo può creare qualche dubbio nei genitori rispetto alla possibilità che, invece di allergia, si tratti di infezione da coronavirus.
Vediamo come si manifesta l’allergia ai pollini e come invece si manifesta il Covid-19 e come è possibile distinguere i sintomi.
Come si manifesta l’allergia ai pollini
L’allergia ai pollini ha andamento tipicamente stagionale: i sintomi si manifestano solo in un determinato periodo dell’anno, quello cioè corrispondente alla fioritura della pianta cui il polline appartiene.
I sintomi tendono ad accentuarsi all’aperto, ma anche la notte e al mattino al risveglio.
L’inizio dei sintomi è solitamente graduale. A seconda dei casi, il bambino può presentare:
- rinite, caratterizzata da naso chiuso, prurito nasale e scolo nasale acquoso;
- congiuntivite, caratterizzata da arrossamento, intenso prurito e lacrimazione abbondante; spesso si associa alla rinite;
- asma, caratterizzata da tosse, difficoltà respiratoria, respiro sibilante.
Come si manifesta il Covid-19
I sintomi ricordano quelli di una normale influenza.
Febbre, tosse secca, stanchezza sono i sintomi più frequenti, ma il bambino può anche avere mal di gola, diarrea, nausea e talora vomito, mal di testa, brividi e dolori diffusi, malessere generale.
Possono anche essere presenti, soprattutto nei bambini grandicelli e negli adolescenti, alterazioni o mancanza del gusto (disgeusia o ageusia) o dell’olfatto (anosmia).
I sintomi si presentano di solito improvvisamente, e la loro intensità varia da caso a caso, ma solitamente è davvero molto lieve e dopo circa 1 settimana il bambino ha già recuperato il benessere.
In una piccola percentuale di casi si può avere una bronchite o una broncopolmonite, anche questa (se opportunamente trattata) a evoluzione favorevole. Ancora meno frequenti sono le forme gravi, che richiedono ricovero ed assistenza respiratoria.
Come capire se è allergia o Covid-19
E’ più difficile capirlo se l’allergia provoca asma, perché sia l’asma sia il covid si manifestano con tosse e con difficoltà respiratoria. Tuttavia diversi indizi possono aiutarci (e soprattuto aiutare il pediatra cui spetta sempre l’ultima parola!) ad orientarsi.
Si tratta più probabilmente di allergia se…
1. Il bambino
- ha prurito al naso, con scolo nasale abbondante e chiaro e naso tappato;
- ha prurito agli occhi, con lacrimazione abbondante e senza secrezioni gialle;
- ha prurito in gola o al palato e alla bocca, soprattutto quando mangia alcuni tipi di frutto;
- ha tosse ed eventualmente respiro sibilante, che migliora subito con un farmaco broncodilatatore somministrato per aerosol o, meglio, con puff.
2. I sintomi
- cominciano gradualmente e si manifestano o si accentuano quando il bambino sta all’aperto;
- migliorano se sta in casa oppure
- peggiorano la notte (soprattutto se non si ha avuto l’attenzione a coprire il letto e il cuscino durante il giorno e a lavare i capelli la sera).
Fanno eccezione i bambini allergici anche a animali e acari, che possono addirittura peggiorare i sintomi al chiuso.
3. Il bambino ha già una diagnosi di allergia a pollini, ha già avuto in passato sintomi analoghi e il calendario dei pollini conferma che ci si trova in un periodo di alta circolazione dei pollini cui è allergico.
Si tratta più probabilmente di Covid-19 se…
1. Il bambino ha:
- febbre;
- dolori diffusi;
- spossatezza;
- mal di testa;
- respiro affannoso e soprattutto molto frequente;
- diarrea o vomito;
- alterazioni del gusto e/o dell’olfatto (nell’allergia il bambino può non sentire bene gli odori, ma non ha mai alterazioni del gusto).
- starnuti “esplosivi” e a salve (nell’allergia gli starnuti sono spesso isolati e “normali”).
2. I sintomi cominciano improvvisamente e non cambiano significativamente all’aperto o al chiuso.
3. Altri membri familiari hanno sintomi analoghi o sono stati diagnosticati come Covid-19, o il bambino ha comunque avuto un contatto stretto con un caso di Covid-19.
Terapia dell’allergia e Covid-19
Il bambino con allergia a pollini (e in generale con allergia), può e deve essere curato come al solito perché:
- i farmaci antiallergici per via inalatoria (spray nasali, puff) o per bocca (antistaminici e cortisonici compresi) non favoriscono l’infezione da Covid-19 né la peggiorano se è già in atto;
- il controllo dei sintomi dell’allergia con una terapia tempestiva riduce il rischio di accesso al Pronto Soccorso o comunque ad ambienti (come gli ambulatori medici) dove è più facile contrarre il Covid-19;
- se l’allergia è sotto controllo, è più facile eventualmente identificare i sintomi di un’infezione da Covid-19;
- un controllo non adeguato di problemi come l’asma allergico rende più rischioso il caso che il bambino si infetti col coronavirus;
- controllare con la terapia la tosse e gli starnuti del bambino allergico riduce comunque il rischio che possa diffondere nell’ambiente il coronavirus, nel caso si infetti.
Alcuni aspetti tuttavia della terapia richiedono attenzione:
- meglio evitare il ricorso all’aerosol, in quanto (se il bambino è positivo al covid) può diffondere nell’ambiente il virus e quindi contagiare gli altri familiari. Meglio quindi ricorrere agli spray con distanziatore (sia nei piccoli che nei grandi);
- se il bambino esegue periodicamente (o è comunque previsto) un controllo con spirometria, meglio rimandarlo, per il rischio anche qui di diffondere il virus per via aerea agli operatori;
- se il bambino sta seguendo una terapia desensibilizzante con vaccino antiallergico per via orale deve sospenderla se ha sintomi respiratori, febbre, o comunque è stato a contatto con soggetti affetti da Covid-19.
Allergia e Covid-19: non tutto il male vien per nuocere
E’ vero che la concomitanza tra periodo pollinico e pandemia da Covid-19 pone qualche problema, ma vi sono anche alcuni aspetti positivi da considerare:
- la mascherina, oltre che proteggere gli altri dalle particelle virali emesse dal bambino con tosse, starnuti o conversazione, esercita un’azione protettiva anche rispetto all’allergia, soprattutto all’aperto: le particelle di polline, del calibro variabile da 1 a 15 micron, vengono infatti almeno in parte intrappolate dal filtro;
- i provvedimenti di distanziamento e controllo della trasmissione virale, oltre che ridurre la diffusione del Covid-19, ha reso meno frequenti l’influenza e le infezioni respiratorie normalmente circolanti in nidi e scuole, che sicuramente non aiutano il bambino allergico.
Contatta il tuo pediatra in caso di sintomi respiratori
Spetta al pediatra valutare i sintomi e fare una diagnosi, per cui se il bambino presenta sintomi respiratori, è bene contattarlo.
Qui puoi trovare alcuni utili approfondimenti su allergia ai pollini e bambini
Qui invece puoi trovare alcune informazioni e consigli per le mamme e i papà in questo momento di emergenza da Covid-19